Pagella Politica ha deciso di festeggiare l’8 marzo raggruppando un team di fact-checkers internazionali per verificare dichiarazioni sul genere femminile. Dallo Zimbabwe al Cile, dal Brasile al nostro Paese, i fact-checking riguardano il ruolo delle donne nell’economia, nella società, e in politica. Buona lettura.

Lo Zimbabwe e la mortalità materna


Prima il periodico Zimbabwe Mail, poi la deputata Thokozani Khupe, hanno fornito dati allarmanti sulla mortalità femminile al momento del parto – 525 morti ogni 100 mila nascite secondo il giornale, addirittura 960 secondo il politico.


Africa Check, il watchdog sudafricano, ha scoperto che le fonti usate per le affermazioni di cui sopra sarebbero in realtà molto datate. Il censimento più recente condotto nella nazione africana è del 2014, e riporta l’allarmante statistica di 614 morti ogni 100 mila nati vivi nei sette anni precedenti all’indagine e 581 morti nei cinque anni precedenti. Certo, il problema principale rimane la reperibilità dei dati in un Paese in cui ancora mancano registri completi delle nascite e dei decessi di tutti i suoi abitanti.


Le statistiche falsate di Oxfam e dello UNDP


Oxfam, organizzazione internazionale che lotta contro la povertà, cita dati dello United Nations Development Programme secondo i quali le donne svolgerebbero “il 66% delle attività lavorative”, produrrebbero “il 50% del cibo globale”, ma guadagnerebbero solamente “il 10% del reddito” e possederebbero “l’1% delle proprietà”.


Il quotidiano americano Washington Post ha indagato su questa affermazione per rivelare come questa si basi su ricerche molto approssimative condotte negli anni ’70 dall’avvocatessa indiana Krishna Ahooja Patel, che non ha mai rivelato né la metodologia, né le fonti utilizzate. Di recent anche UNDP ha sconfessato il dato, ma secondo i fact-checker americani, siamo di fronte ad un classico caso di zombie fact, o “statistica zombie”. Sono quelle affermazioni la cui origine non è mai pienamente chiarita, ma che si rifiutano di morire.


Federica Mogherini e le donne in politica


Secondo l’Alto Rappresentante per gli affari esteri dell’UnioneEuropea, al giorno d’oggi meno del 20% dei membri dei Parlamenti nazionali sono donne, mentre una percentuale ancora inferiore occupa posti ministeriali.


FactCheckEU ha rivelato come Mogherini sia vicina al dato reale, anche se manca un po’ di precisione: al primo gennaio di quest’anno le donne componevano il 22,1% dei parlamentari in tutto il mondo, una percentuale che scende al 17% se guardiamo ai ruoli ministeriali. All’interno delle istituzioni UE le cose vanno un po’ (ma non molto) meglio: il 37% del Parlamento Europeo è composto da donne, così come il 32% dei commissari e il 28% dei parlamentari degli Stati membri.


La Turchia e la partecipazione femminile al lavoro


Il ministro degli interni turco, Efkan Ala, afferma come la partecipazione delle donne al mercato del lavoro abbia raggiunto il 45%, mentre dieci anni fa non raggiungeva nemmeno il 10%.


La dichiarazione è stata verificata dai fact-checker turchi di Dogruluk Payi, che hanno consultato i dati dell’Istituto di Statistica nazionale. Ebbene, la situazione è ben peggiore. A settembre 2014, infatti, il tasso di partecipazione delle donne al mercato del lavoro raggiungeva il 31,1%, contro poco sopra il 23% di dieci anni fa. Un aumento di circa otto punti percentuali che rende però falsa la dichiarazione del ministro.


Gli aborti illegali argentini e la mortalità materna


In Argentina l’aborto è legale solamente in caso di violenza sessuale o nel caso in cui la vita della madre sia in pericolo. Secondo il ministro della salute Daniel Gollán le restrizioni in materia sono una delle cause di morte durante il parto. Molte donne ricorrerebbero infatti a pratiche illegali per abortire, mancando delle necessarie misure di igiene e sicurezza.


I fact-checker argentini di Chequeado hanno verificato come questa affermazione corrisponda alla realtà: gli aborti illegali nel Paese sudamericano sono infatti stati responsabili del 20% dei 245 decessi legati al parto nel 2013.


Violenza sulle donne, fisica o sessuale


È Michelle Bachelet, presidente cileno, a citare una statistica raccapricciante – un terzo delle donne del pianeta sarebbe sottoposto a violenze di tipo fisico o sessuale.


La presidenta basa la sua affermazione su uno studio del 2013 pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il sito di fact-checking cileno El Polígrafo ha però scoperto alcune falle nella metodologia della ricerca che rendono difficile sostenere una simile tesi. Il database sarebbe formato da dati provenienti da territori selezionati dei 79 Paesi osservati, e deriverebbero da questionari spesso non confrontabili tra di loro.


L’Italia ed i femminicidi: una statistica che non accenna a scendere


La Presidente della Camera, Laura Boldrini, è sempre stata molto attenta alle questioni di parità di genere. In occasione delle celebrazioni di oggi cita una statistica preoccupante – nonostante il tasso di omicidi per soli uomini sia sceso del 75% nel corso degli ultimi 20 anni, gli omicidi di donne sarebbero rimasti allo stesso livello di prima.


È vero: nonostante ad oggi il tasso di omicidi di soli uomini sia molto più alto del corrispettivo per sole donne, questo è sceso di molto se confrontiamo la stessa statistica negli anni ’90. Non si può dire lo stesso degli omicidi di sole donne.


Le donne nel Governo dell’Uruguay


Agli inizi di marzo di quest’anno si è insediato il nuovo governo dell’Uruguay, il secondo a guida Vázquez. Iln nuovo esecutivo è stato celebrato nel Paese come il gabinetto ministeriale con più donne della storia del piccolo Paese sudamericano, e a ragione secondo i fact-checker di UYCheck. Con cinque ministri donne, l’attuale governo infrange tutti i record.