Il consenso ondeggia su un’altalena e i sindaci sono parafulmine di ogni scontento. Ad Asti l’altalena si è ribaltata: un trionfo personale vede sfaldarsi parte del sostegno di cittadini, che sui social e per le strade lamentano di vivere in un progressivo degrado e lo imputano all’amministrazione.
Maurizio Rasero, classe 1973, ex Lega Nord, vicino a Forza Italia, consigliere comunale e assessore fino al 2011, più volte rettore del Palio, già presidente ASCOM, vicepresidente della Camera di Commercio, della Fondazione Cassa di Risparmio e poi della stessa banca, nel 2017 è sindaco di centrodestra dopo un ballottaggio vinto con il 54,9 per cento dei voti (succede a Fabrizio Brignolo, Partito Democratico). Quattro anni dopo, nel 2022, è eletto al primo turno con 16.709 preferenze, il 55,65 per cento, primo caso di conferma ad Asti dal 1994, anno dell’entrata in vigore dell’elezione diretta. Che cosa è accaduto dalla rincorsa del 2022 allo scontento di oggi?
Maurizio Rasero, classe 1973, ex Lega Nord, vicino a Forza Italia, consigliere comunale e assessore fino al 2011, più volte rettore del Palio, già presidente ASCOM, vicepresidente della Camera di Commercio, della Fondazione Cassa di Risparmio e poi della stessa banca, nel 2017 è sindaco di centrodestra dopo un ballottaggio vinto con il 54,9 per cento dei voti (succede a Fabrizio Brignolo, Partito Democratico). Quattro anni dopo, nel 2022, è eletto al primo turno con 16.709 preferenze, il 55,65 per cento, primo caso di conferma ad Asti dal 1994, anno dell’entrata in vigore dell’elezione diretta. Che cosa è accaduto dalla rincorsa del 2022 allo scontento di oggi?