Il 2 aprile, nel primo pomeriggio, la pagina ufficiale Facebook della Lega ha pubblicato una foto della ex presidente della Camera Laura Boldrini (Pd), con scritto: «“Non c’è femminile nell’autocertificazione”. Ecco le emergenze secondo la Boldrini!». L’immagine è accompagnata anche dalla didascalia: «Le priorità della Boldrini……».
Su Twitter e su Facebook, Boldrini ha commentato il post della Lega dicendo che si tratta di una «bufala», ricevendo il sostegno di colleghe come la deputata Monica Cirinnà, che su Fb ha scritto: «Ancora falsità, ancora odio, ancora una donna sotto attacco».
Abbiamo verificato e così come riportata dalla Lega – e da alcuni quotidiani – si tratta di una notizia falsa: l’ex presidente della Camera non ha infatti mai detto che l’assenza del femminile nel modulo di autocertificazione è un’«emergenza», o che la sua introduzione deve essere una «priorità».
Vediamo meglio i dettagli.
Gli articoli dei giornali contro Boldrini
Il riferimento della Lega è al modulo di autocertificazione – cambiato già diverse volte dal governo – che deve essere usato in questi giorni per giustificare eventuali spostamenti personali una volta fermati dalle autorità.
Il 1° aprile Il Giornale aveva pubblicato online un articolo dal titolo: “Virus, la priorità della Boldrini: ‘Non c’è femminile nel modulo’”. Il titolo è stato poi modificato nella serata del giorno dopo in: “Autocertificazione al femminile? Boldrini: ‘Strumentalizzazioni’”, con un avvertimento all’inizio del pezzo. «Update: inizialmente avevamo erroneamente attribuito alla Boldrini frasi che poi si sono rivelate non vere, per questo ci scusiamo con la diretta interessata e con i lettori», scrive Il Giornale.
Sul quotidiano Libero rimane invece online un pezzo del 2 aprile in cui si legge che «a Laura Boldrini non piace il modulo dell’auto-certificazione da coronavirus. Questione di… genere: sarebbe poco “inclusiva”». Così come un articolo su Il Secolo d’Italia che dice: «Per la Boldrini la vera emergenza coronavirus è l’autocertificazione “maschilista”».
Andiamo allora a ricostruire come sono andate esattamente le cose.
Che cosa ha detto davvero Boldrini
Il 1° aprile Boldrini è stata ospite al programma radiofonico Un giorno da pecora su Rai Radio1, in cui ha parlato dell’emergenza coronavirus e di quanto fatto finora dal governo.
Durante le varie domande, il conduttore Giorgio Lauro ha introdotto anche la questione dell’autocertificazione, dicendo: «In questi giorni, in rete, è girata un po’ una polemica riguardo l’autocertificazione, che qualcuno sostiene sia discriminatoria in quanto sia declinata solo al maschile».
In effetti, se si va sul sito del Ministero dell’Interno, si scopre che il modulo di autocertificazione è declinato solo al maschile.
Lauro è stato subito interrotto dall’altra conduttrice del programma, Geppi Cucciari, che ha chiesto a Boldrini se si fosse «accorta» di questa questione.
«Non me ne sono accorta», ha risposto Boldrini. «Adesso le diamo questo dolore in un momento già difficile», ha replicato Cucciari con ironia, ricordando implicitamente quando in passato l’ex presidente della Camera si era battuta per la parità di genere linguistica in Parlamento.
«Lauro, io penso che purtroppo non scatta ancora questo automatismo che ci sono genere maschile e genere femminile», ha replicato Boldrini. «Però ci arriveremo, sono ottimista, ci si arriverà. Non costa niente mettere o/a, così nessuno si sente escluso, però vedo che ancora si fa molta fatica a recepire questo semplice concetto».
Dunque, Boldrini non ha detto che il femminile nel modulo di autocertificazione è una «priorità», o la sua assenza un’«emergenza»: ha risposto a una domanda dei conduttori, specificando di non essere al corrente della specifica questione, in una intervista in cui si è parlato di vari temi, esprimendo quindi una posizione a livello generale che porta avanti da tempo.
In conclusione
Secondo la Lega – e alcuni quotidiani italiani – l’ex presidente della Camera Laura Boldrini si sarebbe lamentata dell’assenza del femminile dal modulo di autocertificazione, ritenendo una «priorità» la sua introduzione o un’«emergenza» la sua assenza.
Le cose però non sono andate così.
In radio, Boldrini ha risposto a una domanda in cui ha detto di non essere al corrente di questa specifica questione, suggerendo in linea generale che si potrebbe ovviare al problema inserendo «o/a» nei moduli, senza però farne una questione di «priorità», rispetto per esempio alle azioni che il governo dovrebbe mettere in campo per l’emergenza coronavirus.
Giustizia
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