I partiti vogliono dare a Roma i poteri di una regione

Alla Camera è stata adottata una proposta senza voti contrari: ecco che cosa cambierebbe se la Costituzione fosse modificata
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Il 19 aprile la Commissione Affari costituzionali della Camera ha adottato all’unanimità – con il sostegno di tutti i partiti, anche di Fratelli d’Italia – il testo di una proposta di riforma costituzionale per modificare l’articolo 114 della Costituzione. Quest’ultimo stabilisce l’organizzazione dello Stato nei vari enti locali, come le regioni e i comuni. Più nel dettaglio, la proposta di riforma punta ad assegnare alla città di Roma una maggiore autonomia rispetto agli altri enti locali, assegnandole poteri simili a quelli di una regione. 

La strada per l’approvazione definitiva della proposta di riforma costituzionale è comunque lunga. Come tutte le proposte di riforma costituzionale, dopo il via libera della commissione, il testo dovrà essere approvato due volte da entrambe le camere, a distanza di almeno tre mesi.  

Che cosa prevede la proposta

Il testo della proposta di riforma è stato formulato a partire da quello presentato a maggio 2019 dal deputato di Forza Italia Paolo Barelli. Sullo stesso tema erano state avanzate anche altre tre proposte di riforma costituzionale, una da parte di Fdi e due da parte del Partito democratico. In generale, una delle motivazioni principali alla base di queste proposte è quella di aumentare i poteri di Roma per far fronte alla gestione del suo vasto territorio.

Nel dettaglio, il testo della riforma costituzionale adottato in commissione assegna alla città di Roma i poteri previsti dal terzo e dal quarto comma dell’articolo 117 della Costituzione, escluso il potere di emanare leggi riguardo la tutela della salute ed eventuali altre materie stabilite da un accordo da sottoscrivere con la Regione Lazio. In sostanza, se la riforma venisse approvata, l’amministrazione della città di Roma disporrebbe di poteri simili a quelli di una regione, anche se non lo diventerebbe a tutti gli effetti. Infatti, Roma manterrebbe lo status di “città metropolitana”, un ente a metà strada tra la regione e il comune, e dovrebbe coordinare i propri poteri con la Regione Lazio.

Come previsto per le regioni, Roma non potrebbe comunque violare i principi base stabiliti dallo Stato. In più, la proposta prevede che la città di Roma possa delegare alcune sue funzioni ai municipi, ossia le varie amministrazioni decentrate in cui è suddivisa la Capitale. 

Parallelamente, negli ultimi mesi la Commissione Affari costituzionali ha iniziato l’esame anche di tre proposte di legge ordinaria, che puntano ad aumentare i poteri di Roma senza modificare la Costituzione. 

I passi successivi

Il testo della proposta di riforma costituzionale è stato accolto con favore dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri (Partito democratico). «Sono molto contento che la Commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati abbia da oggi un testo di riforma dal quale iniziare una riflessione aperta e collaborativa tra tutti i livelli di governo che rafforzi il ruolo e i poteri di Roma Capitale», ha detto Gualtieri. «Adesso lavoriamo tutti insieme per mandare avanti questo percorso di riforma sia perché si possa avere al più presto, in coerenza con l’indirizzo espresso dal voto di oggi, una legge statale e una regionale che facciano da apripista al successivo passo costituzionale».

Nel caso venisse approvata in via definitiva, la proposta di riforma costituzionale prevede infatti un periodo di due anni dall’entrata in vigore per organizzare i nuovi poteri di Roma ed evitare che si sovrappongano a quelli della Regione Lazio. Il testo della proposta stabilisce infatti che sarà necessaria una legge dello Stato per stabilire «le forme di coordinamento tra la Regione Lazio e Roma Capitale». In sostanza, i due enti dovranno trovare un accordo in cui stabiliranno le proprie competenze e, come previsto dal testo della riforma, la Regione Lazio continuerà a gestire il settore della sanità.

Nel dibattito in commissione, gli esponenti di diversi partiti, come Movimento 5 stelle e Più Europa, e del gruppo parlamentare Liberi e uguali, pur sostenendo la proposta di riforma, hanno sottolineato la necessità di chiarire ulteriormente i nuovi poteri che andrebbero alla città di Roma, per evitare che si sovrappongano a quelli della città metropolitana. 

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