Martedì 5 dicembre il Senato ha approvato in via definitiva la legge sul diritto al cosiddetto “oblio oncologico”. Il testo ha ricevuto solo voti favorevoli, come avvenuto alla Camera ad agosto, e vuole rafforzare la prevenzione delle discriminazioni delle persone che hanno avuto un tumore. Queste discriminazioni, per esempio, avvengono quando una persona guarita deve chiedere un prestito in banca o un’assicurazione. Già nella scorsa legislatura erano state presentate proposte simili e ora, a oltre un anno dall’inizio dell’attuale legislatura, il provvedimento è stato definitivamente approvato, dopo che sono state unite varie proposte sullo stesso tema.
La nuova legge è composta da cinque articoli. Il primo articolo definisce che cosa vuol dire «diritto all’oblio oncologico»: è il «il diritto delle persone guarite da una patologia oncologica di non fornire informazioni né subire indagini in merito alla propria pregressa condizione patologica», nei casi stabiliti dalla nuova legge.
Tra i casi non rientra (art. 2) solo la stipula di contratti per servizi bancari o assicurativi, ma anche «ogni altro tipo di contratto» tra privati, se le informazioni sullo stato di salute richieste da una delle due parti che stipula il contratto possono influenzare le condizioni e i termini del contratto. Il diritto all’oblio oncologico vale se la persona è guarita, ossia se non ha avuto episodi di recidiva nei dieci anni precedenti alla stipula del contratto. Come spiega un dossier del Senato, con il termine “recidiva” l’Istituto superiore di sanità (ISS) fa riferimento alla ricomparsa dei sintomi di una malattia in via di guarigione o che sembrava apparentemente guarita (un sinonimo spesso utilizzato è quello di “ricaduta”).
Il periodo di dieci anni è ridotto a cinque anni per le persone che hanno avuto una diagnosi di tumore prima dei 21 anni di età. Alle banche, agli istituti di credito, alle imprese di assicurazione e agli intermediari finanziari e assicurativi è vietato richiedere ai clienti che rispettano le condizioni precedenti di effettuare visite mediche di controllo o altri accertamenti sanitari.
La nuova legge interviene (art. 3) poi sui criteri che consentono alle persone di ricevere in adozione o in affidamento un bambino. Al momento le norme prevedono alcune indagini che possono essere condotte sullo stato di salute di chi intende adottare: le nuove disposizioni introdotte per l’oblio oncologico varranno anche in questo ambito. Inoltre il diritto all’oblio dovrà essere applicato (art. 4) alle procedure di selezione nei concorsi.
Il percorso legislativo sull’oblio oncologico non è comunque ancora completo. Dopo la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con cui la nuova legge sarà promulgata, il Ministero della Salute avrà due mesi di tempo per stabilire nei dettagli con un decreto come certificare quando un paziente ha diritto all’oblio oncologico.
Secondo i dati più aggiornati dell’Istituto superiore di sanità, nel 2022 in Italia sono state stimate oltre 390 mila diagnosi di cancro, di cui il 52 per cento negli uomini, un numero in aumento rispetto al 2020. Secondo le elaborazioni più recenti della Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, basate su dati Istat e sulle stime dell’ISS, nel 2021 i morti per tumore nel nostro Paese sono stati oltre 181 mila, di cui il 55 per cento uomini, in calo rispetto all’anno precedente.
La nuova legge è composta da cinque articoli. Il primo articolo definisce che cosa vuol dire «diritto all’oblio oncologico»: è il «il diritto delle persone guarite da una patologia oncologica di non fornire informazioni né subire indagini in merito alla propria pregressa condizione patologica», nei casi stabiliti dalla nuova legge.
Tra i casi non rientra (art. 2) solo la stipula di contratti per servizi bancari o assicurativi, ma anche «ogni altro tipo di contratto» tra privati, se le informazioni sullo stato di salute richieste da una delle due parti che stipula il contratto possono influenzare le condizioni e i termini del contratto. Il diritto all’oblio oncologico vale se la persona è guarita, ossia se non ha avuto episodi di recidiva nei dieci anni precedenti alla stipula del contratto. Come spiega un dossier del Senato, con il termine “recidiva” l’Istituto superiore di sanità (ISS) fa riferimento alla ricomparsa dei sintomi di una malattia in via di guarigione o che sembrava apparentemente guarita (un sinonimo spesso utilizzato è quello di “ricaduta”).
Il periodo di dieci anni è ridotto a cinque anni per le persone che hanno avuto una diagnosi di tumore prima dei 21 anni di età. Alle banche, agli istituti di credito, alle imprese di assicurazione e agli intermediari finanziari e assicurativi è vietato richiedere ai clienti che rispettano le condizioni precedenti di effettuare visite mediche di controllo o altri accertamenti sanitari.
La nuova legge interviene (art. 3) poi sui criteri che consentono alle persone di ricevere in adozione o in affidamento un bambino. Al momento le norme prevedono alcune indagini che possono essere condotte sullo stato di salute di chi intende adottare: le nuove disposizioni introdotte per l’oblio oncologico varranno anche in questo ambito. Inoltre il diritto all’oblio dovrà essere applicato (art. 4) alle procedure di selezione nei concorsi.
Il percorso legislativo sull’oblio oncologico non è comunque ancora completo. Dopo la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con cui la nuova legge sarà promulgata, il Ministero della Salute avrà due mesi di tempo per stabilire nei dettagli con un decreto come certificare quando un paziente ha diritto all’oblio oncologico.
Secondo i dati più aggiornati dell’Istituto superiore di sanità, nel 2022 in Italia sono state stimate oltre 390 mila diagnosi di cancro, di cui il 52 per cento negli uomini, un numero in aumento rispetto al 2020. Secondo le elaborazioni più recenti della Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, basate su dati Istat e sulle stime dell’ISS, nel 2021 i morti per tumore nel nostro Paese sono stati oltre 181 mila, di cui il 55 per cento uomini, in calo rispetto all’anno precedente.