L’Italia è tra i Paesi Ue che hanno accolto meno siriani

Dall’inizio della guerra civile ha dato asilo a circa cinquemila persone, molte meno rispetto a quelle andate in Germania, Francia e Spagna
EPA/KAZIM KIZIL
EPA/KAZIM KIZIL
Dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad in Siria, il 9 dicembre il governo italiano ha annunciato di aver sospeso l’esame delle richieste di asilo presentate da cittadini siriani nel nostro Paese. Una scelta simile è stata presa da altri Stati dell’Unione europea, tra cui Germania e Austria. Ospite a Quarta Repubblica su Rete 4, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha giustificato la decisione del governo dicendo che bisognerà capire come si evolverà la situazione in Siria dopo la presa del potere da parte dei ribelli. «Il flusso di profughi che noi abbiamo avuto negli ultimi anni era fatto da persone che scappavano dal regime di Assad. Presumibilmente adesso si può anche mettere in considerazione che le stesse persone possono tornare in Siria. Questa è una presunzione che dovrà scontare la verifica di ciò che succederà», ha dichiarato Piantedosi.

Numeri alla mano, di quante persone stiamo parlando? Quanti cittadini siriani hanno chiesto protezione ai Paesi Ue e all’Italia negli ultimi anni? Quali Paesi hanno accolto più siriani? In breve, i numeri registrati in Italia sono tra i più bassi dell’Ue.

Secondo i dati Eurostat più completi, tra il 2012 – l’anno successivo a quello in cui è iniziata la guerra civile in Siria – e il 2023 i 27 Stati membri dell’Ue hanno risposto a quasi 1,4 milioni di richieste d’asilo presentate da cittadini siriani. La maggioranza di queste richieste (il 63,1 per cento) è stata esaminata in Germania, seguita a grande distanza dalla Svezia (8,7 per cento) e dall’Austria (6,6 per cento). In dodici anni, le richieste d’asilo esaminate dall’Italia sono state poco più di seimila, contro le quasi 866 mila della Germania. Il dato italiano è più alto di quello di altri 14 Paesi Ue, che sono però tutti meno popolosi del nostro. Tra gli altri grandi Paesi Ue, Francia e Spagna hanno esaminato più richieste d’asilo presentate da siriani rispetto all’Italia: rispettivamente circa 32.500 e oltre ventimila.
L’andamento delle richieste d’asilo di siriani esaminate nell’Ue è stato altalenante nel tempo: tra il 2012 e il 2016 c’è stata una crescita, poi un calo fino al 2019, e successivamente un nuovo aumento.
Non tutte le richieste d’asilo presentate da siriani nell’Ue dopo l’inizio della guerra civile in Siria hanno ricevuto una risposta positiva. Alla maggioranza dei richiedenti asilo è stata concessa comunque una forma di protezione, con percentuali di accoglimento più alte di quelle che generalmente si registrano per i richiedenti di altri Paesi. Secondo Eurostat, tra il 2012 e il 2023 circa 1,3 milioni di richieste d’asilo hanno ricevuto una risposta positiva, il 93 per cento sul totale di quelle esaminate. Le percentuali di accoglimento più alte sono state registrate a Cipro e in Irlanda (99 per cento), mentre la percentuale dell’Italia (80,7 per cento) è la quinta più bassa, davanti solo a quelle di Grecia, Croazia, Slovacchia e Ungheria. In altre parole, in dodici anni l’Italia ha dato una risposta negativa a quasi venti richieste d’asilo su cento presentate da cittadini siriani.
In valori assoluti, tra il 2012 e il 2023 l’Italia ha dato una forma di protezione a 4.850 richiedenti asilo siriani (all’86 per cento di questi è stato concesso lo status di rifugiato, ai restanti la protezione sussidiaria o per motivi umanitari). Stiamo parlando dello 0,7 per cento di tutte le domande d’asilo esaminate dal nostro Paese in quel periodo di tempo, che in totale sono state quasi 698 mila. 
Secondo i dati parziali relativi a quest’anno, tra gennaio e settembre l’Italia ha risposto a 355 richieste d’asilo presentate da cittadini siriani. A 275 ha concesso protezione.

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