Nelle ultime settimane i Paesi della Nato stanno discutendo della possibilità di fornire armi all’Ucraina in grado di colpire obiettivi nel territorio russo. Pochi giorni fa il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dato il permesso all’esercito ucraino di usare i missili statunitensi solo per rispondere agli attacchi provenienti dalla regione vicino a Kharkiv, nel Nord-Est dell’Ucraina. Sul possibile invio di armi simili da parte dell’Italia quasi tutti i partiti del nostro Paese sono contrari, anche quelli che nei loro programmi elettorali per le elezioni europee sostengono la necessità di continuare a supportare l’Ucraina con aiuti militari.
Partiamo dai partiti che sostengono il governo. In un’intervista con il Corriere della Sera, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto che non crede sia «necessario» dare all’esercito ucraino armi in grado di colpire basi in territorio russo. «Credo sia meglio rafforzare la capacità di dotare l’Ucraina di sistemi efficaci di difesa antiaerea», ha dichiarato la leader di Fratelli d’Italia, aggiungendo: «E che questo ci consenta da un parte di tutelare la popolazione civile in Ucraina, dall’altra senza rischiare un’escalation che sarebbe fuori controllo». Una posizione simile è stata espressa dal ministro degli Esteri, e leader di Forza Italia, Antonio Tajani. «Noi rimaniamo impegnati a inviare materiale militare da utilizzare solo sul territorio ucraino, per difesa, e controlliamo che avvenga questo», ha dichiarato Tajani in un’intervista con Il Mattino. «Noi non siamo in guerra con la Russia, ma l’Ucraina si deve difendere». Se Fratelli d’Italia e Forza Italia restano comunque a favore dell’invio di armi all’Ucraina, la posizione della Lega è più ambigua. Nel suo programma per le elezioni europee, il partito di Matteo Salvini ha scritto di voler «sostenere il diritto di autodifesa dell’Ucraina», ma alcuni candidati della Lega al Parlamento europeo si sono schierati apertamente contro un nuovo invio di armi al Paese invaso dalla Russia. Ospite a Porta a Porta su Rai 1, Salvini ha detto di essere d’accordo con Meloni e di essere contrario alla fornitura di armi in grado di colpire obiettivi in Russia. A Quarta Repubblica su Rete 4, il leader della Lega ha ribadito che, secondo lui, la Nato è un’alleanza difensiva e non va usata per «bombardare la Russia» e «uccidere e sparare in Russia».
Tra i partiti all’opposizione favorevoli al sostegno militare all’Ucraina, anche il Partito Democratico si è detto contrario all’uso di armi italiane per colpire basi russe. «Noi siamo estremamente preoccupati da un rischio di un’escalation. Abbiamo sempre sostenuto il diritto alla difesa di un popolo che è stato criminalmente invaso dalla Russia di Putin, ma non vogliamo vedere un ingresso diretto dell’Unione europea in guerra con la Russia», ha dichiarato per esempio la segretaria del PD Elly Schlein, ospite di SkyTG24. Schlein ha espresso la stessa posizione in un’intervista con il Corriere della Sera, anche se nel suo partito esistono comunque posizioni con sfumature diverse. Per esempio l’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha detto a La Stampa che «è legittimo discutere con responsabilità» della possibilità di fornire all’Ucraina armi in grado di colpire obiettivi russi. Nelle liste dei candidati del PD per le elezioni europee c’è anche il candidato indipendente Marco Tarquinio, ex direttore del quotidiano Avvenire, contrario in generale all’invio di armi all’Ucraina.
Il leader di Azione Carlo Calenda ha invece detto al Corriere della Sera che il suo partito è favorevole alla decisione presa, tra gli altri, dagli Stati Uniti. «Con precise regole di ingaggio per evitare di colpire centri abitati, è inevitabile dare la possibilità di fermare gli attacchi russi. Oggi l’Ucraina è in blackout ma resiste. La politica italiana invece non resiste a fare campagna elettorale sulla pelle di chi combatte per la libertà», ha scritto di recente su X Calenda. Il leader di Azione ha criticato il suo ex alleato Matteo Renzi di Italia Viva di non aver preso una posizione altrettanto chiara sulla questione. Ospite di Piazzapulita su La7, Renzi ha comunque detto: «Io penso che questo sia il momento per continuare a offrire tutti gli strumenti bellici necessari all’Ucraina, il momento di continuare con la politica di questi due anni». «La nostra posizione è chiarissima: noi pensiamo che la politica e la diplomazia debbano fare il loro mestiere per cercare una soluzione e che l’Ue debba essere protagonista in questo sforzo. Ma per far questo è necessario ovviamente che l’Ucraina abbia tutti i mezzi e tutte le possibilità di difendersi efficacemente e in ogni modo», ha replicato a Calenda Ivan Scalfarotto, senatore di Italia Viva.
Tra i partiti all’opposizione in Parlamento, sono contrari all’invio di nuove armi di qualsiasi tipo all’Ucraina il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra. Tra le liste che si presentano alle elezioni europee, sono contrarie agli aiuti militari anche quella di “Pace Terra Dignità”, guidata dal giornalista Michele Santoro, e quella di “Libertà” di Cateno De Luca.
Partiamo dai partiti che sostengono il governo. In un’intervista con il Corriere della Sera, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto che non crede sia «necessario» dare all’esercito ucraino armi in grado di colpire basi in territorio russo. «Credo sia meglio rafforzare la capacità di dotare l’Ucraina di sistemi efficaci di difesa antiaerea», ha dichiarato la leader di Fratelli d’Italia, aggiungendo: «E che questo ci consenta da un parte di tutelare la popolazione civile in Ucraina, dall’altra senza rischiare un’escalation che sarebbe fuori controllo». Una posizione simile è stata espressa dal ministro degli Esteri, e leader di Forza Italia, Antonio Tajani. «Noi rimaniamo impegnati a inviare materiale militare da utilizzare solo sul territorio ucraino, per difesa, e controlliamo che avvenga questo», ha dichiarato Tajani in un’intervista con Il Mattino. «Noi non siamo in guerra con la Russia, ma l’Ucraina si deve difendere». Se Fratelli d’Italia e Forza Italia restano comunque a favore dell’invio di armi all’Ucraina, la posizione della Lega è più ambigua. Nel suo programma per le elezioni europee, il partito di Matteo Salvini ha scritto di voler «sostenere il diritto di autodifesa dell’Ucraina», ma alcuni candidati della Lega al Parlamento europeo si sono schierati apertamente contro un nuovo invio di armi al Paese invaso dalla Russia. Ospite a Porta a Porta su Rai 1, Salvini ha detto di essere d’accordo con Meloni e di essere contrario alla fornitura di armi in grado di colpire obiettivi in Russia. A Quarta Repubblica su Rete 4, il leader della Lega ha ribadito che, secondo lui, la Nato è un’alleanza difensiva e non va usata per «bombardare la Russia» e «uccidere e sparare in Russia».
Tra i partiti all’opposizione favorevoli al sostegno militare all’Ucraina, anche il Partito Democratico si è detto contrario all’uso di armi italiane per colpire basi russe. «Noi siamo estremamente preoccupati da un rischio di un’escalation. Abbiamo sempre sostenuto il diritto alla difesa di un popolo che è stato criminalmente invaso dalla Russia di Putin, ma non vogliamo vedere un ingresso diretto dell’Unione europea in guerra con la Russia», ha dichiarato per esempio la segretaria del PD Elly Schlein, ospite di SkyTG24. Schlein ha espresso la stessa posizione in un’intervista con il Corriere della Sera, anche se nel suo partito esistono comunque posizioni con sfumature diverse. Per esempio l’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha detto a La Stampa che «è legittimo discutere con responsabilità» della possibilità di fornire all’Ucraina armi in grado di colpire obiettivi russi. Nelle liste dei candidati del PD per le elezioni europee c’è anche il candidato indipendente Marco Tarquinio, ex direttore del quotidiano Avvenire, contrario in generale all’invio di armi all’Ucraina.
Il leader di Azione Carlo Calenda ha invece detto al Corriere della Sera che il suo partito è favorevole alla decisione presa, tra gli altri, dagli Stati Uniti. «Con precise regole di ingaggio per evitare di colpire centri abitati, è inevitabile dare la possibilità di fermare gli attacchi russi. Oggi l’Ucraina è in blackout ma resiste. La politica italiana invece non resiste a fare campagna elettorale sulla pelle di chi combatte per la libertà», ha scritto di recente su X Calenda. Il leader di Azione ha criticato il suo ex alleato Matteo Renzi di Italia Viva di non aver preso una posizione altrettanto chiara sulla questione. Ospite di Piazzapulita su La7, Renzi ha comunque detto: «Io penso che questo sia il momento per continuare a offrire tutti gli strumenti bellici necessari all’Ucraina, il momento di continuare con la politica di questi due anni». «La nostra posizione è chiarissima: noi pensiamo che la politica e la diplomazia debbano fare il loro mestiere per cercare una soluzione e che l’Ue debba essere protagonista in questo sforzo. Ma per far questo è necessario ovviamente che l’Ucraina abbia tutti i mezzi e tutte le possibilità di difendersi efficacemente e in ogni modo», ha replicato a Calenda Ivan Scalfarotto, senatore di Italia Viva.
Tra i partiti all’opposizione in Parlamento, sono contrari all’invio di nuove armi di qualsiasi tipo all’Ucraina il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra. Tra le liste che si presentano alle elezioni europee, sono contrarie agli aiuti militari anche quella di “Pace Terra Dignità”, guidata dal giornalista Michele Santoro, e quella di “Libertà” di Cateno De Luca.