Perché le liste delle armi inviate all’Ucraina sono segrete

Finora ne sono state approvate due, ma il governo non vuole rivelarne pubblicamente il contenuto, nonostante le critiche di alcune associazioni umanitarie
ANSA
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Il 27 aprile è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale un secondo decreto del Ministero della Difesa che, insieme ai ministeri degli Esteri e dell’Economia, ha autorizzato la «cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari» all’Ucraina, per difendersi dall’invasione russa iniziata il 24 febbraio.

Queste armi «sono ceduti a titolo non oneroso», ossia senza costi per l’esercito ucraino, ma la lista con gli armamenti da inviare non è pubblica, in quanto è considerata un «documento classificato». La stessa decisione era stata presa a inizio marzo, con il primo decreto del Ministero della Difesa con cui era stato autorizzato l’invio di armi all’Ucraina, attirando le critiche di alcune associazioni umanitarie.

Il 4 marzo la ong Amnesty International aveva per esempio scritto sui social: «Il governo ha secretato la lista di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari che cederà all’Ucraina. L’Italia è tenuta a rispettare i principi di trasparenza e protezione dei diritti umani. Gli equipaggiamenti non devono essere usati indiscriminatamente». 

Ma quali sono le ragioni dietro alla segretezza delle liste delle armi da inviare all’Ucraina? Abbiamo fatto un po’ di chiarezza.

Come funziona l’invio di armi

In base al decreto “Ucraina”, convertito in legge a inizio aprile, fino al 31 dicembre 2022 il Ministero della Difesa è autorizzato a inviare mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina «previo atto di indirizzo della Camere» e in deroga a quanto previsto dalla legge n. 185 del 1990, che regola le esportazioni di armi dall’Italia. Tra le altre cose, questa legge vieta che il nostro Paese possa esportare armamenti a un Paese in guerra, come lo è l’Ucraina in questo momento, salvo aver ottenuto, appunto, un permesso concesso dal Parlamento.

Il 1° marzo sia la Camera sia il Senato hanno approvato a larga maggioranza due risoluzioni, per autorizzare l’invio di strumenti militari che consentano all’Ucraina di «esercitare il proprio diritto alla legittima difesa» e di «proteggere» la propria popolazione.

Come anticipato, il primo decreto del Ministero della Difesa è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 2 marzo, mentre il secondo il 27 aprile. Secondo fonti stampa, il governo sarebbe al lavoro per approvare un terzo decreto, con armi più pesanti rispetto a quelle autorizzate finora.

Perché la lista delle armi all’Ucraina è segreta

Nessuno dei due decreti ad oggi firmati dal Ministero della Difesa spiegano perché la lista di armi inviata all’Ucraina sia stata secretata. Il testo di entrambi i provvedimenti, nella sezione “Allegato”, quella che dovrebbe contenere la lista degli armamenti, recitano infatti soltanto: «Se ne omette la pubblicazione in quanto documento classificato».

Il 2 marzo, sulla questione, è intervenuto il ministero guidato da Lorenzo Guerini (Partito democratico) per commentare le indiscrezioni uscite su alcuni quotidiani riguardo il tipo di armi mandato all’Ucraina. ​«In merito alle notizie pubblicate da alcune testate giornalistiche riguardanti il decreto sugli aiuti militari da inviare in Ucraina, si ribadisce che il contenuto dello stesso è stato secretato per ovvi motivi di riservatezza, trattandosi di materiale sensibile», aveva sottolineato il Ministero della Difesa in un comunicato. «Ogni ipotesi pubblicata, dunque, è da considerarsi basata su valutazioni prive di qualsiasi riscontro ufficiale e oggettivo».

Di recente, una motivazione più esplicita sulla segretezza della lista è stata data su Sky Tg24 da Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’Italia e presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), che controlla l’operato dei servizi di intelligence italiani. Secondo Urso, la lista è stata secretata «per non mettere innanzitutto a rischio il nostro Paese» e «per non informare colui che sta aggredendo il popolo ucraino su quello che gli stiamo fornendo». Proprio lo stesso Copasir, il 28 aprile, ha confermato la necessità di mantenere segreta la lista di armi, contenuta nel secondo decreto ministeriale, dopo aver ricevuto in audizione il ministro Guerini. 

Secondo le ricostruzioni giornalistiche fatte in questi giorni, il primo e il secondo decreto sulle armi all’Ucraina conterrebbero tipologie di mezzi, equipaggiamenti e armamenti simili tra loro. Tra questi, ci sarebbero mitragliatrici pesanti e leggere, giubbotti antiproiettile, razioni di cibo giornaliere, munizioni e i missili Stinger. Quest’ultimi sono missili terra-aria, che possono essere sparati tenuti sulle spalle, verso obiettivi aerei che volano a basse quote.

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