Il 27 aprile la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime le regole che non consentono ai genitori di dare al figlio, di comune accordo, solo il cognome della madre, e che obbligano a usare il solo cognome del padre, anziché quello di entrambi i genitori, in caso di mancato accordo. Secondo i giudici, la norma che attribuisce automaticamente ai figli il cognome del padre è «discriminatoria e lesiva» dell’identità del figlio – ha spiegato un comunicato dell’ufficio stampa della Corte costituzionale – dal momento che il cognome «costituisce elemento fondamentale dell’identità personale».
«La regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due», hanno deciso i giudici, che però hanno specificato come sia ora «compito del legislatore», ossia del Parlamento, di regolare tutti gli aspetti connessi a questa decisione.
L’annuncio non arriva nel vuoto: da anni nel nostro Paese si discute della necessità di cambiare le regole sull’assegnazione dei cognomi ai figli e in passato la stessa Corte costituzionale era intervenuta sul tema, non trovando però risposta dal Parlamento. Ora però le cose potrebbero cambiare.
«La regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due», hanno deciso i giudici, che però hanno specificato come sia ora «compito del legislatore», ossia del Parlamento, di regolare tutti gli aspetti connessi a questa decisione.
L’annuncio non arriva nel vuoto: da anni nel nostro Paese si discute della necessità di cambiare le regole sull’assegnazione dei cognomi ai figli e in passato la stessa Corte costituzionale era intervenuta sul tema, non trovando però risposta dal Parlamento. Ora però le cose potrebbero cambiare.