Che cosa contiene il nuovo decreto sulle navi Ong

È stato approvato dal Consiglio dei ministri il 28 dicembre e introduce norme più stringenti per i soccorsi in mare
ANSA
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Mercoledì 28 dicembre il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge che, tra le altre cose, introduce nuove regole per il salvataggio dei migranti in mare operato dalle navi delle organizzazioni non governative (Ong). Il testo ufficiale del decreto non è ancora stato pubblicato, ma il suo contenuto è stato anticipato dal governo in un comunicato stampa. Secondo fonti stampa, il decreto avrebbe dovuto includere anche misure per il contrasto alla violenza sulle donne e alle cosiddette “baby gang”, non più presenti nel testo approvato dal governo. 

Il nuovo decreto-legge entrerà in vigore subito dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, attesa nei prossimi giorni. Da quel momento, come per ogni decreto-legge, il Parlamento avrà 60 giorni per convertirlo in legge.

Le nuove misure per le Ong

Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri introduce nuove disposizioni «urgenti» per la gestione dei flussi migratori, con l’obiettivo sia di «assicurare l’incolumità delle persone recuperate in mare, nel rispetto delle norme di diritto internazionale e nazionale» sia di «tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica» in Italia.

Secondo fonti stampa, che hanno letto il testo approvato dal governo, il testo introduce un “codice di condotta” per le navi Ong che operano per il salvataggio dei migranti in mare, le quali potranno transitare e intervenire in acque territoriali italiane solo per le effettive operazioni di soccorso. Non appena effettuato un salvataggio, le navi dovranno comunicare alle autorità del loro Stato di bandiera e al centro di coordinamento competente – e quindi spesso all’Italia, il porto sicuro più vicino per i migranti che partono dal Nord Africa – le dinamiche del salvataggio e richiedere l’assegnazione di un porto di sbarco, che dovrà essere raggiunto immediatamente. Questo rende più difficile la possibilità di effettuare altre operazioni di soccorso durante il tragitto: le eventuali operazioni successive alla prima dovranno essere segnalate alle autorità italiane ed effettuate senza compromettere il raggiungimento del porto assegnato nel minor tempo possibile. Inoltre, non necessariamente il porto di sbarco assegnato dovrà essere quello più vicino al punto in cui si trova l’imbarcazione. Un esempio risale al 27 dicembre scorso, quando le autorità italiane hanno concesso alla Ocean Viking, una nave della Ong Sos Méditerranée, di sbarcare a Ravenna, a quattro giorni di navigazione da dove si trovava. 

Inoltre, in base al nuovo decreto, il comandante della nave che effettua il salvataggio sarà tenuto ad avviare immediatamente «iniziative volte ad acquisire le intenzioni di richiedere la protezione internazionale», anche se le modalità rimangono al momento piuttosto vaghe. 

Ricordiamo che i migranti salvati dalle organizzazioni non governative, a cui si applicano le disposizioni del nuovo decreto-legge, sono una minoranza rispetto al totale delle persone che sbarcano nel nostro Paese. Secondo i dati raccolti dall’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), un centro di ricerca specializzato in analisi geopolitiche, nel 2022 circa 10.600 migranti sul totale di oltre 102 mila sbarcati sono arrivati in Italia a bordo di navi delle Ong: il 10,3 per cento. Nel 2021 erano stati circa 7.700 su 67.400 (l’11,5 per cento), nel 2020 2.900 su 33.600 (l’8,9 per cento) e nel 2019 2.300 su 11.300 (il 20,4 per cento).

Le sanzioni

Il decreto-legge impone anche una serie di multe, dai 10 mila ai 50 mila euro, per i comandanti, i proprietari e i gestori delle navi che non rispettano le nuove norme. Inoltre, potrà essere imposto il fermo amministrativo della nave fino a due mesi, a spese dell’armatore. Se la stessa nave dovesse violare più volte le norme, questa potrà essere confiscata. 

Infine, se il comandante o l’armatore non forniscono alle autorità nazionali le informazioni richieste può essere applicata una multa da 2 mila a 10 mila euro e il fermo amministrativo della nave per 20 giorni, prorogabile fino a due mesi in caso di reiterazione della violazione. 

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