Poco dopo la mezzanotte del 20 marzo, la Camera ha approvato in via definitiva la proposta di legge di Forza Italia che introduce un limite alla durata delle intercettazioni giudiziarie. I partiti che sostengono il governo Meloni hanno votato a favore del testo, già approvato dal Senato lo scorso ottobre, mentre il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra hanno votato contro. Tutti i deputati di Azione e Italia Viva – un tempo alleati – non hanno partecipato al voto, tranne due (uno si è astenuto, un’altra ha votato a favore).
Il provvedimento modifica l’articolo 267 del codice di procedura penale, che disciplina le modalità con cui i pubblici ministeri possono intercettare le persone indagate. In base all’articolo attualmente in vigore, il giudice concede al pubblico ministero la possibilità di svolgere intercettazioni per una durata di 15 giorni, che può essere rinnovata per periodi successivi di 15 giorni se il giudice ritiene che ci siano «gravi indizi di reato» e l’intercettazione sia considerata «indispensabile». Il nuovo articolo, riformulato, fissa un limite complessivo di 45 giorni alla durata delle intercettazioni. Se le intercettazioni riguardano reati di criminalità organizzata e terrorismo, questo limite non si applica, e le intercettazioni possono essere rinnovate illimitatamente ogni 15 giorni.
Il provvedimento è stato criticato dai partiti all’opposizione. «Non è sbagliato il fatto di pensare di porre un termine rispetto a quanto, invece, a oggi era previsto dalla normativa, così come non è sbagliata una specifica e precisa motivazione», ha detto nelle dichiarazione di voto finale Devis Dori, capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra in Commissione Giustizia. «Tuttavia, quello che noi contestiamo è il come è stato fatto, sia in termini di durata massima delle intercettazioni sia anche rispetto alle modalità di motivazione».
Secondo Alleanza Verdi-Sinistra, il limite di 45 giorni è troppo breve per condurre pienamente le intercettazioni, che richiederebbero più tempo per essere svolte in modo ottimale. La stessa critica è stata espressa dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle, che durante l’esame in Commissione Giustizia avevano presentato emendamenti per aumentare il limite di tempo dedicato alle intercettazioni. Gli emendamenti sono stati però bocciati dai partiti che sostengono il governo.
Al contrario, secondo i partiti di maggioranza, la limitazione delle durata delle intercettazione è necessaria per garantire la privacy dei cittadini. «Questa legge rappresenta un passo ulteriore verso un Paese più rispettoso delle libertà dei propri cittadini», ha detto per esempio il deputato di Forza Italia Pietro Pittalis.
Antonio D’Alessio, l’unico deputato di Azione ad aver partecipato al voto, astenendosi, ha detto di essere favorevole a una limitazione della durata delle intercettazioni, ma per lui quella voluta dai partiti di centrodestra è «eccessiva».
Il provvedimento modifica l’articolo 267 del codice di procedura penale, che disciplina le modalità con cui i pubblici ministeri possono intercettare le persone indagate. In base all’articolo attualmente in vigore, il giudice concede al pubblico ministero la possibilità di svolgere intercettazioni per una durata di 15 giorni, che può essere rinnovata per periodi successivi di 15 giorni se il giudice ritiene che ci siano «gravi indizi di reato» e l’intercettazione sia considerata «indispensabile». Il nuovo articolo, riformulato, fissa un limite complessivo di 45 giorni alla durata delle intercettazioni. Se le intercettazioni riguardano reati di criminalità organizzata e terrorismo, questo limite non si applica, e le intercettazioni possono essere rinnovate illimitatamente ogni 15 giorni.
Il provvedimento è stato criticato dai partiti all’opposizione. «Non è sbagliato il fatto di pensare di porre un termine rispetto a quanto, invece, a oggi era previsto dalla normativa, così come non è sbagliata una specifica e precisa motivazione», ha detto nelle dichiarazione di voto finale Devis Dori, capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra in Commissione Giustizia. «Tuttavia, quello che noi contestiamo è il come è stato fatto, sia in termini di durata massima delle intercettazioni sia anche rispetto alle modalità di motivazione».
Secondo Alleanza Verdi-Sinistra, il limite di 45 giorni è troppo breve per condurre pienamente le intercettazioni, che richiederebbero più tempo per essere svolte in modo ottimale. La stessa critica è stata espressa dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle, che durante l’esame in Commissione Giustizia avevano presentato emendamenti per aumentare il limite di tempo dedicato alle intercettazioni. Gli emendamenti sono stati però bocciati dai partiti che sostengono il governo.
Al contrario, secondo i partiti di maggioranza, la limitazione delle durata delle intercettazione è necessaria per garantire la privacy dei cittadini. «Questa legge rappresenta un passo ulteriore verso un Paese più rispettoso delle libertà dei propri cittadini», ha detto per esempio il deputato di Forza Italia Pietro Pittalis.
Antonio D’Alessio, l’unico deputato di Azione ad aver partecipato al voto, astenendosi, ha detto di essere favorevole a una limitazione della durata delle intercettazioni, ma per lui quella voluta dai partiti di centrodestra è «eccessiva».