Da alcuni giorni è polemica tra il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle. Un articolo di Repubblica del 21 luglio riporta “La sindaca Chiara Appendino non aspira soltanto a mettere a dieta i torinesi incoraggiando l’alimentazione vegetariana e vegana su tutto il territorio cittadino. Prospetta anche di spegnere gli impianti wi-fi, che considera potenzialmente pericolosi per la salute”. Cogliendo la palla al balzo, Renzi e il Pd si sono intromessi, ironizzando sulle politiche della giunta.
Il Fatto Quotidiano è intervenuto facendo notare che sei mesi fa il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato all’unanimità una mozione del Pd proprio sul wi-fi nelle scuole, senza però suscitare la stessa polemica. Vediamo a confronto il programma M5S e la mozione del Pd.
Il programma M5S
Nel programma del Movimento Cinque Stelle per la città di Torino (pag. 23) si legge il seguente passaggio:
In risposta alle polemiche sul “taglio del wi-fi”, Chiara Appendino ha chiarito la propria posizione in un tweet:
La mozione del Pd
A gennaio 2016, con una mozione proposta da Paolo Allemano del Pd, la Giunta regionale piemontese si impegnava a:
-sostituire negli ambienti scolastici e nelle altre strutture pubbliche ove se ne ravvisi la necessità, le reti locali wireless già esistenti con impianti a più bassa emissione di radiazioni che richiedano l’attivazione manuale e utilizzo limitato;
-a costituire un gruppo di lavoro incaricato di approfondire le nuove tecnologie valutandone il carico di radiazioni;
-a predisporre una verifica degli effetti degli strumenti telematici, in dotazione alle scuole piemontesi, su alunne e alunni per stabilire le giuste modalità di utilizzo ai fini di un buon apprendimento adottando le misure necessarie ai fini della tutela della salute e di un apprendimento sano;
-a realizzare campagne d’informazione e sensibilizzazione sui possibili rischi per la salute promuovendo un uso selettivo e consapevole di telefoni cellulari, smartphone e reti WLAN.
Il confronto
Entrambi i documenti propongono dunque di considerare alternative a bassa emissione, di limitare l’uso del wi-fi allo stretto necessario e di approfondire gli impatti sulla salute. La mozione del Pd in particolare allarga esplicitamente il raggio d’azione a cellulari e smartphone, mentre il programma del M5S rimane più sul generale parlando di “impianti di emissione”. Il Pd sostanzia la propria posizione con riferimenti dettagliati a studi clinici sugli effetti nocivi dei campi elettromagnetici, mentre nel programma M5S compare un più generico riferimento all’importanza di monitorare studi di carattere medico-scientifico. Nella sostanza le due visioni appaiono piuttosto simili e, a differenza di quanto suggerito da Renzi, anche il Pd sembra essere parecchio preoccupato “che il wi-fi faccia male”.