L’Italia è senza un piano di uscita sul green pass, mentre altri lo stanno abolendo

Ecco che cosa dicono gli studi scientifici e che cosa stanno decidendo gli altri Stati sul certificato
ANSA/FABIO FRUSTACI
ANSA/FABIO FRUSTACI
Ad oggi il governo guidato da Mario Draghi non ha ancora annunciato se e quando intende rimuovere l’obbligo di green pass, che da luglio 2021 è via via introdotto per una lunga serie di attività. Molti altri Paesi europei, con percentuali di vaccinazione più basse della nostra, hanno invece già annunciato un piano per l’eliminazione delle restrizioni e dell’utilizzo del green pass.

Al momento, con l’84 per cento della popolazione italiana che ha ricevuto almeno una dose di vaccino, in Italia è in vigore anche l’obbligo di vaccino contro la Covid-19 per le persone dai 50 anni di età in su. Questa misura, annunciata a inizio gennaio, ha fatto aumentare le somministrazioni delle prime dosi in questa fascia di età, ma il suo effetto è durato poco

Numeri alla mano, cerchiamo di capire qual è stato il contributo del green pass alla gestione della pandemia e quali sono le scelte che stanno adottando gli altri Paesi, in Europa e nel mondo.

Il green pass serve?

Ad oggi non esistono prove inequivocabili che mostrino come l’utilizzo del green abbia fermato o rallentato la diffusione del coronavirus. Alcuni studi hanno comunque provato a stimare gli effetti di questo strumento, per esempio sulle vaccinazioni. 

Una ricerca realizzata da ricercatori dell’Università di Oxford e pubblicata a dicembre scorso sulla rivista scientifica The Lancet ha evidenziato che Paesi come Francia, Israele, Italia e Svizzera avevano tassi di vaccinazione inferiori rispetto ad altre nazioni simili prima di introdurre il green pass. Ogni Paese ha poi registrato un forte aumento delle vaccinazioni 20 giorni prima e 40 giorni dopo l’introduzione dei certificati. Un effetto sui vaccini non sembra comunque esserci stato in Germania e in Danimarca (probabilmente anche per via della limitata disponibilità di vaccini). 

Un altro studio, pubblicato a gennaio dal think tank economico Bruegel e dal centro di ricerca Conseil d’analyse économique, ha evidenziato che l’introduzione di sistemi simili al green pass italiano ha aumentato il tasso di vaccinazione di 13 punti percentuali in Francia, di 6,2 punti in Germania e di 9,7 punti in Italia, rispetto a uno scenario senza green pass (Figura 1).
Figura 1. Come cambia il tasso di vaccinazione con e senza green pass – Fonte: Bruegel
Figura 1. Come cambia il tasso di vaccinazione con e senza green pass – Fonte: Bruegel
Di conseguenza, l’aumento delle vaccinazioni ha fatto sì che fossero evitati migliaia di ricoveri ospedalieri e di decessi causati dalla Covid-19. Nel complesso – secondo le stime dei ricercatori – senza l’introduzione del green pass i Pil di Francia, Germania e Italia sarebbero stati rispettivamente più bassi di 6 miliardi di euro, 1,4 miliardi di euro e 2,1 miliardi di euro.

Ora che la situazione epidemiologica in Italia e in Europa sta migliorando, dopo l’ondata causata dalla variante omicron, quali decisioni stanno prendendo i Paesi sul futuro del green pass?

In Francia il green pass potrebbe sparire a breve

La Francia è stato il primo Paese europeo ad adottare lo strumento del green pass, la scorsa estate, e come l’Italia ne ha progressivamente aumentato il ruolo nella gestione della pandemia.

Il 22 febbraio, il ministro della Salute Olivier Véran ha spiegato che il governo potrebbe abolire il green pass già a «metà marzo» se saranno rispettate alcune condizioni, come avere meno di 1.500 pazienti in terapia intensiva nel Paese. Véran ha inoltre aggiunto che una volta eliminato il green pass si corre comunque il rischio che molti indecisi sulla terza dose decidano di non farla, perdendo protezione contro il virus. In base all’andamento attuale dell’epidemia in Francia, le soglie per rimuovere il green pass fissate dal governo saranno probabilmente raggiunte intorno al 20 marzo. 

Sul fronte dei vaccini, in Francia è stato vaccinato con almeno una dose, con le vaccinazioni dei bambini che procedono a rilento.

Il piano della Germania

In Germania, il governo del cancelliere Olaf Scholz ha delineato, in accordo con gli Stati federali, un piano di uscita dalle restrizioni pandemiche. Da metà marzo in Germania non sarà più necessario esibire il green pass per bar, ristoranti, hotel ed eventi all’aperto fino a 25 mila partecipanti. A partire dal 20 marzo, inoltre, se la situazione continuerà a migliorare, dovrebbero essere eliminate tutte le restrizioni rimanenti, con l’eccezione dell’obbligo di utilizzare la mascherina. 

In Germania ha ricevuto almeno una dose di vaccino il 75 per cento della popolazione, percentuale più bassa di Italia e Francia.

In Inghilterra niente green pass

A fine gennaio l’Inghilterra, che non ha mai adottato un certificato simile a quello italiano, ha deciso di rimuovere tutte le restrizioni legate alla pandemia, tra cui anche l’obbligo di mascherina (che rimane solo raccomandata). Le misure adottate a dicembre per contrastare la diffusione della variante omicron, come il lavoro da remoto, erano già state rimosse in precedenza. 

Il 28 febbraio la Scozia ha rimosso il cosiddetto “Covid pass”, che si otteneva con un test negativo o il vaccino. Tra le altre cose, questo certificato era necessario per andare in discoteca, partecipare a eventi al chiuso con più di 500 presenti o a eventi all’aperto con più di 4 mila partecipanti. Anche il Galles ha rimosso il suo “Covid Pass Nhs”, che era necessario per cinema, teatri e concerti, così come l’Irlanda del Nord, dove invece serviva per pub, ristoranti, cinema e teatri. 

Ad oggi nel Regno Unito ha ricevuto almeno una dose di vaccino il 75 per cento della popolazione, una percentuale più bassa di quella italiana. Ma a differenza degli altri Paesi, tra cui l’Italia, i britannici hanno iniziato a somministrare le terze dosi in anticipo: questo ha fatto sì che quando sono stati colpiti dall’ondata causata dalla variante omicron avevano già un considerevole numero di persone protette con tre dosi, cosa che ha evitato un aumento del numero di casi gravi. Mentre i casi esplodevano, le terapie intensive si svuotavano e i decessi sono rimasti più bassi degli altri Paesi.

E nel resto del mondo?

Molti altri paesi, in Europa e non, hanno già piani per uscire dalle restrizioni ancora in piedi. La Svizzera le ha già rimosse quasi tutte, tranne le mascherine nel trasporto pubblico e nelle case di riposo. L’Austria rimuoverà quasi tutte le restrizioni il 5 marzo e sta già permettendo ai non vaccinali di entrare in bar e ristoranti, mentre la Slovacchia ha rimosso la maggior parte delle restrizioni legate all’ingresso nelle attività commerciali e nei luoghi pubblici.

Il Canada è uno dei Paesi più vaccinati al mondo, con l’86 per cento della popolazione che ha ricevuto almeno una dose di vaccino contro la Covid-19. Il governo federale non ha imposto l’obbligo vaccinale e il cosiddetto “Vaccine passport” – equiparabile al nostro green pass – non è mai stato necessario per lavorare. In Canada la vaccinazione è comunque necessaria per viaggiare in treno o aereo e limitazioni ai non vaccinati sono state imposte per quanto riguarda la vita sociale. 

Il Canada è però uno Stato federale, composto da province dotate di molta autonomia. In generale, dal Quebec all’Ontario, quasi tutte le province canadesi hanno rimosso o stanno rimuovendo il green pass.

A inizio febbraio, in Israele il governo ha annunciato che il green pass – necessario nell’ultimo anno per entrare in bar, ristoranti, hotel, palestre e luoghi di culto – sarà eliminato, visto il miglioramento della situazione epidemiologica. Secondo fonti stampa, il certificato rimarrà necessario nei posti al chiuso dove c’è un maggiore rischio di infezione, come le discoteche. 

Ricordiamo che Israele ha il 72 per cento della popolazione coperta con almeno una dose di vaccino. Nonostante il Paese fosse partito per primo a vaccinare, grazie alla maggiore disponibilità di vaccini, ora è uno dei Paesi sviluppati con la minore copertura vaccinale (Grafico 1).
Grafico 1. Popolazione totale vaccinata con almeno una dose – Fonte: Our world in data

In conclusione

Diversi Paesi, in Europa e nel mondo, hanno delineato una strategia di uscita dalle restrizioni pandemiche e di progressiva abolizione del green pass. In Italia un piano per superare il green pass e l’obbligo vaccinale imposto alle persone over 50 ancora non c’è o per lo meno non è stato  reso pubblico. 

Ad oggi, l’adozione del green pass non sembra aver avuto un particolare effetto sulla diffusione del contagio, ma ha molto probabilmente contribuito a fare aumentare la copertura vaccinale, sebbene con risultati diversi a seconda del Paese.

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