Presto ci sarà una nuova giornata festiva sul calendario

La Camera ha approvato una proposta per celebrare ogni 4 ottobre San Francesco d’Assisi. Ora manca solo il via libera del Senato
Il ritratto di San Francesco d’Assisi dipinto da Cimabue esposto al Senato in occasione di una mostra a dicembre 2024 – Fonte: ANSA/FABIO FRUSTACI
Il ritratto di San Francesco d’Assisi dipinto da Cimabue esposto al Senato in occasione di una mostra a dicembre 2024 – Fonte: ANSA/FABIO FRUSTACI
Martedì 23 settembre la Camera ha approvato una proposta di legge che vuole rendere il 4 ottobre un giorno festivo, per celebrare la solennità di San Francesco d’Assisi. La proposta di legge è stata approvata a larga maggioranza, con 247 voti favorevoli, otto astenuti e due contrari. Ora il testo passa all’esame del Senato e, se sarà approvato senza modifiche, dal prossimo anno il 4 ottobre sarà a tutti gli effetti un giorno festivo, in cui le attività lavorative si potranno fermare mentre le persone che lavoreranno avranno diritto a una retribuzione maggiore, come già succede per esempio per il Natale o la Festa del lavoro del 1° maggio.

Il 4 ottobre oggi non è un giorno festivo, ma dal 1958 rientra tra le cosiddette “solennità civili”. In questa giornata, al momento si celebrano sia San Francesco d’Assisi che Santa Caterina da Siena, che sono considerati i patroni d’Italia. Se la proposta approvata dalla Camera diventasse legge, Santa Caterina continuerebbe a essere celebrata il 4 ottobre, ma nel suo caso si tratterebbe sempre di una solennità civile. 

Le solennità civili sono diverse dai giorni festivi e anche dalle giornate nazionali. «Le solennità civili non sono giornate festive, perché non prevedono l’interruzione delle attività lavorative, ma prevedono comunque l’esposizione della bandiera italiana degli edifici pubblici», ha spiegato a Pagella Politica Alfonso Celotto, professore di Diritto costituzionale all’Università Roma Tre. Le giornate nazionali prevedono la possibilità per le istituzioni di promuovere campagne di sensibilizzazione su determinati temi, ma non l’interruzione delle attività lavorative, né l’imbandieramento degli edifici pubblici. In questa legislatura, il Parlamento ha già raggiunto un record nell’istituzione di nuovo giornate nazionali.
La proposta di rendere il 4 ottobre un giorno festivo per celebrare San Francesco d’Assisi è stata presentata dal gruppo parlamentare di Noi Moderati, guidato da Maurizio Lupi, che fa parte della maggioranza di centrodestra che sostiene il governo Meloni. Come si legge nella proposta stessa, l’idea di rendere festivo il giorno del 4 ottobre nasce dal fatto che nel 2026 si celebrerà l’ottavo centenario della morte di San Francesco, avvenuta il 3 ottobre 1226. «Nel periodo storico in cui ci troviamo oggi, lacerato da profonde divisioni politiche, disuguaglianze, conflitti internazionali, crisi ambientali, l’esempio di San Francesco invita a riscoprire l’importanza dell’umiltà e del rispetto per le creature viventi, valori essenziali per costruire il bene comune attraverso l’unità e la solidarietà», hanno scritto i firmatari della proposta. In ogni caso, se la proposta fosse approvata definitivamente dal Senato, il 4 ottobre sarebbe il dodicesimo giorno festivo previsto nel calendario italiano, oltre alle domeniche. In ordine di tempo, l’ultima giornata festiva che è stata riconosciuta è stata quella del 2 giugno, giorno della Festa della Repubblica. Quest’ultima è stata riconosciuta come giorno festivo nel 2000, mentre in precedenza era considerata solo come solennità civile.

Una proposta vecchia

Secondo le verifiche di Pagella Politica, l’idea di rendere il 4 ottobre un giorno festivo per celebrare San Francesco d’Assisi non è nuova. Anzi, è piuttosto datata e proposte del genere erano già state presentate oltre vent’anni fa.

Per esempio a gennaio 2002, durante la quattordicesima legislatura, il senatore dell’Unione di Centro Maurizio Ronconi aveva presentato un disegno di legge intitolato “Norme per l’istituzione della festività di San Francesco nella giornata del 4 ottobre», ma non aveva avuto successo dato che il testo non terminò nemmeno l’esame in commissione al Senato. Sempre nella quattordicesima legislatura sono state presentate altre proposte simili, che però non sono state approvate. Negli anni successivi non sono state depositate altre proposte di questo tipo, salvo in questa legislatura, quando alcuni parlamentari sono tornati a chiedere l’istituzione della giornata festiva per San Francesco d’Assisi. Oltre a quella di Noi Moderati sono state presentate altre due proposte, una alla Camera e una al Senato, rispettivamente da Fratelli d’Italia e dalla senatrice del gruppo Misto Giusy Versace.

I costi

Se il 4 ottobre diventerà un giorno festivo le attività lavorative si potranno fermare e le persone che eventualmente andranno al lavoro avranno diritto a godere di una retribuzione più alta per quella giornata. Questo rappresenterà dunque un costo aggiuntivo per le aziende private, ma anche per quelle pubbliche. 

In altre parole, se il 4 ottobre verrà considerato festivo lo Stato dovrà stanziare le risorse necessarie per garantire la retribuzione più alta ai lavoratori del settore pubblico che lavoreranno quel giorno. L’ammontare di queste risorse è stato stabilito nella proposta approvata alla Camera e corrisponde a circa 10,7 milioni di euro l’anno a partire dal 2027 (nel 2026 il 4 ottobre cade di domenica, che è già giorno festivo). In particolare, 1,9 milioni di euro serviranno a coprire le retribuzioni aggiuntive per le forze dell’ordine e i vigili del fuoco, mentre i restanti 8,8 milioni per i lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale, quindi i medici e gli infermieri degli ospedali pubblici. 

Anche per questo dispendio di risorse pubbliche, alla Camera due deputate hanno deciso di votare contro la proposta di istituire la nuova giornata festiva di San Francesco. Si tratta di Giulia Pastorella e Federica Onori, deputate di Azione. «Come Azione avevamo proposto un emendamento per celebrare la giornata di domenica, che è già un giorno festivo. In un momento di “coperta corta” dei conti pubblici, di affaticamento generale del nostro sistema Paese, mi è parso un tema di opportunità e tempismo. Mi pare strano si sia scelto invece di proseguire sulla strada di una nuova festa», ha spiegato Pastorella a Pagella Politica. Al di là di Pastorella e Onori, alla Camera il resto del gruppo di Azione si è astenuto, così come quello di Italia Viva. Gli altri gruppi parlamentari hanno invece votato a favore della nuova giornata festiva, sia quelli della maggioranza sia quelli delle opposizioni.

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