Il dibattito politico italiano, questa settimana, si è concentrato sulle unioni civili: chi si oppone alla legge che le consentirebbe per le coppie dello stesso sesso (il ddl Cirinnà), ha organizzato una manifestazione per sabato 30 gennaio a Roma. Tra i favorevoli e i contrari si discute soprattutto di questioni di principio, ma in alcuni casi, negli ultimi mesi, sono stati portati argomenti verificabili. Ne passiamo in rassegna quattro, partendo da dichiarazioni di politici italiani.
1. I costi
“Se intervenissimo sulle pensioni di reversibilità il tema costerebbe circa 40 miliardi di euro”, Angelino Alfano, 10 marzo 2015
FALSO. Alfano dichiarò che esisteva anche un argomento economico per opporsi alle unioni civili: riconoscere alle coppie dello stesso sesso le pensioni di reversibilità, quelle che oggi sono corrisposte. Tuttavia, la relazione tecnica allegata al disegno di legge Cirinnà ha stimato il costo delle unioni civili per le casse dello Stato in 3,7 milioni nel 2016, che saliranno a 22,7 milioni nel 2025, quando la legge dispiegherà tutti i suoi effetti. La stima comprende sia le pensioni di reversibilità sia il minor gettito Irpef per le detrazioni fiscali a cui le nuove coppie avranno diritto, sia le maggiori prestazioni per gli assegni al nucleo familiare.
2. Il confronto europeo
“Su ventotto Paesi in Europa, 27 hanno una legge sulle unioni civili. Uno no, l’Italia”, Matteo Renzi, 21 gennaio 2016
FALSO. Renzi ha detto che la regolamentazione sulle unioni civili è una questione di “buonsenso”, per non lasciare l’Italia in situazione di eccezione assoluta a livello europeo. Questa unicità però non esiste: dopo l’approvazione di una legge sulle unioni civili a Cipro a fine novembre 2015 e in Grecia a dicembre, sono oggi sette i Paesi dell’Unione Europea che non disciplinano le unioni civili: Bulgaria, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia.
3. La condanna di Strasburgo
“La Corte Europea di Strasburgo ha condannato l’Italia per non riconoscere i diritti delle coppie omosessuali”, Laura Boldrini, 21 luglio 2015
VERO. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu), che ha sede a Strasburgo, ha condannato l’Italia a luglio 2015 per violazione dell’art. 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che riguarda, tra le altre cose, “vita sessuale, orientamento sessuale e identità sessuale”.
4. Il numero di adozioni
“In Italia le richieste di coppie che vogliono adottare sono molte di più dei bambini che chiedono di essere adottati”, Maurizio Gasparri, 19 gennaio 2016
VERO. Un tema su cui le discussioni sono molto accese riguarda la possibilità di adottare per le coppie dello stesso sesso. Il ddl Cirinnà si occupa solo della cosiddetta stepchild adoption, cioè la possibilità, per uno dei due partner delle nuove unioni civili, di adottare un figlio nato in una precedente relazione dell’altro (la decisione finale spetta però a un giudice minorile, come chiarito dopo le ultime modifiche al provvedimento). È un caso molto specifico, ma spesso si è allargata la discussione alla situazione delle adozioni nel nostro Paese. Secondo i dati riportati dall’Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie (Anfaa), nel 2010 c’erano in Italia 1.177 minori adottabili, a fronte di 11.075 domande di famiglie disponibili ad adottare.