Da mesi il segretario della Lega Matteo Salvini ripete il dato secondo cui in Italia ci sarebbero «sei milioni» di disabili. L’ex ministro dell’Interno ha ripetuto spesso il numero sui social, per esempio su Twitter (qui, qui, qui e qui) e su Facebook, nelle interviste televisive e con i quotidiani, la più recente delle quali è stata quella con Il Tempo il 14 marzo.
Ma davvero circa un residente su dieci nel nostro Paese ha una qualche forma di disabilità? Abbiamo verificato che cosa dicono le statistiche ufficiali e, sebbene sia difficile avere numeri precisi a riguardo, possiamo dire che Salvini esagera in base ai dati a disposizione.
Di che cosa stiamo parlando
Come spiega l’Istat in un rapporto di dicembre 2019, non è semplice inquadrare da un punto di vista statistico il fenomeno della disabilità.
L’International classification of functioning, disability and health (Icf) – un sistema sviluppato nel 2001 dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) – ha permesso di superare il concetto di “disabilità” circoscritto alla presenza di un deficit fisico o psichico.
Secondo la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità delle Nazioni unite – ratificata dall’Italia nel 2009 – le persone con disabilità sono quelle che «presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri».
Detta in altri termini, una condizione di disabilità è la conseguenza di una interazione negativa tra la condizione di salute di una persona e il contesto in cui vive. In questo modo, scrive l’Istat, «viene messa in risalto la dimensione sociale della disabilità che può, quindi, essere considerata una manifestazione, particolarmente grave, dell’incapacità di una società di assicurare (o avvicinare) l’eguaglianza di opportunità alle persone con problemi di salute».
In base a questo approccio una persona con “disabilità” è quella che «soffre di gravi limitazioni nello svolgimento di una o più funzioni fondamentali». Come si traduce questo ragionamento in numeri?
Quanti sono i disabili in Italia, secondo l’Istat
Per quantificare quante persone in Italia vivono in condizioni di disabilità, nelle sue rilevazioni l’Istat usa questo unico quesito, utilizzato in ambito scientifico a livello internazionale (si chiama Global activity limitation indicator, Gali, qui spiegato nel dettaglio): “A causa di problemi di salute, in che misura Lei ha delle limitazioni, che durano da almeno sei mesi, nelle attività che le persone abitualmente svolgono? Limitazioni gravi/Limitazioni non gravi/Nessuna limitazione”.
Secondo i dati Istat più aggiornati (qui scaricabili), si stima che nel 2019 le persone in Italia con “limitazioni gravi” – i “disabili”, vista la definizione vista sopra – erano 3 milioni e 150 mila, circa la metà dei «sei milioni» ripetuti da Salvini. Quelle con “limitazioni non gravi” erano oltre 9,8 milioni e quelle “senza limitazioni” oltre 44 milioni.
Sommando le persone con “limitazioni gravi” e quelle con “limitazioni non gravi” si ottengono circa 13 milioni di persone con una qualche limitazione dichiarata – in questo caso un numero doppio rispetto a quello di Salvini – ma non sono definibili tutti come “disabili”, viste le premesse che abbiamo visto in precedenza.
«Le persone che, a causa di problemi di salute, soffrono di gravi limitazioni che impediscono loro di svolgere attività abituali sono circa 3 milioni e 100 mila (il 5,2 per cento della popolazione)», scrive l’Istat nel suo rapporto Conoscere il mondo della disabilità, pubblicato a dicembre 2019.
Questi dati sono in linea con quelli resi pubblici in un’audizione parlamentare il 5 aprile 2016 dall’ex presidente dell’Istat Giorgio Alleva, secondo cui nel 2013 in Italia le persone di età superiore ai sei anni con almeno una limitazione funzionale erano circa 3,2 milioni.
Ribadiamo che si tratta di un dato che va preso con cautela, perché l’Istat stessa sottolinea di essere consapevole «della non completa adeguatezza di questa modalità di rilevazione delle persone con disabilità». Non sono considerati i minori di 6 anni o gli anziani non autosufficienti ospitati dalle strutture residenziali, che nel 2018 erano circa 247 mila.
Da dove viene il dato di Salvini
Non è chiaro da dove venga la statistica dei «sei milioni» ripetuta dal leader della Lega. Forse l’ex ministro dell’Interno fa riferimento ai dati sui trattamenti pensionistici erogati nel nostro Paese? Le statistiche sembrano suggerire dire di no.
Secondo i dati Istat più aggiornati, nel 2018 sono state erogate quasi 1,2 milioni di pensioni per “inabilità” e quasi 3,4 milioni per “invalidità civile”, un totale di 4,6 milioni, numero anche in questo caso inferiore a quello citato da Salvini.
L’esagerazione di Salvini molto probabilmente viene da un fraintendimento nella lettura delle statistiche sulle persone con «limitazioni funzionali», presentate da Alleva nel 2016 in Parlamento e relative al 2013.
Nell’audizione dell’allora presidente Istat si legge che le limitazioni di questo tipo possono manifestarsi in dimensioni diverse. In primo luogo, c’è la «dimensione fisica, riferibile alle funzioni del movimento e della locomozione», con circa 1,5 milioni di persone che all’epoca avevano limitazioni in questo ambito. Poi c’è la «sfera di autonomia nelle funzioni quotidiane», dove «ci si riferisce alle attività di cura della persona, come vestirsi o spogliarsi, lavarsi mani, viso, o il corpo, tagliare e mangiare il cibo». Qui il numero di persone con limitazioni era di quasi 2 milioni di persone. Nell’ambito della comunicazione, che «riguarda le funzioni della vista, dell’udito e della parola», le persone con limitazioni erano circa 900 mila. Infine c’erano un milione e 400 mila persone che riferivano di «essere costrette a stare a letto, su una sedia o a rimanere nella propria abitazione per impedimenti di tipo fisico o psichico».
Sommando questi numeri si ottengono circa 5,8 milioni di persone, un dato vicino ai «sei milioni» di disabili citati da Salvini. Ma come ha spiegato Alleva nell’audizione, «una stessa persona può riferire di soffrire di più di una limitazione funzionale», dunque l’errore del segretario della Lega è molto probabilmente quello di sommare numeri che si sovrappongono tra loro. Come abbiamo già detto in precedenza, sono oltre 3 milioni le persone che in Italia dichiarano almeno una limitazione funzionale.
In conclusione
Da mesi il leader della Lega Matteo Salvini ripete sui social e nelle interviste che in Italia ci sono 6 milioni di disabili. Da un punto di vista statistico, è complicato quantificare con precisione quante persone con disabilità ci sono nel nostro Paese, dal momento che non è semplice definire il concetto stesso di “disabilità”.
In base all’approccio più recente, le stime parlano di circa 3,1 milioni di persone in Italia con limitazioni gravi, un cittadino su 20, e non uno su 10 come sostiene Salvini.
L’errore del segretario della Lega è molto probabilmente quello di sommare tra loro i dati sulle persone con limitazioni in ambiti diversi (come quello fisico o dell’autonomia nelle funzioni quotidiane), che però si sovrappongono in parte tra loro. Una persona infatti può avere più di una limitazione in ambiti diversi.
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