Nel tardo pomeriggio del 17 giugno, alla Camera, i partiti di centrodestra hanno approvato per sbaglio una mozione di Italia Viva, contraddicendo il parere dato dal governo. La Camera stava esaminando sei mozioni presentate dai gruppi parlamentari per favorire la permanenza dei ricercatori europei ed extracomunitari in Italia. Le mozioni sono atti con cui il Parlamento chiede al governo di intervenire su una determinata questione. Dopo essere state discusse in aula, il governo esprime il suo parere sulle mozione tramite un suo rappresentante, di solito un sottosegretario o un viceministro, e poi vengono messe ai voti.
Le mozioni sui ricercatori erano sei: una dei partiti di centrodestra che sostengono il governo Meloni, una del Partito Democratico, una del Movimento 5 Stelle, una di Azione, una di Alleanza Verdi-Sinistra e una per l’appunto di Italia Viva.
Durante la discussione in aula, il viceministro delle Imprese e del Made in Italy Valentino Valentini (Forza Italia) aveva dato parere favorevole alla sola mozione del centrodestra, mentre aveva espresso parere contrario alle cinque mozioni delle opposizioni. A quel punto, dopo le dichiarazioni di voto, la Camera ha respinto, nell’ordine, la mozione di Azione, quella del PD, quella del Movimento 5 Stelle e quella di Alleanza Verdi–Sinistra. A seguire l’aula ha approvato la mozione del centrodestra, che ha chiesto al governo di aumentare le risorse destinate alla ricerca, aumentare le tutele per i ricercatori e avviare una campagna di promozione internazionale dell’Italia come destinazione scientifica.
Infine, in modo inaspettato, i deputati hanno approvato la mozione di Italia Viva, che chiedeva al governo di adottare un piano strategico per la ricerca e di approvare delle norme per favorire l’acquisizione della cittadinanza italiana ai ricercatori stranieri che vivono e si laureano in Italia. Questa è stata approvata quasi all’unanimità dall’aula: i voti favorevoli sono stati 253, i contrari quattro, mentre uno solo si è astenuto. Insomma, la mozione di Italia Viva è passata sia con i voti dei partiti di opposizione sia con i voti decisivi di quasi tutti i deputati presenti dei partiti di centrodestra, sebbene il governo avesse espresso parere contrario e invitato i gruppi che lo sostengono a votare contro.
Le mozioni sui ricercatori erano sei: una dei partiti di centrodestra che sostengono il governo Meloni, una del Partito Democratico, una del Movimento 5 Stelle, una di Azione, una di Alleanza Verdi-Sinistra e una per l’appunto di Italia Viva.
Durante la discussione in aula, il viceministro delle Imprese e del Made in Italy Valentino Valentini (Forza Italia) aveva dato parere favorevole alla sola mozione del centrodestra, mentre aveva espresso parere contrario alle cinque mozioni delle opposizioni. A quel punto, dopo le dichiarazioni di voto, la Camera ha respinto, nell’ordine, la mozione di Azione, quella del PD, quella del Movimento 5 Stelle e quella di Alleanza Verdi–Sinistra. A seguire l’aula ha approvato la mozione del centrodestra, che ha chiesto al governo di aumentare le risorse destinate alla ricerca, aumentare le tutele per i ricercatori e avviare una campagna di promozione internazionale dell’Italia come destinazione scientifica.
Infine, in modo inaspettato, i deputati hanno approvato la mozione di Italia Viva, che chiedeva al governo di adottare un piano strategico per la ricerca e di approvare delle norme per favorire l’acquisizione della cittadinanza italiana ai ricercatori stranieri che vivono e si laureano in Italia. Questa è stata approvata quasi all’unanimità dall’aula: i voti favorevoli sono stati 253, i contrari quattro, mentre uno solo si è astenuto. Insomma, la mozione di Italia Viva è passata sia con i voti dei partiti di opposizione sia con i voti decisivi di quasi tutti i deputati presenti dei partiti di centrodestra, sebbene il governo avesse espresso parere contrario e invitato i gruppi che lo sostengono a votare contro.