Il 17 novembre, durante l’evento conclusivo delle Giornate della formazione italiana nel mondo, il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha annunciato che il governo istituirà un «tavolo tecnico» per favorire «l’espansione della cultura italiana all’estero». Valditara ha anche aggiunto che l’italiano è «la quarta lingua più studiata al mondo», una dichiarazione poi rilanciata su Twitter dal ministro.
Questa storia circola da anni e, come abbiamo spiegato con l’aiuto di vari esperti in un approfondimento del 2019, è priva di fondamento. Detta in parole semplici, si tratta di una bufala.
Partiamo dal presupposto che conoscere il numero delle persone che studiano una determinata lingua nel mondo è praticamente impossibile. Chi lo sa, per esempio, quante persone in Afghanistan studiano il russo o il cinese in Tanzania. Nessuno lo sa e potrà mai saperlo con precisione perché non esistono statistiche così accurate per avere una classifica a livello mondiale delle lingue più studiate.
Lo studio dell’italiano, a cui ha fatto riferimento Valditara, è stato oggetto di un grande fraintendimento. In breve, circa vent’anni fa è uscita una ricerca in base alla quale l’italiano non era la «quarta lingua più studiata al mondo», ma la quarta più studiata come seconda scelta tra le persone raggiunte dagli Istituti italiani di cultura attivi nel mondo; la seconda più studiata come terza scelta; e la prima più studiata come quarta scelta.
Dunque, quella statistica riguardava una piccolissima minoranza di persone che, nella loro vita, arrivano a studiare quattro lingue. E per di più in un campione non rappresentativo, perché raccolto all’interno della rete diplomatica di strutture che ospitavano lettori di italiano, quindi già fortemente orientati verso la nostra lingua.
Anche i dati europei smentiscono tutto questo entusiasmo sullo studio della lingua italiana. Tra i Paesi membri dell’Unione europea, meno del 4 per cento degli studenti nelle scuole secondarie superiori, per esempio, studia l’italiano come lingua straniera, dietro l’inglese, lo spagnolo, il francese e il tedesco. Nell’Ue l’italiano è studiato a scuola soprattutto a Malta, in Austria e in Croazia.
Questa storia circola da anni e, come abbiamo spiegato con l’aiuto di vari esperti in un approfondimento del 2019, è priva di fondamento. Detta in parole semplici, si tratta di una bufala.
Partiamo dal presupposto che conoscere il numero delle persone che studiano una determinata lingua nel mondo è praticamente impossibile. Chi lo sa, per esempio, quante persone in Afghanistan studiano il russo o il cinese in Tanzania. Nessuno lo sa e potrà mai saperlo con precisione perché non esistono statistiche così accurate per avere una classifica a livello mondiale delle lingue più studiate.
Lo studio dell’italiano, a cui ha fatto riferimento Valditara, è stato oggetto di un grande fraintendimento. In breve, circa vent’anni fa è uscita una ricerca in base alla quale l’italiano non era la «quarta lingua più studiata al mondo», ma la quarta più studiata come seconda scelta tra le persone raggiunte dagli Istituti italiani di cultura attivi nel mondo; la seconda più studiata come terza scelta; e la prima più studiata come quarta scelta.
Dunque, quella statistica riguardava una piccolissima minoranza di persone che, nella loro vita, arrivano a studiare quattro lingue. E per di più in un campione non rappresentativo, perché raccolto all’interno della rete diplomatica di strutture che ospitavano lettori di italiano, quindi già fortemente orientati verso la nostra lingua.
Anche i dati europei smentiscono tutto questo entusiasmo sullo studio della lingua italiana. Tra i Paesi membri dell’Unione europea, meno del 4 per cento degli studenti nelle scuole secondarie superiori, per esempio, studia l’italiano come lingua straniera, dietro l’inglese, lo spagnolo, il francese e il tedesco. Nell’Ue l’italiano è studiato a scuola soprattutto a Malta, in Austria e in Croazia.