La frase travisata del giornalista del Tg3 su Israele “da eliminare”

Secondo alcuni, voleva incitare all’odio, quando in realtà parlava dell’esito sportivo della partita di calcio con l’Italia
Il giornalista Jacopo Cecconi, durante l‘edizione del Tg3 delle ore 19 del 14 ottobre
Il giornalista Jacopo Cecconi, durante l‘edizione del Tg3 delle ore 19 del 14 ottobre
Nelle scorse ore alcuni politici dei partiti che sostengono il governo Meloni hanno accusato il giornalista del Tg3 Jacopo Cecconi di aver fomentato l’odio contro Israele, per una frase pronunciata la sera del 14 ottobre, prima della partita di calcio tra la nazionale maschile dell’Italia e quella israeliana, giocata a Udine.

Tra i primi a criticare Cecconi c’è stato il capogruppo al Senato di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che su Facebook ha condiviso un breve spezzone del suo intervento, della durata di cinque secondi. Nel video si sente il giornalista dire: «L’Italia ha la possibilità di eliminare Israele, almeno sul campo, vincendo». «Da dove altro dovrebbe eliminarlo, secondo Cecconi? Dalla faccia della Terra? È una vergogna che questo signore abbia usato queste parole da irresponsabile fomentatore di odio», ha scritto Gasparri, aggiungendo di augurarsi «che il direttore del Tg3 ed altri dirigenti della Rai prendano dei provvedimenti immediati».

Sulla stessa linea si è espresso anche il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, secondo cui le parole di Cecconi sono «gravissime» e «non hanno alcuna logica se non quella della propaganda pro-Palestina».

In realtà, il passaggio contestato è stato estrapolato dal suo contesto e diffuso sui social in modo fuorviante. Cecconi stava parlando in termini sportivi, riferendosi alla possibile eliminazione della nazionale israeliana dalla corsa per la qualificazione ai mondiali, non a un invito o a un auspicio di natura politica o violenta.

Che cosa ha detto il giornalista di Rai 3

Le parole incriminate sono state pronunciate (min. 29:25) durante l’edizione delle 19 del Tg3 del 14 ottobre, in diretta su Rai 3. In collegamento da Udine, Cecconi stava raccontando la manifestazione intitolata Show Israel the red card (in italiano “Mostra a Israele il cartellino rosso”), organizzata per chiedere alla FIFA – la federazione internazionale che organizza i mondiali – di escludere Israele dalle competizioni sportive, come era accaduto con la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.

Nel servizio, il giornalista ha spiegato che in piazza erano presenti bandiere della Palestina e della pace, oltre a «tanti, tantissimi cartellini rossi, quelli dell’espulsione», mostrati dai manifestanti per chiedere l’esclusione di Israele dai tornei internazionali. «Dalla piazza arriva il messaggio che questa partita non si dovesse giocare, che Israele dovesse essere esclusa dalle manifestazioni o che la Federazione italiana giuoco calcio (FIGC) si rifiutasse di scendere in campo», ha raccontato Cecconi, concludendo poi: «L’Italia ha la possibilità di eliminare Israele, almeno sul campo, vincendo».

Come si capisce dal contesto, quella frase non era un commento politico o ideologico, ma un riferimento al possibile esito sportivo della partita. E infatti, con la vittoria dell’Italia – poi avvenuta per 3 a 0 – Israele è stato di fatto eliminato dalla corsa alla qualificazione ai mondiali.

Dopo la partita, Cecconi è intervenuto (minuto 4:25) al programma Linea Notte su Rai 3, per aggiornare sugli scontri avvenuti a Udine tra alcuni manifestanti e forze dell’ordine. In quell’occasione ha chiarito il significato delle sue parole, che nel frattempo erano già diventate virali sui social. «Mi sembrava del tutto ovvio: stavo parlando dell’eventualità, che era stata ventilata nelle settimane scorse, di escludere a tavolino Israele dai campionati del mondo, e stavo dicendo che invece poteva essere eliminata sul campo dall’Italia. Stavo parlando di calcio, ovviamente. Lungi da me non solo dire, ma anche pensare all’eliminazione di Israele come Stato, è assolutamente assurdo», ha spiegato. «Parlavo di calcio da almeno trenta secondi: mi sembrava chiaro».
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