Il governo ha posto il suo quarantunesimo voto di fiducia

Sul decreto “Sostegni ter”, che il 22 marzo riceverà la fiducia anche alla Camera. I numeri di Draghi sono un record
ANSA/ALESSANDRO DI MEO
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Il 17 marzo il governo guidato da Mario Draghi ha posto la questione di fiducia al Senato sulla conversione in legge del cosiddetto “decreto Sostegni ter”, approvato a fine gennaio dall’esecutivo, che contiene misure di sostegno per le imprese e contro i rincari energetici. A favore hanno votato 191 senatori, mentre i contrari sono stati 33.

Si tratta del quarantunesimo voto di fiducia posto dal governo dal 13 febbraio 2021, giorno in cui si è insediato alla guida del Paese: 21 questioni di fiducia sono state poste in Senato, contando quella del 17 marzo, e 20 alla Camera. Si tratta di un primato, destinato ancora a salire.

Già la prossima settimana, visti i tempi stretti per la conversione definitiva, il 22 marzo un’altra questione di fiducia sarà posta proprio sul decreto “Sostegni ter” in arrivo alla Camera, così il numero complessivo salirà a 42 fiducie. Ancora una volta i deputati saranno di fatto costretti a votare il provvedimento, senza poter proporre modifiche. Al Senato la fiducia sul decreto “Sostegni ter” è stata posta su un maxi-emendamento proposto dal governo, ossia un emendamento che ha sostituito interamente il contenuto del decreto approvato circa due mesi fa, eliminando di fatto il dibattito parlamentare.

Il record di Draghi

In 398 giorni, l’esecutivo ha posto la questione di fiducia sui provvedimenti con una media di una ogni 9,7 giorni. Si tratta del ricorso alle fiducie più alto di tutti i governi delle ultime tre legislature.

Secondo le elaborazioni di Pagella Politica, sui dati di Camera e Senato, in questa legislatura il secondo governo Conte ha tenuto una media di una fiducia ogni 13,5 giorni, mentre il primo governo Conte di una ogni 30,7 giorni. Nella scorsa legislatura il governo Letta ha fatto ricorso a una fiducia ogni 30 giorni, il governo Renzi una ogni 15 giorni e quello Gentiloni una ogni 16,3 giorni. Infine, nella legislatura ancora precedente il governo Monti ha posto una questione di fiducia ogni 10,4 giorni, mentre il governo Berlusconi una ogni 27 giorni.

Ricapitolando: negli ultimi otto governi, quello guidato da Mario Draghi è quello che ha fatto più ricorso alle fiducie, seguito a breve distanza dal governo Monti e dal secondo governo Conte.

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