Quando entrerà in carica il nuovo governo?

Nonostante la maggioranza ottenuta in Parlamento dalla coalizione di centrodestra, la nascita di un nuovo esecutivo non è immediata: ecco quali sono i prossimi passaggi
ANSA/GIUSEPPE LAMI
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Il 25 settembre la coalizione di centrodestra formata da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati ha vinto le elezioni politiche con circa il 44 per cento dei voti, ottenendo la maggioranza dei seggi in Parlamento. Quanti giorni dovranno passare prima che venga nominato un nuovo governo, in sostituzione di quello attuale guidato da Mario Draghi?

Ricordiamo che con il proprio voto i cittadini hanno eletto i 600 nuovi membri del Parlamento e non il governo. Ora spetterà al presidente della Repubblica Sergio Mattarella dare l’incarico al prossimo presidente del Consiglio per formare un governo. Probabilmente, questa figura potrebbe essere Giorgia Meloni, la presidente di Fratelli d’Italia, il partito più votato alle elezioni. Al di là di chi sarà il presidente del Consiglio incaricato, il governo dovrà ricevere la fiducia sia alla Camera dei deputati sia al Senato, ossia dovrà ricevere il supporto della maggioranza dei membri di entrambe le camere, che, come abbiamo visto, è nelle mani della coalizione di centrodestra.

La formazione di un nuovo governo è influenzata da vari elementi, a partire dai risultati del voto e dai nuovi rapporti di forza tra i partiti in Parlamento. Il processo per eleggere un nuovo governo potrebbe richiedere diverse settimane, viste le tempistiche registrate in passato. Nel frattempo, il governo Draghi rimarrà in carica per garantire l’ordinaria amministrazione.

Come si forma un nuovo governo

Le negoziazioni per la formazione di un nuovo governo iniziano con una fase preparatoria nella quale, secondo la prassi costituzionale, il presidente della Repubblica si confronta con i partiti per individuare un potenziale presidente del Consiglio capace di ottenere la fiducia del nuovo Parlamento, che si riunirà per la prima volta il prossimo 13 ottobre.

Le discussioni vere e proprie avvengono quindi all’interno dei partiti e sono largamente influenzate dai risultati delle elezioni. Il presidente della Repubblica discute principalmente con i leader di partito, i presidenti di Camera e Senato e i nuovi capogruppo parlamentari. 

Una volta individuata una figura in grado di ricevere la fiducia, il presidente  della Repubblica le conferisce l’incarico, che viene generalmente accettato “con riserva”, cioè in modo non ancora definitivo. La persona incaricata svolge quindi un ultimo giro di consultazioni con i partiti, e poi si reca nuovamente al Quirinale, la sede della Presidenza della Repubblica, per “sciogliere la riserva”, accettando o rifiutando ufficialmente l’incarico. 

Nel momento in cui accetta, il nuovo presidente del Consiglio presenta la sua nuova squadra di governo, indicando quindi i nomi dei vari ministri, che saranno selezionati anche in questo caso tenendo conto dei risultati delle elezioni e in base agli accordi raggiunti tra i partiti della nuova maggioranza di governo. 

In seguito, il nuovo presidente del Consiglio e i ministri prestano giuramento di fronte al presidente della Repubblica e il nuovo governo entra formalmente in carica. Entro dieci giorni dalla nomina, l’esecutivo deve presentarsi sia alla Camera che al Senato per ottenere la fiducia. 

Chi sarà il presidente del Consiglio

Dato che il governo dovrà fin da subito dimostrare di avere la fiducia del Parlamento, la sua formazione è generalmente più complessa quando i risultati delle elezioni sono in bilico e non indicano un chiaro vincitore. Non è questo il caso: domenica 25 settembre il centrodestra ha ricevuto la maggioranza dei consensi, staccando di 18 punti percentuali la coalizione di centrosinistra, arrivata seconda a livello nazionale. Il prossimo Parlamento sarà formato in maggioranza da deputati e senatori di centrodestra: a meno di sorprese (per esempio, divisioni all’interno della coalizione), anche il nuovo governo sarà costituito principalmente da esponenti di questo orientamento politico. 

Il partito che è andato nettamente meglio di tutti è stato Fratelli d’Italia, guidato da Giorgia Meloni, che ha preso oltre il 26 per cento dei consensi. È possibile quindi che proprio Meloni sia indicata a ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio (la prima donna nella storia dell’Italia repubblicana), anche se questa decisione non è automatica: non c’è nessuna legge che stabilisce a priori a chi attribuire l’incarico. La prassi vuole che questo vada al leader della coalizione che ha vinto le elezioni, ma in passato non è sempre stato così. Per esempio, nel 2018 il Movimento 5 stelle, all’epoca guidato da Luigi Di Maio, è risultato il partito di gran lunga più votato, ma come presidente del Consiglio è stato nominato Giuseppe Conte, considerato come una figura di sintesi tra le posizioni del Movimento 5 stelle e della Lega, il secondo partito più votato. 

Che tempistiche possiamo aspettarci

Dopo le elezioni politiche, il processo che porta alla formazione di un nuovo governo può durare varie settimane e dipende dalla situazione politica, dai rapporti di forza dopo le elezioni e dalla capacità dei partiti di trovare un accordo. Secondo i calcoli del sito lavoce.info, dal 1946 a oggi sono passati in media 67 giorni, poco più di due mesi, dal giorno del voto alla nomina di un nuovo esecutivo. 

Per fare qualche esempio, nel 2018, il primo governo Conte sostenuto dalla Lega e dal Movimento 5 stelle è nato ufficialmente il 1° giugno, quasi tre mesi dopo le elezioni politiche del 4 marzo. Cinque anni prima, nel 2013, le elezioni politiche si erano tenute il 24 e il 25 febbraio, e il governo Letta entrò in carica il 28 aprile, poco più di due mesi dopo. Molto più rapida è stata invece la formazione del quarto governo Berlusconi, nato l’8 maggio 2008, 24 giorni dopo le elezioni del 13 e 14 aprile.

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