Negli ultimi giorni c’è stata parecchia polemica sulla possibilità di andare a trascorrere le vacanze di Pasqua all’estero, mentre grande parte del nostro Paese è quasi tutto colorato di rosso, con il divieto di spostamenti tra regioni. Il 30 marzo il ministro della Salute Roberto Speranza ha dunque firmato un’ordinanza che dispone un isolamento di cinque giorni, e un successivo tampone, per chi rientra da vacanze fuori dai confini italiani.
Il dibattito sul turismo ha subito riportato di moda uno dei più classici “numeri zombie” della politica italiana, ossia quei numeri che vengono ripetuti in continuazione dai politici nonostante siano esagerati, se non del tutto sbagliati.
In questo ambito una delle statistiche più ripetute è quella secondo cui il turismo genererebbe oltre il 13 per cento del Pil del nostro Paese. Tra gli altri, questa percentuale è stata ripetuta di recente dalla deputata di Forza Italia Deborah Bergamini e dalla deputata del Movimento 5 stelle Sabrina De Carlo. Non manca chi sottolinea questo dato anche tra gli addetti del settore, come successo con Luca Patané, presidente di Confturismo-Confcommercio.
Nel suo discorso di fiducia in Parlamento, lo scorso 17 febbraio, pure il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto che «il turismo prima della pandemia rappresentava il 14 per cento del totale delle nostre attività economiche», aumentando di un punto percentuale la versione più comune del numero.
Come abbiamo spiegato in altre occasioni, però, questa cifra è esagerata perché tiene in considerazione attività dell’indotto che non sono tutte riconducibili al settore turistico. Vediamo nel dettaglio il perché.
Il dibattito sul turismo ha subito riportato di moda uno dei più classici “numeri zombie” della politica italiana, ossia quei numeri che vengono ripetuti in continuazione dai politici nonostante siano esagerati, se non del tutto sbagliati.
In questo ambito una delle statistiche più ripetute è quella secondo cui il turismo genererebbe oltre il 13 per cento del Pil del nostro Paese. Tra gli altri, questa percentuale è stata ripetuta di recente dalla deputata di Forza Italia Deborah Bergamini e dalla deputata del Movimento 5 stelle Sabrina De Carlo. Non manca chi sottolinea questo dato anche tra gli addetti del settore, come successo con Luca Patané, presidente di Confturismo-Confcommercio.
Nel suo discorso di fiducia in Parlamento, lo scorso 17 febbraio, pure il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto che «il turismo prima della pandemia rappresentava il 14 per cento del totale delle nostre attività economiche», aumentando di un punto percentuale la versione più comune del numero.
Come abbiamo spiegato in altre occasioni, però, questa cifra è esagerata perché tiene in considerazione attività dell’indotto che non sono tutte riconducibili al settore turistico. Vediamo nel dettaglio il perché.