«Pensavate di esservi liberati di me eh? E invece sono ancora qui a rompere…». È il 13 luglio, sono passate da poco le sei del pomeriggio e l’ormai ex deputato di Forza Italia Elio Vito passeggia all’ombra del Pantheon, a Roma, mentre partecipa a un corteo per sostenere la proposta di legge sulla depenalizzazione della coltivazione di cannabis, che in queste settimane è in discussione alla Camera.
Qualche ora prima, in tarda mattinata, l’assemblea di Montecitorio aveva accettato ufficialmente le sue dimissioni da deputato. Vito, già ministro per i rapporti con il Parlamento tra il 2008 e il 2011 nel quarto governo Berlusconi, aveva presentato ufficialmente la richiesta di dimissioni al presidente della Camera Roberto Fico il 19 giugno, poco dopo la sua uscita dal gruppo di Fi alla Camera. Un’uscita avvenuta dopo mesi di dissenso rispetto alla linea adottata dal suo partito: dalla contrarietà di Forza Italia al cosiddetto “ddl Zan”, il disegno di legge contro l’omotransfobia, fino a quella sulla depenalizzazione della cannabis. «Ora sono libero, ma non rinnego nulla della mia carriera in Forza Italia», racconta a Pagella Politica l’ex deputato Vito, in maglietta e occhiali da sole, dopo aver svestito la giacca da parlamentare, che ha indossato per trent’anni.
Qualche ora prima, in tarda mattinata, l’assemblea di Montecitorio aveva accettato ufficialmente le sue dimissioni da deputato. Vito, già ministro per i rapporti con il Parlamento tra il 2008 e il 2011 nel quarto governo Berlusconi, aveva presentato ufficialmente la richiesta di dimissioni al presidente della Camera Roberto Fico il 19 giugno, poco dopo la sua uscita dal gruppo di Fi alla Camera. Un’uscita avvenuta dopo mesi di dissenso rispetto alla linea adottata dal suo partito: dalla contrarietà di Forza Italia al cosiddetto “ddl Zan”, il disegno di legge contro l’omotransfobia, fino a quella sulla depenalizzazione della cannabis. «Ora sono libero, ma non rinnego nulla della mia carriera in Forza Italia», racconta a Pagella Politica l’ex deputato Vito, in maglietta e occhiali da sole, dopo aver svestito la giacca da parlamentare, che ha indossato per trent’anni.