Da anni, l’acqua pubblica è al centro del dibattito politico.
Già otto anni fa, il 12 e il 13 giugno 2011, gli elettori italiani avevano votato a favore dell’abrogazione di due norme in materia, in due diversi quesiti referendari: uno contro la possibilità di privatizzare la gestione dei servizi idrici, l’altro su un aspetto più complesso, ossia la remunerazione per il capitale investito dal gestore del servizio idrico. Nonostante la vittoria dei “sì” in entrambi i quesiti, da allora poco è cambiato nella gestione dell’acqua pubblica.
Adesso il Programma di governo, pubblicato il 4 settembre 2019 da Movimento 5 stelle, Partito democratico e Liberi e Uguali, dice al punto 22 che «bisogna approvare subito una legge sull’acqua pubblica». Una proposta di legge sul tema – a prima firma di Federica Daga (M5s) – è ferma da tempo in commissione alla Camera.
Ma, ad oggi, come viene gestita l’acqua pubblica in Italia e nel resto d’Europa? Abbiamo cercato di fare un po’ di chiarezza.
Governo Meloni
Il “Taglia leggi” del governo Meloni non convince tutti