Come cambierà il Movimento 5 Stelle

Non ci saranno più il garante e il limite dei due mandati, e le altre novità approvate dagli iscritti
Ansa
Ansa
Domenica 24 novembre si è conclusa l’Assemblea costituente del Movimento 5 Stelle, voluta dal presidente Giuseppe Conte per rilanciare il partito dopo gli ultimi deludenti risultati alle elezioni europee e regionali. Al termine dell’evento finale, tenutosi al Palazzo dei Congressi dell’Eur di Roma, sono stati annunciati i risultati della consultazione online degli iscritti al Movimento 5 Stelle, che hanno votato 40 quesiti sulla riorganizzazione del partito (qui sono consultabili i risultati sui quesiti).

Gli aventi diritto al voto erano circa 89 mila, ma l’affluenza sui vari quesiti non è stata omogenea: i quesiti che riguardavano le modifiche dello Statuto del partito hanno avuto l’affluenza più alta (61,2 per cento), mentre i quesiti sull’organizzazione territoriale quella più bassa (51,5 per cento).

L’eliminazione del garante

La maggioranza dei votanti (63 per cento) ha deciso di eliminare la figura del garante del Movimento 5 Stelle, ruolo attualmente ricoperto dal fondatore del partito, Beppe Grillo. In base allo Statuto, il garante è «il custode dei valori fondamentali dell’azione politica del Movimento 5 Stelle», ha il potere «di interpretazione autentica e non sindacabile» dello Statuto stesso e di indire votazioni tra gli iscritti per la sfiducia al presidente. La maggioranza dei votanti ha deciso che i poteri del garante dovranno ora essere assegnati a «un organo collegiale appositamente eletto». 

Secondo fonti stampa, Grillo potrebbe fare ricorso contro l’eliminazione del ruolo del garante: in più occasioni, infatti, il fondatore del Movimento 5 Stelle ha detto che Conte vuole trasformare il movimento in un partito personale. Dal canto suo, l’ex presidente del Consiglio ha sempre respinto questa accusa e ha difeso la possibilità di affidare agli iscritti le decisioni sul futuro del partito.

La modifica del limite dei due mandati

Sin dalle sue origini il Movimento 5 Stelle ha imposto ai suoi eletti, dai consiglieri comunali ai parlamentari, l’obbligo di ricoprire un incarico al massimo per due mandati. All’inizio questa regola era stata pensata per evitare che gli eletti facessero della politica una vera e propria “professione”, ma negli anni è stata sempre più messa in discussione da esponenti di primo piano del partito.

Il 72 per cento dei votanti all’Assemblea costituente ha così votato a favore della modifica del limite dei due mandati. A sua volta, la maggioranza dei votanti ha stabilito che il limite va aumentato a tre mandati; che il limite va limitato «a ciascun livello istituzionale»; e che il limite deve tenere conto solo dei mandati portati a termine. In più, è stata approvata la possibilità eliminare il limite a livello comunale e la possibilità di introdurre «deroghe» al limite se proposte dagli organi di vertice o dai gruppi territoriali. 

In ogni caso, ha spiegato in un’intervista con La Stampa la vicepresidente vicaria del Movimento 5 Stelle Paola Taverna, «sulle differenti proposte per superare il limite dei mandati ci sarà un confronto approfondito in Consiglio nazionale», un organismo che supporta il presidente.

Il posizionamento politico e le alleanze

Nella consultazione online, agli iscritti al Movimento 5 Stelle è stato chiesto se dichiararsi «progressisti indipendenti»; se «non dichiarare alcun posizionamento»; oppure se dichiararsi «forza di sinistra» o «progressista». La prima opzione ha preso più voti delle altre (il 37 per cento) e – si legge tra le opzioni di voto – si basa «sul presupposto che, in opposizione alle forze di destra, esiste un ampio spazio politico, progressista, legittimamente occupato dal movimento, forza autenticamente democratica e pacifista, non riducibile solo alle più tradizionali forze di sinistra».

Oltre l’81 per cento dei votanti si è schierato contro il divieto di formare alleanze politiche con altri partiti. L’82,7 per cento ha poi votato che, in caso di alleanze, queste debbano essere condizionate «all’elaborazione di un documento che dichiari i valori e i punti programmatici non negoziabili del movimento da far sottoscrivere alle forze politiche che intendano allearsi con il movimento». Il 92,5 per cento vuole condizionare le alleanze «alla condivisione di un accordo programmatico preciso», e il 68,5 per cento ha detto di essere d’accordo a «condizionare le alleanze alla ratifica della base degli iscritti».

I temi

Oltre che sull’organizzazione del partito, gli iscritti al Movimento 5 Stelle si sono espressi anche su nove documenti tematici in cui sono state sintetizzate decine di proposte politiche specifiche, individuate durante le prime due fasi dell’Assemblea costituente, tenutesi tra agosto e ottobre. I nove temi hanno riguardato: la sanità, l’evasione fiscale, la «politica di pace» e l’Europa, la giustizia, la transizione ecologica, l’economia e il lavoro «dignitoso», la scuola, gli equilibri territoriali, e l’università e la ricerca. Tutti i documenti di sintesi sono stati approvati dalla stragrande maggioranza dei votanti, con percentuali tra il 93,1 e il 97,2 per cento. 

Oltre ai documenti di sintesi, gli iscritti al Movimento 5 Stelle hanno potuto dire la loro su alcune proposte, che sono state tutte approvate dagli iscritti, la maggioranza delle quali con percentuali dei voti favorevoli piuttosto elevate. Tra queste ci sono l’introduzione di una legge sul “fine vita”, l’abolizione del numero chiuso a medicina e la legalizzazione della cannabis. L’abolizione progressiva del denaro contante e la creazione di un esercito comune europeo sono le due proposte che, seppure approvate, hanno raccolto il sostegno più basso, intorno al 65 per cento dei votanti.

SOSTIENI PAGELLA

Leggi ogni giorno la newsletter con le notizie più importanti sulla politica italiana. Ricevi le nostre guide eBook sui temi del momento.
ATTIVA LA PROVA GRATUITA
Newsletter

I Soldi dell’Europa

Il lunedì, ogni due settimane
Il lunedì, le cose da sapere sugli oltre 190 miliardi di euro che l’Unione europea darà all’Italia entro il 2026.

Ultimi articoli