Sulla decadenza di Alessandra Todde è difficile fare previsioni

La presidente della Regione Sardegna è accusata di aver violato le regole sulla rendicontazione delle spese elettorali. Il caso è complicato perché riguarda sia la politica sia la giustizia
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Alessandra Todde rischia di perdere l’incarico di presidente della Regione Sardegna, che ricopre da marzo 2024, quando ha vinto le elezioni regionali supportata dal Partito Democratico, dal Movimento 5 Stelle e da Alleanza Verdi-Sinistra. Il caso è complicato perché riguarda sia la politica sia la giustizia, e al momento è difficile fare previsioni sul suo esito. 

In breve, il 3 gennaio il Collegio regionale di garanzia elettorale della Sardegna ha chiesto al Consiglio regionale della Sardegna di approvare la decadenza di Todde da consigliera regionale, e di conseguenza da presidente di regione. I Collegi regionali di garanzia elettorale sono organi della giustizia italiana che fanno parte delle Corti d’Appello, e hanno il compito di verificare le rendicontazioni e la trasparenza delle spese sostenute in campagna elettorale dai membri del Parlamento e dei Consigli regionali. Secondo il Collegio di garanzia della Sardegna, Todde ha commesso alcune irregolarità nella comunicazione delle proprie spese elettorali, e per questo motivo deve pagare anche una multa da 40 mila euro. Il Collegio di garanzia ha trasmesso la sentenza alla Procura di Cagliari, per l’apertura di un eventuale inchiesta di carattere penale. I tempi per avere novità su questa vicenda si aspettano essere lunghi: Todde può fare ricorso in tribunale contro la sentenza del Collegio di garanzia e, come detto, bisognerà capire quali sviluppi ci saranno sul piano politico e giudiziario.

I rilievi del Collegio di garanzia

Nella sentenza, il Collegio regionale di garanzia elettorale della Sardegna ha scritto che Todde ha violato la legge n. 515 del 1993, che stabilisce le norme per la trasparenza delle spese alle elezioni politiche per il rinnovo  dei membri della Camera e del Senato. In base alla legge regionale della Sardegna, le norme previste dalla legge n. 515 del 1993 valgono anche per le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale sardo. 

Innanzitutto, Todde è accusata di non aver rispettato le regole per l’invio del rendiconto delle spese e dei finanziamenti ricevuti in campagna elettorale. Entro tre mesi dalla data delle elezioni regionali, infatti, tutti i candidati devono inviare al Collegio di garanzia le spese sostenute e i finanziamenti della propria campagna elettorale, per le verifiche previste dalla legge. Secondo il Collegio, nel suo rendiconto Todde ha dichiarato di aver speso circa 90 mila euro per la propria campagna, ricevendo altrettanti finanziamenti da parte di soggetti privati. Allo stesso tempo, però, Todde ha allegato alle sue spese anche quelle sostenute dal “Comitato elettorale del M5S per l’elezione del presidente della Regione Sardegna”, rendendo di fatto impossibile per il Collegio di garanzia stabilire quali spese siano state effettivamente sostenute dalla presidente. 

In secondo luogo, Todde è accusata di non aver nominato un mandatario elettorale. Quest’ultimo è un soggetto terzo che i candidati consiglieri e i candidati presidente devono nominare prima della campagna elettorale: il suo compito è occuparsi della raccolta dei fondi per la campagna stessa. Il Collegio di garanzia ha rilevato poi che Todde avrebbe raccolto i finanziamenti non su un conto corrente appositamente creato per la campagna elettorale, ma su un conto corrente aperto nella filiale di Intesa San Paolo di Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei deputati. Prima di diventare presidente della Sardegna, Todde è stata eletta deputata per il Movimento 5 Stelle alle elezioni politiche del 2022, incarico che ha lasciato successivamente per incompatibilità con la carica di presidente di regione. 

Infine, il Collegio di garanzia ha contestato il fatto che nella lista dei finanziamenti ricevuti mancano i nominativi per due finanziatori e che non è chiaro in quale conto corrente siano confluiti i fondi di 16 donazioni ricevute da Todde attraverso PayPal, il sistema di pagamento che consente di trasferire denaro senza il ricorso diretto a un conto corrente.

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La contraddizione sulle spese

Il 3 dicembre Todde ha replicato alle contestazioni del Collegio di garanzia regionale, che a sua volta ha elencato nella sentenza alcune incrongruenze riscontrate nelle risposte fornite dalla presidente della Regione Sardegna.

In particolare, il Collegio ha sottolineato un’incongruenza: Todde ha precisato né di avere sostenuto spese a titolo personale né di avere ricevuto finanziamenti per la sua campagna elettorale, aggiungendo che tutta la sua campagna elettorale è stata finanziata dal suo partito, il Movimento 5 Stelle. Questa dichiarazione, però, contraddice quanto dichiarato da Todde in passato. Il 7 marzo 2024, ospite di Piazzapulita su La7, la stessa presidente della Sardegna aveva detto di essersi «pagata gran parte» della campagna elettorale.  

Il 4 gennaio, dopo l’annuncio della sentenza del Collegio di garanzia, Todde ha smentito quanto dichiarato ormai dieci mesi fa e ha detto che la campagna elettorale è stata gestita dal suo comitato elettorale, e che lei non ha sostenuto nessuna spesa.

Una questione giudiziaria e politica

Secondo Todde, i leader del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle la supportano ancora, sebbene non abbiano preso esplicitamente posizione in sua difesa. «Ho sentito Giuseppe Conte ed Elly Schlein: chiaramente ho il supporto della mia forza politica e di tutte le forze politiche della mia maggioranza che ovviamente stanno lavorando per sostenermi», ha detto Todde, annunciando che nei prossimi giorni farà ricorso contro la decisione del Consiglio di garanzia regionale sardo.

Il 7 gennaio il Consiglio di garanzia ha inviato i documenti sul caso al presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Giampietro Comandini. Quest’ultimo ha a sua volta inviato i documenti alla Giunta delle elezioni del Consiglio regionale, l’organo che stabilisce sulla legittimità dell’elezione dei consiglieri regionali. In qualità di presidente della Regione Sardegna, Todde è di diritto consigliera regionale, e in virtù della sentenza nei suoi confronti decadrebbe anche da questo incarico. Attualmente la Giunta è composta da nove consiglieri regionali: cinque sono esponenti della maggioranza che sostiene Todde, formata tra gli altri da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra, tre sono consiglieri di opposizione, ossia dei partiti di centrodestra, mentre uno fa parte del gruppo Misto.  

Secondo il regolamento del Consiglio regionale della Sardegna, la Giunta per le elezioni dovrà esprimersi sulla decisione entro 90 giorni dal momento in cui ha ricevuto la documentazione riguardante il caso di Todde. Con tutta probabilità, la Giunta si riunirà il 15 gennaio, ma il presidente non ha ancora convocato ufficialmente la riunione. Dopo il parere della Giunta, la decisione finale sulla decadenza passerà all’esame dell’aula del Consiglio regionale che dovrà esprimersi con un voto segreto.

Le incognite

Fare previsioni su che cosa deciderà la Giunta sul caso di Todde è al momento impossibile. 

Tra l’altro, secondo alcune fonti stampa, non è detto che la Giunta delle elezioni arrivi necessariamente a un decisione favorevole o contraria alla decadenza di Todde. La Giunta potrebbe stabilire di non avere competenza sul caso della presidente di regione, per il fatto che Todde è consigliere regionale solo di diritto, essendo stata eletta in primo luogo come presidente di regione. In questo caso, la Giunta delle elezioni potrebbe stabilire che non spetta al Consiglio regionale decidere sulla decadenza di Todde e tutto dipenderebbe quindi dalla decisione della Corte d’Appello su un eventuale ricorso di Todde contro la sentenza del Collegio di garanzia elettorale. Sulla possibilità che la Giunta delle elezioni si astenga dal giudizio su Todde, il presidente della Giunta Giuseppe Frau (Uniti per Alessandra Todde) ha detto che è necessario «attendere la convocazione»: «Ho la necessità di confrontarmi con tutti i colleghi di maggioranza e di opposizione presenti all’interno della Giunta stessa e, a quel punto, faremo tutte le valutazioni del caso».   

Come anticipato, Todde potrebbe comunque essere coinvolta pure in un’inchiesta di carattere penale, nel caso in cui la Procura di Cagliari dovesse aprire un procedimento contro di lei per le presunte irregolarità commesse in campagna elettorale.

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