Contro la fuga di cervelli l’Italia può imparare dalla Grecia

Dopo anni di recessione nel Paese balcanico stanno rientrando più cittadini di quanti partano. C’entrano incentivi fiscali e migliori prospettive economiche 
ANSA
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Da tempo in Italia si discute del problema della fuga degli italiani all’estero. Secondo i dati più aggiornati di Eurostat, l’istituto di statistica dell’Unione europea, nel 2023 gli italiani che hanno scelto di trasferirsi in un’altro Paese sono stati [1] oltre 114 mila, a fronte dei 61 mila che hanno scelto di tornare. Nel complesso l’andamento degli espatri tra il 2009 e il 2023 è stato crescente, salvo alcune eccezioni, e in quindici anni le persone che hanno lasciato il nostro Paese sono state circa 1,4 milioni.
Il problema delle persone che lasciano il loro Paese per cercare condizioni di vita migliori all’estero non riguarda solo l’Italia. In Europa c’è però un Paese che di recente ha invertito la tendenza per quanto riguarda gli espatri di persone: la Grecia. Sempre secondo Eurostat, infatti, nel 2023 i cittadini greci che hanno scelto di tornare nel loro Paese sono stati [1] circa 47 mila, a fronte di 32 mila trasferimenti all’estero. Insomma, nel 2023 sono tornati in Grecia più cittadini di quanti ne sono partiti per trasferirsi in altri Paesi. Questo risultato è stato celebrato a giugno dal vice primo ministro greco Kostis Hatzidakis. Il risultato infatti non è da poco, perché è la prima volta dalla grande recessione del 2008 che la Grecia è tornata ad attirare persone piuttosto anziché subire la cosiddetta “fuga di cervelli”.
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