Doveva essere neve. Lo pensavano tutti, anche se la temperatura era mite. Lo pensavano i vecchi montanari, quelli che non consultano le app, ma indovinano il meteo dal colore delle nubi e dall’odore dell’aria. E il 2 ottobre 2020 si sentiva un profumo diverso, con la resina di pino che si mescolava alle punte cariche di elettricità dell’ozono. Ma c’era anche qualcosa in più, qualcosa di indefinito che sembrava annunciare un cambiamento.
Doveva essere neve. E questa, anche se arriva in anticipo, non è mai una cattiva notizia nei paesi di montagna che aspettano gli sciatori. Invece era pioggia, quanta non ne era mai caduta in questi luoghi di confine tra Italia e Francia, dove il Colle di Tenda svetta come un ponte tra due mondi. La neve arrivò solo venti giorni più tardi, quando ormai al turismo non pensava più nessuno, perché la tempesta aveva letteralmente divorato tutto quello che aveva incontrato.
Doveva essere neve. E questa, anche se arriva in anticipo, non è mai una cattiva notizia nei paesi di montagna che aspettano gli sciatori. Invece era pioggia, quanta non ne era mai caduta in questi luoghi di confine tra Italia e Francia, dove il Colle di Tenda svetta come un ponte tra due mondi. La neve arrivò solo venti giorni più tardi, quando ormai al turismo non pensava più nessuno, perché la tempesta aveva letteralmente divorato tutto quello che aveva incontrato.