Nelle ultime ore sta circolando su Twitter l’immagine di un testo, rilanciato anche dal leader di Azione Carlo Calenda, descritto come l’emendamento con cui il governo Meloni vorrebbe modificare il recente decreto-legge che ha introdotto un nuovo reato contro i rave party. In base al nuovo provvedimento, criticato da più parti per la sua vaghezza ed eccessiva severità, chi organizza o promuove l’invasione con più di 50 persone di un terreno o di un edificio, mettendo a rischio la salute e l’ordine pubblici, può essere punito con una multa da mille a 10 mila euro e con una reclusione da tre a sei anni. 

Il testo dell’emendamento che circola sui social, a firma del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, specifica che la norma introdotta dal governo «si applica esclusivamente ai raduni con finalità ludico-ricreative, aventi ad oggetto la fruizione di musica non autoctona e il consumo di sostanze psicotrope di cui al DPR 309/1990». Il decreto del presidente della Repubblica n. 309 del 9 ottobre 1990 è il cosiddetto “Testo unico in materia di sostanze stupefacenti”, la legislazione di riferimento sulle droghe in Italia.

In realtà, non esiste nessun emendamento di questo tipo, firmato dal ministro Piantedosi. Il testo è stato creato ad arte dal giornalista Carmelo Palma, come ha lui stesso confessato in una serie di tweet, per «fare il verso al giuridichese prefettizio della norma originaria». «Insomma, pensavo di fare un post simil-Lercio, invece ho fatto un piccolo esperimento sociale, che mi ha insegnato che quando la realtà supera Lercio non c’è proprio un bel niente da ridere», ha scritto Palma su Twitter.

Al momento il decreto-legge, approvato il 31 ottobre dal governo, deve iniziare il suo esame al Senato, che potrà introdurre modifiche, tra le altre cose, anche alla norma sui raduni illegali. Il provvedimento passerà poi alla Camera, dove dovrà ricevere il via libera definitivo entro 60 giorni successivi al 31 ottobre.