Mercoledì 21 maggio la Camera dei deputati ha discusso e votato alcune mozioni presentate dai partiti sull’evoluzione della situazione nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. L’unica mozione approvata per intero è stata quella dei partiti di maggioranza, che sostengono il governo Meloni. Tutte le altre mozioni sono state bocciate, tranne quella di Italia Viva, approvata solo in parte.
La mozione dei partiti di maggioranza impegna il governo a promuovere, insieme agli alleati europei e internazionali, il dialogo tra Israele e i rappresentanti palestinesi, anche a partire dalle proposte avanzate dai Paesi arabi, con l’obiettivo di avviare la ricostruzione di Gaza, mettere fine alle ostilità e rilanciare un processo di pace fondato sulla coesistenza di due Stati, entro confini riconosciuti. Chiede inoltre di adoperarsi per ottenere un cessate il fuoco immediato, la liberazione degli ostaggi ancora trattenuti da Hamas e la possibilità di fornire aiuti umanitari alla popolazione civile. La mozione sollecita anche un impegno diplomatico per garantire l’accesso degli aiuti alimentari del programma “Food for Gaza” alla Striscia – avviato dal governo italiano – evitando che passino da Hamas. Infine, incoraggia il rafforzamento degli Accordi di Abramo e la realizzazione del corridoio economico IMEC, che coinvolgerebbe anche l’Italia. Gli Accordi di Abramo sono le intese di normalizzazione dei rapporti tra Israele e alcuni Paesi arabi, mentre l’IMEC è la sigla che sta per “Corridoio economico India-Medio Oriente-Europa”.
Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra hanno presentato una mozione comune, che è stata bocciata dall’aula. Il testo impegnava il governo a riconoscere lo Stato di Palestina entro i confini del 1967, con Gerusalemme come capitale condivisa, sostenendo la prospettiva di due Stati che convivano in pace e sicurezza. Invitava a promuovere il riconoscimento della Palestina da parte dell’Unione europea, tutelando allo stesso tempo il diritto alla sicurezza di Israele.
Sul piano internazionale, la mozione dei tre partiti all’opposizione impegnava l’Italia a chiedere un cessate il fuoco immediato, la liberazione degli ostaggi israeliani, la protezione dei civili e la fornitura continua di aiuti a Gaza, oltre alla tutela della tregua in Libano. In più, il testo sosteneva l’iniziativa araba per la futura amministrazione di Gaza, escludendo ipotesi di espulsione della popolazione palestinese. Non solo: la mozione proponeva di interrompere la vendita e l’importazione di armi da e verso Israele, e di promuovere sanzioni contro il governo israeliano e i coloni violenti in Cisgiordania.
Come detto, la mozione di Italia Viva è stata approvata solo in parte. I partiti che sostengono il governo, infatti, hanno deciso di votare contro un capoverso del testo, che impegnava il governo «a condannare fermamente, anche in sede europea, il piano di occupazione militare della Striscia di Gaza avanzato da Benjamin Netanyahu, promuovendo azioni diplomatiche volte a far desistere il Governo israeliano dall’attuazione del piano e a trovare una soluzione pacifica». Gli altri punti approvati della mozione di Italia Viva impegnano il governo, tra le altre cose, a rafforzare il contrasto all’antisemitismo e a «favorire lo sviluppo di un’autorità nazionale palestinese moderata».
Le mozioni sono atti con cui i parlamentari impegnano il governo a intervenire su questioni specifiche e secondo una linea precisa. Ma questi atti, una volta approvati, non sono vincolanti: per intenderci, le mozioni non hanno lo stesso valore di una legge. Il governo potrà dunque non rispettarne il contenuto, prendendosi poi un’eventuale responsabilità politica di tale gesto.
La mozione dei partiti di maggioranza impegna il governo a promuovere, insieme agli alleati europei e internazionali, il dialogo tra Israele e i rappresentanti palestinesi, anche a partire dalle proposte avanzate dai Paesi arabi, con l’obiettivo di avviare la ricostruzione di Gaza, mettere fine alle ostilità e rilanciare un processo di pace fondato sulla coesistenza di due Stati, entro confini riconosciuti. Chiede inoltre di adoperarsi per ottenere un cessate il fuoco immediato, la liberazione degli ostaggi ancora trattenuti da Hamas e la possibilità di fornire aiuti umanitari alla popolazione civile. La mozione sollecita anche un impegno diplomatico per garantire l’accesso degli aiuti alimentari del programma “Food for Gaza” alla Striscia – avviato dal governo italiano – evitando che passino da Hamas. Infine, incoraggia il rafforzamento degli Accordi di Abramo e la realizzazione del corridoio economico IMEC, che coinvolgerebbe anche l’Italia. Gli Accordi di Abramo sono le intese di normalizzazione dei rapporti tra Israele e alcuni Paesi arabi, mentre l’IMEC è la sigla che sta per “Corridoio economico India-Medio Oriente-Europa”.
Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra hanno presentato una mozione comune, che è stata bocciata dall’aula. Il testo impegnava il governo a riconoscere lo Stato di Palestina entro i confini del 1967, con Gerusalemme come capitale condivisa, sostenendo la prospettiva di due Stati che convivano in pace e sicurezza. Invitava a promuovere il riconoscimento della Palestina da parte dell’Unione europea, tutelando allo stesso tempo il diritto alla sicurezza di Israele.
Sul piano internazionale, la mozione dei tre partiti all’opposizione impegnava l’Italia a chiedere un cessate il fuoco immediato, la liberazione degli ostaggi israeliani, la protezione dei civili e la fornitura continua di aiuti a Gaza, oltre alla tutela della tregua in Libano. In più, il testo sosteneva l’iniziativa araba per la futura amministrazione di Gaza, escludendo ipotesi di espulsione della popolazione palestinese. Non solo: la mozione proponeva di interrompere la vendita e l’importazione di armi da e verso Israele, e di promuovere sanzioni contro il governo israeliano e i coloni violenti in Cisgiordania.
Come detto, la mozione di Italia Viva è stata approvata solo in parte. I partiti che sostengono il governo, infatti, hanno deciso di votare contro un capoverso del testo, che impegnava il governo «a condannare fermamente, anche in sede europea, il piano di occupazione militare della Striscia di Gaza avanzato da Benjamin Netanyahu, promuovendo azioni diplomatiche volte a far desistere il Governo israeliano dall’attuazione del piano e a trovare una soluzione pacifica». Gli altri punti approvati della mozione di Italia Viva impegnano il governo, tra le altre cose, a rafforzare il contrasto all’antisemitismo e a «favorire lo sviluppo di un’autorità nazionale palestinese moderata».
Le mozioni sono atti con cui i parlamentari impegnano il governo a intervenire su questioni specifiche e secondo una linea precisa. Ma questi atti, una volta approvati, non sono vincolanti: per intenderci, le mozioni non hanno lo stesso valore di una legge. Il governo potrà dunque non rispettarne il contenuto, prendendosi poi un’eventuale responsabilità politica di tale gesto.