Lo scoppio della guerra in Ucraina ha spinto alcuni politici italiani a chiedere una revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), finanziato con risorse europee per far fronte alla crisi causata dalla pandemia. Il conflitto sta infatti causando un ulteriore aumento dei prezzi di molte materie prime, già in atto da alcuni mesi, mettendo a rischio la regolare realizzazione del piano.
Per esempio, il 12 marzo il leader della Lega Matteo Salvini, ospite a un evento dedicato al tema dell’energia, ha dichiarato (min 5:18) che «il Pnrr va rivisto da cima a fondo», visto che «ormai è un documento archeologico». Anche l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), una delle più rappresentative del settore, ha denunciato che i rincari energetici rischiano di far fallire il piano.
Ma davvero, se il governo volesse, potrebbe riscrivere il Pnrr, con cui riceveremo dall’Unione europea oltre 191 miliardi di euro entro il 2026? In breve la risposta è sì, ma come ha ricordato il presidente del Consiglio Mario Draghi, durante un’interrogazione parlamentare del 10 marzo, si tratta di un percorso non semplice.
Per esempio, il 12 marzo il leader della Lega Matteo Salvini, ospite a un evento dedicato al tema dell’energia, ha dichiarato (min 5:18) che «il Pnrr va rivisto da cima a fondo», visto che «ormai è un documento archeologico». Anche l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), una delle più rappresentative del settore, ha denunciato che i rincari energetici rischiano di far fallire il piano.
Ma davvero, se il governo volesse, potrebbe riscrivere il Pnrr, con cui riceveremo dall’Unione europea oltre 191 miliardi di euro entro il 2026? In breve la risposta è sì, ma come ha ricordato il presidente del Consiglio Mario Draghi, durante un’interrogazione parlamentare del 10 marzo, si tratta di un percorso non semplice.