La maggior parte di noi ha ricevuto almeno una volta nella vita una paghetta: c’è chi ha iniziato prestissimo con qualche moneta e chi invece solo in adolescenza; c’è chi durante l’università la usava per fare la spesa o pagare le bollette e chi invece per concedersi piccoli sfizi; c’è chi l’ha sempre ricevuta in contanti e chi, più di recente, l’ha avuta su una carta di pagamento.
La paghetta, grande o piccola che sia, è uno strumento importante per educare figli e figlie alla gestione del denaro. Può sembrare un’esagerazione, ma a pensarci bene rappresenta il primo momento in cui ci si trova tra le mani una somma da far bastare per spese reali. La necessità di gestire queste risorse spinge gli adolescenti a responsabilizzarsi e a comprendere il valore del denaro, prima che abbiano a disposizione somme più grandi senza sapere come e quando spenderle.
Di solito questa responsabilità viene attribuita ai figli dai genitori, che decidono come, quando e quanto dare in base alle loro esigenze e convinzioni. Ma se fosse invece il governo a dare una paghetta? È l’esperimento avviato in Germania, e vale la pena capire vantaggi e svantaggi di questo approccio. Indossiamo i nostri occhiali da economista e andiamo a vedere di che cosa stiamo parlando.
La paghetta, grande o piccola che sia, è uno strumento importante per educare figli e figlie alla gestione del denaro. Può sembrare un’esagerazione, ma a pensarci bene rappresenta il primo momento in cui ci si trova tra le mani una somma da far bastare per spese reali. La necessità di gestire queste risorse spinge gli adolescenti a responsabilizzarsi e a comprendere il valore del denaro, prima che abbiano a disposizione somme più grandi senza sapere come e quando spenderle.
Di solito questa responsabilità viene attribuita ai figli dai genitori, che decidono come, quando e quanto dare in base alle loro esigenze e convinzioni. Ma se fosse invece il governo a dare una paghetta? È l’esperimento avviato in Germania, e vale la pena capire vantaggi e svantaggi di questo approccio. Indossiamo i nostri occhiali da economista e andiamo a vedere di che cosa stiamo parlando.