[Click here for English] La sostenibilità del debito pubblico greco rimane all’ordine del giorno e persino tra i creditori del Paese c’è chi ritiene inevitabile o addirittura necessario un taglio. E’ stato infatti il Fondo Monetario Internazionale, in una nota del 14 luglio, a giudicare il debito pubblico della Grecia “altamente insostenibile” e ha valutato come necessarie le “misure di taglio del debito che vadano ben oltre quelle che l’Europa ha voluto considerare finora”. Una posizione che trova la ferma opposizione del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, che in caso di un accordo troppo ‘morbido’ sulla Grecia sarebbe pronto a dimettersi. Tuttavia, la sua non è un’opposizione solamente politica. Schäuble ha sostenuto a più riprese che “un reale taglio del debito è incompatibile con l’appartenenza all’Unione Europea”. E’ davvero così?
La teoria…
I Trattati dell’Ue contengono un articolo – noto in gergo come la “no bail-out clause” (clausola di “non salvataggio”) – che vieta all’Ue o agli Stati membri di farsi carico degli impegni assunti dalle amministrazioni statali di un altro Stato membro (art.125 TFUE)*.
“L’Unione non risponde né si fa carico degli impegni assunti dalle amministrazioni statali, dagli enti regionali, locali, o altri enti pubblici, da altri organismi di diritto pubblico o da imprese pubbliche di qualsiasi Stato membro, fatte salve le garanzie finanziarie reciproche per la realizzazione in comune di un progetto economico specifico. Gli Stati membri non sono responsabili né subentrano agli impegni dell’amministrazione statale, degli enti regionali, locali o degli altri enti pubblici, di altri organismi di diritto pubblico o di imprese pubbliche di un altro Stato membro, fatte salve le garanzie finanziarie reciproche per la realizzazione in comune di un progetto specifico”.
…E la pratica
In occasione del caso Pringle vs governo d’Irlanda (2012), la Corte suprema irlandese ha chiesto alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea se il meccanismo europeo di stabilità fosse in violazione del “no bail-out clause”. La risposta della Corte ci aiuta in parte a valutare l’affermazione di Schäuble.
“L’articolo 125 TFUE, invece, non vieta la concessione di un’assistenza finanziaria da parte di uno o più Stati membri ad uno Stato membro che resta responsabile dei propri impegni nei confronti dei suoi creditori e purché le condizioni collegate a siffatta assistenza siano tali da stimolarlo all’attuazione di una politica di bilancio virtuosa”.
Cosa dicono gli esperti?
Secondo Steve Peers, professore di Diritto Comunitario all’Università dell’Essex ed autore di un celebre blog sul tema, gli altri Stati membri e le istituzioni dell’Ue sarebbero in teoria obbligati a rifiutare un taglio del debito greco. Il taglio del debito violerebbe infatti l’articolo 125 sopracitato, in quanto sarebbe da considerarsi alla stregua di un’assunzione della responsabilità debitoria al posto del governo greco. In base a quanto sostenuto da Peers, un’interpretazione creativa del dettato dei trattati potrebbe permettere un taglio del debito se i debiti greci non venissero formalmente trasferiti ai creditori (perché in questo modo non “subentrano agli impegni” della Grecia). Tale interpretazione sarebbe, secondo Peers, comunque in violazione dello ‘spirito’ dei Trattati. Peers aggiunge anche che se pure la Grecia facesse default sui propri debiti verso altri Paesi membri dell’Ue, non potrebbe essere estromessa contro la sua volontà. Questo perché i trattati contemplano solo un’uscita volontaria mentre gli unici vincoli citati sono i propri obblighi costituzionali (articolo 50 del TEU).
Altri esperti fanno eco a questa incertezza. Prendendo spunto da un articolo sulla questione, abbiamo contattato Pierre-Henri Conac, professore di Finanza all’Università del Lussemburgo. Secondo Conac è impossibile affermare in maniera univoca che il taglio del debito sia permesso o proibito dai trattati, dal momento che c’è molto poco precedente su cui fare affidamento. Di conseguenza, senza una sentenza sarebbe da considerarsi valido un ragionamento legale sia per una parte che per l’altra.
Quindi?
L’articolo 125 del TFUE pone sicuramente dei limiti alla capacità dei creditori pubblici Ue di farsi carico dei debiti dello Stato greco. Non è detto però che una soluzione creativa non possa essere ritenuta ammissibile dalla Corte di Giustizia dell’Ue, come avvenuto nei casi Pringle e Gauweiler. Al momento l’unica cosa che si può dare per certa è che sulla legalità di un eventuale taglio del debito greco non vi è certezza: in un senso o nell’altro.
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* La norma anti bail-out non si applica al settore privato, permettendo quindi gli “haircut” imposti alle banche, come spiegato qui
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The sustainability of Greece’s public debt continues to occupy the front pages of newspapers and the minds of policy makers. Some of the country’s creditors believe that a haircut is inevitable, even necessary. A report published by the International Monetary Fund on 14 July states that Greece’s public debt is “highly unsustainable” and that “Greece’s debt can now only be made sustainable through debt relief measures that go far beyond what Europe has been willing to consider so far”. This view is firmly opposed by the German finance minister, Wolfgang Schäuble, who has hinted he may be prepared to resign if he deems the final agreement with Greece to be too lenient. His opposition is however not only a political one. Mr Schäuble has stated, on more than one occasion that “real debt relief is incompatible with being part of the European Union”. Is that really the case?
In theory…
The Treaties of the EU include an article- also known as the “no bail-out clause”- that prohibits the EU or its Member States to assume the commitments made by the state administration of another Member State (art. 125 TFEU).*
“The Union shall not be liable for or assume the commitments of central governments, regional, local or other public authorities, other bodies governed by public law, or public undertakings of any Member State, without prejudice to mutual financial guarantees for the joint execution of a specific project. A Member State shall not be liable for or assume the commitments of central governments, regional, local or other public authorities, other bodies governed by public law, or public undertakings of another Member State, without prejudice to mutual financial guarantees for the joint execution of a specific project”.
…and in practice
In Pringle vs Government of Ireland (2012), the Irish Supreme Court asked the European Court of Justice whether the European stability mechanism violated the “no bail-out clause”. The Court’s response helps to evaluate Schäuble statement, at least in part.
“Article 125 TFEU does not prohibit the granting of financial assistance by one or more Member States to a Member State which remains responsible for its commitments to its creditors provided that the conditions attached to such assistance are such as to prompt that Member State to implement a sound budgetary policy”.
What do the experts say?
According to Steve Peers, Professor of EU Law at the University of Essex and author of a popular blog on the topic, other Member States and EU institutions would in theory be obliged to deny debt relief to Greece. This would seem in fact in violation of article 125, as it would be considered an assumption of debt responsibilities on behalf of the Greek government. Based on Peers’ assessment, a creative interpretation of the treaties’ requirements would allow a debt reduction if Greek debts weren’t formally transferred to creditors, because in this case they would not “assume the commitments” that Greece undertook. This interpretation would nevertheless be, according to Peers, violating the “spirit” of the Treaties. What is certain, according to Peers, is however that even Greece were to default on its debts towards other EU Member States, the country could not be expelled against its will from the EU. The Treaties in fact contemplate only a voluntary exit whose procedure is dictated solely by a country’s constitutional obligations (article 50 TEU).
Other experts echo this uncertainty. Prompted by an article on the issue, we contacted Pierre-Henri Conac, Professor of Finance at the University of Luxembourg. According to Conac, it is impossible to unequivocally affirm that debt relief is allowed or prohibited by the treaties, as there’s little precedent on which to base an argument. Consequently, without a judgment both legal interpretations can be considered valid.
Article 125 of the TFEU certainly limits EU public creditors’ ability to assume Greece’s debts. At the same time, the European Court of Justice may deem a creative solution admissible, as demonstrated by Pringle and Gauweiler. The only thing we know for sure at the moment is that the legality of Greek debt relief is anything but certain, whichever way we look at it.
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* The no bail-out clause doesn’t apply to the private sector, which allowed haircuts to be imposed on banks, as this article explains.
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