I Verdi italiani si sono sbagliati a votare sul ReArm Europe

«È stato un momento di défaillance», ha spiegato a Pagella Politica la parlamentare Guarda, a proposito del paragrafo della risoluzione che ha espresso sostegno al piano
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«Siamo andati a ricontrollare la votazione e abbiamo sbagliato tutti e tre a votare». Così la parlamentare europea di Europa Verde Cristina Guarda ha spiegato a Pagella Politica un voto contraddittorio, espresso da lei e dai suoi compagni di gruppo al Parlamento europeo sul piano di riarmo proposto dalla Commissione europea. 

Il 12 marzo l’aula ha approvato una risoluzione sul futuro della difesa europea, con cui, tra le altre cose, ha detto di «accogliere con favore» il piano ReArme Europe. I quattro parlamentari italiani iscritti al gruppo “Verdi/Alleanza Libera Europea” hanno votato contro la risoluzione, mentre la maggioranza del gruppo ha votato a favore. Stiamo parlando di Cristina Guarda e Benedetta Scuderi, entrambe iscritte al partito Europa Verde, e Ignazio Marino e Leoluca Orlando, entrambi eletti con Alleanza Verdi-Sinistra (formata da Europa Verde e Sinistra Italiana), ma non iscritti a Europa Verde. Fino a qui nulla di insolito: è comune che i parlamentari dello stesso gruppo, ma di partiti diversi, votino in modo diverso.

Sul paragrafo numero 68, quello con cui il Parlamento ha espresso il suo sostegno al piano ReArm Europe, però, tre dei parlamentari italiani iscritti al gruppo dei Verdi – Guarda, Scuderi e Marino – hanno votato a favore, contraddicendo di fatto la linea di Europa Verde espressa negli scorsi giorni (il quarto parlamentare, Orlando, ha votato contro). Che cos’è successo dunque?

«Siamo andati a ricontrollare la votazione e abbiamo sbagliato tutti e tre a votare. Mi sono anche consultata con gli altri, e andremo a modificare le nostre dichiarazioni di voto. A me era proprio sfuggita», ha spiegato a Pagella Politica Guarda. «È stato proprio un momento probabilmente di défaillance, anche perché noi ci siamo sempre dichiarati contrari al ReArm Europe, tant’è vero che abbiamo votato contro a tutta la risoluzione». Come si legge nel resoconto del Parlamento europeo, Scuderi ha già fatto modificare la sua intenzione di voto.

Negli scorsi giorni vari esponenti di Europa Verde hanno criticato il piano di riarmo. «Un piano da 800 miliardi di euro in spese militari significa risorse sottratte a investimenti vitali, significa instabilità sociale», aveva detto l’11 marzo il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, contestando il piano di riarmo. Parole simili sono state dette anche da alcuni parlamentari europei di Europa Verde. «ReArm EU: ma quando ci siamo disarmati?», aveva chiesto l’11 marzo Benedetta Scuderi durante la discussione in aula della risoluzione, approvata il giorno dopo. «Invece di coordinarci, ora vogliamo gettare altre risorse in un sistema disfunzionale, legandoci a un’economia di guerra con sussidi per i già alti profitti dell’industria militare». Anche sui social network, i parlamentari europei di Europa Verde hanno espresso la loro contrarietà al nuovo piano di riarmo europeo.

Il percorso in Parlamento

La risoluzione comune votata il 12 marzo è stata presentata il 10 marzo, e conteneva già il riferimento al ReArm Europe. Al punto 68 della risoluzione infatti si legge: «[Il Parlamento, ndr] accoglie con favore il piano ReArm Europe in cinque punti proposto il 4 marzo 2025 dalla presidente della Commissione».
Il testo del punto 68 della risoluzione – Fonte: Parlamento europeo
Il testo del punto 68 della risoluzione – Fonte: Parlamento europeo
Il 5 marzo il Partito Popolare Europeo, i Socialisti e Democratici, i Verdi, Renew Europe e i Conservatori e Riformisti Europei avevano presentato cinque risoluzioni diverse, poi confluite nella risoluzione definitiva votata il 12 marzo. Solo le risoluzioni del Partito Popolare Europeo e dei Socialisti e Democratici contenevano riferimenti al Rearm Europe.

Alcuni gruppi hanno presentato quattro emendamenti al punto 68 del piano, ma nessuno è stato approvato. In particolare, i Verdi hanno proposto tre emendamenti, in cui sottolineavano che «gli investimenti previsti dovrebbero affrontare la mancanza di cooperazione » tra gli Stati membri, evidenziavano la necessità per gli Stati membri di disporre «di risorse finanziarie per rispondere alle sfide attuali e future» e auspicavano misure in grado di salvaguardare il reinvestimento del denaro pubblico. Mentre Conservatori e Riformisti Europei hanno presentato un solo emendamento, in cui chiedevano di cambiare il nome del piano da ReArm Europe a Defend Europe

Ricordiamo che le risoluzioni approvate dal Parlamento Ue non sono vincolanti e sono prive di effetti giuridici. Il loro scopo è ufficializzare una determinata posizione del Parlamento Ue, e invitare o raccomandare le istituzioni europee o nazionali a prendere provvedimenti su temi specifici. Spesso, nel voto sulle risoluzioni i gruppi del Parlamento Ue si dividono, e anche gli esponenti di uno stesso partito votano in modo diverso. Questo è accaduto proprio nel voto che ha riguardato anche ReArm Europe.

La posizione dei Verdi europei

Nonostante i Verdi italiani siano – a parole – piuttosto netti nell’opporsi al ReArm Europe, a livello europeo il gruppo dei Verdi ha dimostrato di avere idee diverse. «Il gruppo Greens/EFA accoglie con favore iniziative come ReArm Europe, ma insiste affinché gli stati membri dell’Ue lavorino finalmente più a stretto contatto in materia di sicurezza e difesa», ha fatto sapere tramite un comunicato stampa il gruppo politico al Parlamento europeo.

Reinier van Lanschot, europarlamentare olandese di Volt nel gruppo dei Verdi e relatore ombra del “Libro bianco sul futuro delle difesa europea” votato dal Parlamento europeo il 12 marzo, ha aggiunto che «la necessità di investimenti urgenti nella difesa è elevata. L’Ue deve mostrare leadership e assumersi la responsabilità della propria libertà e sicurezza», giudicando inoltre «positivo» che dalla commissione siano arrivate «proposte concrete». Un “relatore ombra” è un esponente di un gruppo politico che segue i lavori di una relazione senza esserne il proponente, allo scopo di informare il suo gruppo di riferimento sul tema in questione.

Allo stesso modo anche Villy Søvndal, membro danese dei Verdi europei e relatore ombra di un’altra risoluzione, quella sul “fermo sostegno dell’Ue all’Ucraina”, ha commentato dicendo che «è di fondamentale importanza che continuiamo a fare pressione sulla Russia». Per questi motivi il gruppo dei Verdi al Parlamento europeo, che tra l’altro sostiene la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen, il 12 marzo ha votato in maggioranza a favore del punto 68 della risoluzione sul libro bianco per la difesa, che riguardava il sostegno al ReArm Europe. Nello specifico, 45 parlamentari europei dei Verdi hanno approvato il punto della risoluzione, tra cui (per errore) gli italiani Scuderi, Guarda e Marino; mentre solo sei europarlamentari, tra i quali l’italiano Orlando, hanno votato contro.

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