Una destra sui generis
Di segno opposto il controllo sociale di Rasero, che investe denaro per l’integrazione delle persone rom ammassate in un campo. Incurante di sdegno e proteste di membri della giunta, nel 2019 concede il patrocinio del Comune al Gay Pride e nel 2021 manifesta contro la violenza sulle donne indossando una gonna. Di fronte all’improvvisa ondata del COVID-19, come tanti colleghi si preoccupa per le ricadute economiche e si infuria per la zona rossa: «La situazione era sotto controllo. Questa è una follia, un disastro che non ci aspettavamo». Buona parte della popolazione è con lui e, quando la tragedia divampa e si fa evidente nella sua enormità, lo segue nella presa d’atto. Il 14 marzo 2019 rivolge un appello: a mezzogiorno tutti ai balconi e alle finestre per un applauso corale a medici, infermieri, volontari del 118. Non sfrutta emotività, esprime consapevolezza: l’adesione è commovente.
La riconferma del 2022 è scontata. Ma qualcosa cambia. Il suo ufficio pare rinserrarsi via via come una torre, il sindaco sembra meno sensibile alle voci dei cittadini, è insofferente verso le critiche, la sua pagina Facebook alterna parole di trionfo a invettive di dubbio gusto che evocano quel «io sono senza mezze misure» declamato ai tempi belli: in un post dichiara che le pagine de La Stampa gli servono per l’«uso alternativo che dei giornali facevano i nonni», dimenticando che il giornale continuava a pubblicare le sue dichiarazioni e le sue foto, con il rischio per lui di far triste uso della propria faccia.