Che cosa ha votato il Parlamento sul ritorno del nucleare

Sono state approvate due mozioni, una della maggioranza e una di Azione e Italia viva: sebbene non siano vincolanti, chiedono al governo di rispettare alcuni impegni
Ansa
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Il 9 maggio Europa verde ha scritto su Twitter che la Camera dei deputati ha approvato il «ritorno del nucleare da fissione» in Italia, con il sostegno di Azione e Italia viva, due partiti all’opposizione del governo Meloni. Il riferimento è alle due mozioni approvate quel giorno dall’aula della Camera e presentate una dai partiti della maggioranza di centrodestra e l’altra proprio dal gruppo parlamentare di Azione e Italia viva. Le mozioni esaminate dalla Camera sono state cinque e si occupavano di vari temi, dalla decarbonizzazione al ritorno della produzione di energia nucleare. 
La mozione dei partiti che sostengono il governo è stata approvata in tutte le sue parti con il voto favorevole anche dei deputati di Azione-Italia viva [1]. Il testo impegna il governo ad «accelerare il processo di decarbonizzazione dell’Italia», ossia quello per usare sempre meno fonti fossili, e di «valutare l’opportunità di inserire nel mix energetico nazionale anche il nucleare quale fonte alternativa e pulita per la produzione di energia». La mozione chiede poi al governo di «partecipare attivamente, in sede europea e internazionale, a ogni opportuna iniziativa volta ad incentivare lo sviluppo delle nuove tecnologie nucleari» per «includere la produzione di energia atomica di nuova generazione all’interno della politica energetica europea», prevedendo incentivi alla ricerca tecnologica «sui reattori a fissione nucleare innovativi». 

La mozione di Azione-Italia viva, approvata grazie anche ai voti dei partiti di centrodestra [2], è simile nei contenuti a quella della maggioranza. Impegna il governo ad «adottare iniziative per sostenere la ricerca tecnologica sui reattori a fissione nucleare innovativi» e «sulla fusione nucleare, ampliando l’offerta formativa nelle università italiane e incrementando l’attrattività anche per ricercatori e docenti stranieri». Sia la coalizione di centrodestra sia Azione-Italia viva hanno proposto nei loro programmi elettorali il ritorno della produzione di energia nucleare in Italia.

In concreto qual è la portata delle mozioni approvate e quali conseguenze avrà il voto? Le mozioni sono atti con cui i parlamentari impegnano il governo a intervenire su questioni specifiche e secondo una linea precisa. Ma questi atti, una volta approvati, non sono vincolanti: per intenderci, le mozioni non hanno lo stesso valore di una legge. Il governo potrà dunque non rispettarne il contenuto, prendendosi poi un’eventuale responsabilità politica di tale gesto.

Il 9 maggio la Camera ha anche approvato alcune parti, come previsto dal regolamento, delle mozioni presentate dal Partito democratico e dal Movimento 5 stelle. La mozione del gruppo Alleanza Verdi-Sinistra, di cui fanno parte Europa verde e Sinistra italiana, è invece stata bocciata in tutte le sue parti [3]. Il testo impegnava il governo a «rispettare la volontà degli italiani espressa contro il nucleare, con ben due referendum popolari», quelli del 1987 e del 2011, proseguendo comunque «nella ricerca sulla fusione nucleare». Quest’ultimo metodo di produzione è ancora in fase di sperimentazione: come suggerisce il nome, in questo caso l’energia nucleare si ottiene unendo due nuclei di atomo e non dalla separazione, come avviene attualmente con la fissione nucleare.

[1] Le votazioni sulla mozione del centrodestra sono dalla 11 alla 21.

[2] Le votazioni sulla mozione di Azione-Italia viva sono dalla 1 alla 6.

[3] Le votazioni sulla mozione di Alleanza Verdi-Sinistra sono la 22 e la 23.

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