In seguito all’appello che la giovane attivista Greta Thunberg ha rivolto ai capi di stato e di governo riuniti all’Onu il 24 settembre, l’opinione pubblica è tornata a discutere dei cambiamenti climatici.
Se da una parte il suo discorso ha acceso un dibattito sulla protezione ambientale, dall’altra è stata l’occasione per tornare a diffondere vere e proprie bufale sui social network. Alcune di queste hanno riguardato direttamente Greta Thunberg. Altre si sono focalizzate sulla battaglia che la sedicenne svedese sta intraprendendo a favore del pianeta.
Per supportare gli argomenti di queste ultime notizie, è tornato a circolare in rete un video diventato virale ormai 5 anni fa. Il video in questione riguarda la testimonianza rilasciata dal professor Carlo Rubbia – premio Nobel per la fisica nel 1984 – nel corso di un’audizione tenutasi nel novembre 2014 al Senato della Repubblica.
Anche se è stato pubblicizzato come la prova che «smonta la grande bufala dei cambiamenti climatici», il video non dimostra che il surriscaldamento globale sia un’invenzione, né che il professor Rubbia sia a favore di questa tesi. Una singola frase pronunciata dal professore, considerata fuori dal contesto, può fornire un’argomentazione agli scettici del cambiamento climatico (e la frase si basa poi su un dato da allora rivisto).
Vediamo perché.
Il pianeta è sempre più caldo
Sebbene il premio Nobel abbia fatto una serie di affermazioni differenti, chi ha diffuso il video in chiave anti-ambientalista sono soliti concentrarsi su una dichiarazione in particolare.
Nello specifico, la prova contro la tesi del surriscaldamento globale deriverebbe dal fatto che – a detta di Rubbia – «dal 2000 al 2014, la temperatura della Terra non è aumentata: essa è diminuita di – 0,2 gradi e noi non abbiamo osservato negli ultimi 15 anni alcun cambiamento climatico di una certa dimensione».
Come però è stato documentato in più occasioni, l’affermazione di Rubbia è errata e si basa su dati dell’epoca poi smentiti.
In primo luogo, i dati più recenti della Nasa mostrano che dal 2000 al 2014 la temperatura della superficie terrestre è aumentata ogni anno rispetto alla media del periodo 1951–1980. Per essere più precisi, dal 2000 al 2014 si sono verificati scostamenti della temperatura di anno in anno più grandi rispetto al periodo di riferimento. Non solo. La Nasa riporta che 18 dei 19 anni più caldi di sempre nella storia della terra sono avvenuti dopo il 2001.
In secondo luogo, l’affermazione di Rubbia si basa su un dato che, per quanto potesse essere vero all’epoca, è ora stato rivisto. In particolare, il dato deriva dal rapporto del 2014 dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), nel quale veniva affermato che la temperatura dal 1998 al 2012 non era aumentata in modo statisticamente significativo.
Come riporta il sito del National oceanic and atmospheric administration (Noaa) – l’agenzia del governo degli Stati Uniti che si occupa del clima – quelle rilevazioni sono state però riviste, e adesso è provato che la temperatura sia effettivamente aumentata anche per quel periodo.
Rubbia e la responsabilità dell’uomo
Contrariamente a quanto il titolo del video vorrebbe far credere, Carlo Rubbia non sembra poi mettere in discussione il fatto che le emissioni causate dall’uomo siano responsabili dei cambiamenti climatici globali.
Al contrario, in più di un’occasione Rubbia sembra collegare le emissioni di Co2 all’aumento delle temperature globali, come quando afferma che «oggi il cambiamento climatico del CO2 registra un aumento esponenziale senza mostrare un’inversione di tendenza; sta crescendo liberamente».
Un’opinione che il premio Nobel per la fisica sembra poi avere da lungo tempo. Il 2014 non era infatti la prima volta in cui Rubbia forniva al Senato il suo parere sulle responsabilità dell’uomo relative al riscaldamento globale.
Già nel 2007 il professore aveva esposto questa sua convinzione ai senatori. Nel corso di un’audizione, facendo riferimento al lavoro dell’Ipcc, Rubbia aveva infatti affermato che «il suo ultimo rapporto ha dimostrato in maniera indubbia che gli effetti antropogenici sono la causa più probabile del cambiamento climatico».
Non c’è quindi alcuna prova del fatto che il premier Nobel consideri il riscaldamento globale una bufala, né del fatto che ritenga l’uomo non responsabile dell’acuirsi di questo fenomeno.
Ciò che, forse, può aver confuso le idee è il fatto che Rubbia abbia affermato in apertura dell’audizione che «il clima della Terra è sempre cambiato». In nessun caso Rubbia sembra però affermare che questo fatto assolva l’essere umano.
«Ministro, batti lei?»
Chiudiamo con una curiosità: Rubbia non ha tratto in inganno solamente gli utenti dei social network. Nel video sembra infatti che anche l’allora ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti condivida l’opinione del premio Nobel.
Sollecitato da Rubbia, Galletti sembra essere d’accordo sul fatto che le temperature non siano aumentate nel periodo 2000–2014, sebbene poi ci tenga a sottolineare che le previsioni per il futuro mostrino una tendenza al rialzo. Bisogna però sottolineare che, all’epoca dei fatti, questa affermazione era confermata dai risultati di una fonte autorevole come l’Ipcc.
Giustizia
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