La diffusione del nuovo coronavirus Sars-CoV-2 sta facendo emergere, oltre alle preoccupazioni per la salute pubblica, anche quelle per le conseguenze sull’economia italiana. Specialmente in un anno in cui le previsioni di partenza già non erano molto buone, con una crescita del Pil nel 2020 stimata intorno allo 0,4 per cento.

Il 23 febbraio, ad esempio, il deputato di Italia Viva Luigi Marattin ha scritto sulla propria pagina Facebook che «le conseguenze sull’economia italiana di quanto sta accadendo saranno pesanti (o forse molto pesanti)».

Quella di Marattin è evidentemente una previsione ma possiamo dire che, anche se non ci sono numeri certi in proposito, non è priva di fondamento.

Gli effetti in Italia a causa dell’epidemia in Cina

Come abbiamo scritto in una nostra recente analisi, gli osservatori internazionali e le istituzioni comunitarie hanno già espresso preoccupazione per le possibili conseguenze del nuovo coronavirus Sars-CoV-2 sull’economia globale.

Già nel 2003 con la Sars si erano avute conseguenze negative sul Pil cinese e quindi mondiale. Oggi che il peso della Cina nell’economia globale è significativamente cresciuto i danni potrebbero essere maggiori. In particolare si teme l’effetto della crisi scatenata dal virus sulle catene di produzioni globali, che spesso hanno in Cina anelli imprescindibili. Ma non solo.

Per quanto riguarda l’Italia, si temono danni in particolare al settore del turismo e dei beni di lusso. Ne avevamo parlato nella nostra analisi, citando un articolo in proposito del Sole 24 Ore, e di recente l’allarme è stato rilanciato anche da Andrea Pontiggia, professore di organizzazione aziendale dell’Università Ca’ Foscari Venezia.

Secondo Pontiggia, oltre a turismo e beni di lusso, l’Italia potrebbe subire danni anche nel settore dei macchinari e degli impianti industriali – in cui l’Italia, insieme alla Germania, è uno dei produttori più importanti a livello mondiale – e, infine, nelle catene del valore. Riguardo queste, che in parole semplici sono i processi con cui le materie prime assumono valore attraverso il processo di produzione fino a diventare il prodotto finito, è facile prevedere che la diffusione del nuovo coronavirus creerà dei danni, con una revisione in senso negativo delle strategie di logistica e distribuzione dei beni.

Gli effetti in Italia causati dalla diffusione del virus nel territorio nazionale

Oltre agli effetti negativi che dipendono dall’economia cinese, che dunque toccano indirettamente l’Italia, è poi possibile prevedere effetti negativi diretti per via di quanto sta succedendo negli ultimi giorni nel nostro Paese. Un articolo del Financial Timesdedicato alla questione, che riporta il parere di numerosi esperti, paventa il rischio di una recessione per la nostra economia, le cui “punte di diamante” – turismo, beni di lusso, industria dell’export – potrebbero pagare un prezzo pesante al diffondersi del virus.

Eventi

Le decisioni delle autorità nazionali di sospendere o cancellare una serie di manifestazioni sportive e culturali avranno sicuramente un effetto negativo sul Pil italiano: si pensi ad esempio alla decisione di cancellare il carnevale di Venezia. Una manifestazione che, secondo una ricerca del 2018 del centro studi della Confederazione Nazionale dell’Artigianato (Cna), porta ad un giro d’affari di circa 60 milioni di euro l’anno.

A questi, sempre secondo la Cna, vanno poi aggiunti gli introiti di altre manifestazioni simili in giro per l’Italia – che potrebbero essere coinvolte più o meno direttamente nel prossimo futuro – per un totale di quasi 220 milioni di euro l’anno.

Finanza

Oltre alle conseguenze sulle economie locali, un impatto sul Pil potrebbe essere causato dalle sofferenze del settore finanziario. Il primo giorno di apertura della Borsa dopo che è emersa la diffusione del virus nel Nord Italia, l’indice di riferimento della borsa italiana – il cosiddetto Ftse Mib – ha perso più del 5 per cento rispetto alla chiusura precedente.

Aziende

Circolano poi, tra gli specialisti di settore, preoccupazioni in merito alla tenuta delle aziende italiane, con possibili ripercussioni anche finanziarie. Come riportaIl Sole 24 Ore, gli analisti di Equita – una banca d’investimento con sede a Milano – si aspettano «un impatto negativo ma temporaneo sul Pil italiano».

In particolare rischiano di essere coinvolte «le società che hanno attività direttamente collegate ai flussi turistici e alla gestione di eventi (lusso, Fiera Milano, Ieg), alle società con elevata esposizione ai consumi/attività commerciali in Italia (Nexi, Marr, Geox, Ovs, Ivs, Amplifon) e alle società che hanno elevata concentrazione di attività produttive in Nord Italia, in caso di deterioramento della situazione che porti a blocchi produttivi (Ima, Interpump, Zignago)».

Pil

Anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco non ha escluso conseguenze per l’economia italiana. Come riportato ancora da Il Sole 24 Ore, Visco ha ipotizzato un calo pari allo 0,2 per cento del Pil italiano per l’impatto del nuovo coronavirus.

A livello trimestrale, il centro di analisi finanziaria Mazziero Research ha abbassato le stime di crescita del Pil da +0,1 per cento a -0,1 per cento. La ragione sarebbe «il fermo di parte delle attività nel Nord Italia a seguito delle infezioni da coronavirus e il possibile allargamento alle altre regioni», che colpisce un quadro economico già fragile.

In conclusione

La diffusione del nuovo coronavirus SARS-CoV-2 nel Nord Italia sta avendo un impatto sulla salute pubblica, con il numero di contagiati che cresce di ora in ora. Con un’economia che cresce a rilento, l’Italia rischia però di avere gravi conseguenze anche sul Pil.

Diversi esperti ipotizzano che l’Italia potrebbe essere toccata sia indirettamente – visto il ruolo della Cina nell’economia globale e anche in quella italiana in particolare, specie nel turismo e nell’industria del lusso – sia direttamente, viste le ripercussioni sull’indotto degli eventi, sulla finanza, sulle aziende e infine sul Pil.

Anche se è presto per avere cifre certe, il governatore della Banca d’Italia ha ipotizzato a tal proposito un possibile calo dello 0,2 per cento del Pil italiano per colpa del nuovo coronavirus.