Sull’export Fratelli d’Italia si prende meriti che non ha

Il partito di Giorgia Meloni cita dati corretti sul commercio, ma li interpreta in modo scorretto
ANSA/LUCA ZENNARO
ANSA/LUCA ZENNARO
Il 23 maggio Fratelli d’Italia ha pubblicato un carosello su Instagram con alcuni numeri che, secondo il partito, dimostrerebbero come il governo Meloni abbia «rilanciato il Made in Italy». “Export: quello italiano vola”, si legge nell’immagine di copertina del carosello.
In un’altra immagine, il partito della presidente del Consiglio ha scritto che «la crescita in valore delle esportazioni rispetto all’anno 2019 in Italia sfiora il 30 per cento, valore di molto superiore a Francia (16,1 per cento) e Germania (16,9 per cento)». In un’altra ancora, si legge che «il saldo commerciale italiano (cioè la differenza tra il valore totale delle esportazioni e il valore totale delle importazioni) è tornato positivo per 34 miliardi nel 2023 e 55 miliardi nel 2024».

Questi numeri sono corretti? In breve, la risposta è sì. Ma questo non dimostra che il governo e Fratelli d’Italia abbiano rilanciato e fatto “volare” le esportazioni italiane.

Che cosa dice ISTAT

Fratelli d’Italia ha indicato come fonte dei numeri il nuovo “Rapporto annuale 2025” di ISTAT, pubblicato il 21 maggio. Una sezione del rapporto è dedicata al commercio dell’Italia con l’estero.

ISTAT ha posto a 100 il valore delle esportazioni di merci italiane nel 2019, e ha calcolato come è cambiato questo valore negli anni successivi, fino al 2024 (Grafico 1). Come mostra qui sotto il grafico a sinistra, l’export italiano (linea blu) è calato nel 2020 – a causa della pandemia di COVID-19 – e poi è tornato a crescere. Rispetto al 2019, nel 2024 la crescita in valore dell’export italiano «sfiora il 30 per cento», ha sottolineato ISTAT, una percentuale «molto superiore a Francia e Germania (16,1 e 16,9 per cento, rispettivamente)».
Grafico 1. Il grafico a sinistra e quello al centro mostrano l’andamento delle esportazioni italiane e delle importazioni, con base 100 il valore del 2019. Il grafico a destra mostra il rapporto percentuale tra il saldo commerciale e l’interscambio totale – Fonte: ISTAT
Grafico 1. Il grafico a sinistra e quello al centro mostrano l’andamento delle esportazioni italiane e delle importazioni, con base 100 il valore del 2019. Il grafico a destra mostra il rapporto percentuale tra il saldo commerciale e l’interscambio totale – Fonte: ISTAT
Queste percentuali sono riportate correttamente da Fratelli d’Italia nel post su Instagram. Il partito di Meloni, però, non ha citato l’altro grande Paese europeo, la Spagna, la cui crescita dell’export tra il 2019 e il 2024 è stata leggermente superiore a quella italiana (+31,4 per cento). Questo dato ridimensiona l’eccezionalità italiana evidenziata da Fratelli d’Italia.

Per inquadrare correttamente il dato del +30 per cento, è utile guardare alla sequenza temporale. Le esportazioni italiane sono cresciute in particolare tra il 2021 e il 2022, due anni in cui il governo Meloni non era ancora in carica, mentre sono rimaste stabili tra il 2022 e il 2023 – primo anno intero del suo esecutivo – e sono calate leggermente nel 2024 – secondo anno di governo. «Nel 2024 il valore delle esportazioni di beni dell’Italia, invariato nel 2023, si è ridotto di 4 decimi di punto dopo la forte crescita del biennio 2021-2022», ha sottolineato ISTAT nel rapporto.

In altre parole, il +30 per cento registrato tra il 2019 e il 2024 è il risultato di una dinamica che si è esaurita prima che il governo Meloni entrasse in carica. Il suo insediamento è avvenuto il 22 ottobre 2022, e ha quindi influito solo marginalmente su quell’anno. Nel 2024 è diminuito anche il “peso” dell’export sul Prodotto interno lordo (PIL) italiano.

Il grafico al centro, in alto, mostra come è cambiato nel tempo il valore delle importazioni. Nel 2023 e nel 2024 le importazioni dall’estero in Italia sono diminuite, e questo ha fatto aumentare il saldo commerciale italiano, cioè la differenza tra esportazioni e importazioni. Nel 2022 questo saldo era diventato negativo «per la prima volta nel 2011», ma «è tornato positivo per 34 miliardi nel 2023 e ha sfiorato i 55 miliardi nel 2024», ha spiegato ISTAT. Anche in questo caso, i due numeri sono stati citati correttamente da Fratelli d’Italia, che però ha omesso almeno altri due dati, importanti per comprendere meglio l’andamento del commercio italiano.

Innanzitutto, nel 2024 il saldo commerciale restava più basso rispetto a quello del 2019. In secondo luogo, guardare solo ai valori assoluti del saldo può essere fuorviante: conta anche il rapporto tra saldo e volume complessivo degli scambi. In rapporto all’interscambio totale – cioè alla somma tra esportazioni e importazioni – «per effetto dello scarso dinamismo dell’export nell’ultimo biennio, nonostante il forte calo dell’import, tra 2019 e 2024 il saldo è peggiorato sia in Italia (dal 6,2 al 4,6 per cento) sia nelle altre maggiori economie europee, a eccezione della Spagna», ha scritto ISTAT.

Ricapitolando: i numeri riportati da Fratelli d’Italia sono in larga parte corretti, ma restituiscono un’immagine fuorviante. L’aumento dell’export italiano tra il 2019 e il 2024 è avvenuto quasi tutto prima dell’insediamento del governo Meloni, mentre nel biennio 2023-2024 le esportazioni sono rimaste stabili o in calo. Anche il miglioramento del saldo commerciale è stato determinato soprattutto dalla diminuzione delle importazioni, e non da un vero e proprio “volo” dell’export. Inoltre, in proporzione all’interscambio totale, il saldo commerciale italiano è peggiorato.

E come sta andando il commercio nel 2025? Secondo i dati ISTAT più aggiornati, tra gennaio e marzo di quest’anno il valore dell’export è cresciuto rispetto allo stesso periodo del 2024 (+3 per cento), ma è calato in volumi (-1,6 per cento).

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