No, la Lega non ha vietato la farina di grillo nelle mense scolastiche

Lo ha scritto una parlamentare europea del partito di Salvini, ma le cose non stanno così
Pagella Politica
Il 5 marzo la parlamentare europea della Lega Isabella Tovaglieri ha scritto su Facebook che è stata approvata una mozione del suo partito «contro l’uso della farina di grillo nelle mense scolastiche». «Da una parte abbiamo una sinistra che vieta la carne di maiale nelle scuole (per accontentare le famiglie islamiche) e dall’altra la Lega che vieta la farina di grillo nelle mense. Voi da che parte state?», ha commentato Tovaglieri.

Abbiamo controllato e non è vero che la Lega ha «vietato» la farina di grillo nelle mense scolastiche. Le cose non stanno come dice la parlamentare europea della Lega.

Che cosa ha votato la commissione della Camera

Il 5 marzo nella Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera è stata votata una risoluzione presentata a fine gennaio dal deputato della Lega Rossano Sasso, che è stato sottosegretario all’Istruzione del governo Draghi. Inizialmente la risoluzione di Sasso chiedeva di impegnare il governo su due punti: a «proseguire la sensibilizzazione nelle scuole sull’importanza di una corretta alimentazione che non può prescindere dal consumo di prodotti a filiera corta»; e «a stilare un protocollo d’intesa fra i Ministeri dell’Istruzione e del Merito, dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e della Salute, affinché sia bandito l’uso dei novel food nelle mense scolastiche». Tra questi novel food rientrano anche alcuni prodotti a base di farina di insetti, il cui consumo è stato approvato dall’Unione europea.

In commissione il governo ha dato il proprio parere favorevole alla risoluzione, a condizione però che il testo fosse modificato. La richiesta è stata accolta dallo stesso Sasso e così è stata approvata una risoluzione con delle conclusioni diverse rispetto a quelle inizialmente presentate dal deputato della Lega. La risoluzione approvata dalla commissione impegna in primo luogo il governo a «rafforzare l’attività di sensibilizzazione nelle scuole sull’importanza di una corretta alimentazione che deve prevedere anche il consumo di prodotti a filiera corta». E questo primo punto è rimasto molto simile a quello visto sopra, mentre il secondo punto è cambiato parecchio.

In secondo luogo, infatti, la risoluzione impegna il governo ad aprire un tavolo di confronto con i tre ministeri già citati per «avviare un’approfondita riflessione sull’impiego di novel food nelle mense scolastiche». Questa riflessione dovrà essere «fondata su un approccio che tenga conto non solo degli aspetti di sicurezza alimentare e nutrizionale ma anche di quelli legati alla diffusione e alla difesa dei valori della dieta mediterranea, basata sul consumo di prodotti locali e stagionali e che rappresenta il paradigma che consente di conciliare un’alimentazione sana e consapevole con la sicurezza dei prodotti e la tutela dell’ambiente». Dunque il divieto di usare novel food nelle mense è sparito dalla risoluzione approvata in commissione, che non ha ricevuto il supporto del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle e dell’Alleanza Verdi-Sinistra, secondo cui le priorità sono altre, come si legge dal resoconto sommario della seduta in commissione.

Lo stesso Sasso ha pubblicato una grafica su Facebook per festeggiare il voto sulla risoluzione, sebbene il testo sia stato modificato. «No alla farina di insetti nelle mense scolastiche. Se le mangino a Bruxelles queste schifezze», si legge nella grafica. In realtà, come abbiamo visto, non è stato introdotto nessun divieto e il deputato della Lega ha scritto correttamente nel post sul social network che la risoluzione impegna il governo a «sensibilizzare sul cibo a filiera corta nelle mense scolastiche e ad avviare un tavolo di confronto sul novel food nelle mense». Non a vietare questi prodotti.
In ogni caso ricordiamo che con le risoluzioni le commissioni parlamentari e le due aule del Parlamento possono esprimere un indirizzo al governo su un determinato tema, ma questi provvedimenti non sono giuridicamente vincolanti. Se volesse vietare l’uso di novel food nelle mense scolastiche, il governo dovrebbe approvare una legge, che con molta probabilità violerebbe però le normative europee che ne hanno autorizzato il consumo.

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