La classifica dei governi con più (e meno) laureati

Abbiamo analizzato i titoli di studio di ministri, sottosegretari e presidenti del Consiglio dei 68 governi della storia repubblicana
ANSA/FABIO FRUSTACI
ANSA/FABIO FRUSTACI
In questi giorni sta facendo discutere la nomina a ministro della Cultura del giornalista Alessandro Giuli, che nel suo curriculum vitae ha scritto di aver studiato filosofia all’università senza però discutere la tesi di laurea, e quindi senza laurearsi. «In questo Paese stiamo dando il messaggio che la laurea non serve, nemmeno per fare il ministro della Cultura da quello che si vede», ha detto per esempio il leader di Italia Viva Matteo Renzi il 7 settembre, ospite ad Agorà Weekend su Rai 3. 

Giuli, però, non è l’unico ministro del governo Meloni a non essere laureato: si sono diplomati alla scuola superiore, senza laurearsi, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini e il ministro della Difesa Guido Crosetto. Quattro ministri su 26 del governo Meloni (contando tra i 26 anche il dimissionario Gennaro Sangiuliano) non hanno la laurea, un numero pari al 15,4 per cento di tutti i ministri. Questa percentuale sale al 16,7 per cento se si considerano anche i sottosegretari (tra cui i due dimissionari Vittorio Sgarbi e Augusta Montaruli, entrambi comunque laureati). Nel complesso, l’83,3 per cento dei componenti del governo Meloni ha almeno una laurea: 55 su 66.

Dei 68 governi che si sono alternati nella storia repubblicana, la percentuale di laureati del governo Meloni è la trentaseiesima più alta, o la trentaduesima più bassa, a seconda dei punti di vista. Per calcolare le percentuali di laureati e non laureati di tutti i governi della storia repubblicana abbiamo usato il database I governi italiani ai raggi X, sviluppato da Il Sole 24 Ore e da Pagella Politica, sulle elaborazioni di Andrea Carboni, ricercatore alla University of Sussex. Come mostra il grafico, solo il governo guidato da Lamberto Dini è stato composto esclusivamente da ministri e sottosegretari laureati: 67 su 67. Il governo di Mario Monti, invece, ha avuto solo un componente non laureato su 50, il sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi-Doria. Il governo che nella storia repubblicana ha avuto meno laureati è stato il quinto governo Moro (26,2 per cento di non laureati) seguito dal primo governo Conte (23,9 per cento).
Se si considerano solo i ministri e si tolgono dal calcolo i sottosegretari, altri cinque governi – oltre a quello Dini – non hanno avuto componenti senza laurea: il terzo governo De Gasperi, il primo governo Fanfani, il secondo governo Leone, il secondo governo Andreotti e il già citato governo Monti. In questa speciale classifica, diciotto governi hanno registrato percentuali di ministri non laureati più alta del 15,4 per cento registrato dal governo Meloni.

I ministri della Cultura e i presidenti del Consiglio

Il caso di Alessandro Giuli non è comunque isolato. Abbiamo analizzato i titoli di studio dei 40 ministri che dal 1974 (anno in cui è nato il ministero) in poi hanno ricoperto lo stesso ruolo che fino al 6 settembre è stato di Sangiuliano e Giuli non è il primo ministro della Cultura senza laurea.

Negli ultimi cinquant’anni ci sono stati almeno due casi simili, entrambi in governi di centrosinistra (ed entrambi ex sindaci di Roma). Dal 17 maggio 1996 al 21 ottobre 1998 Walter Veltroni è stato vicepresidente del Consiglio del primo governo Prodi, ricoprendo anche la carica di ministro per i Beni culturali, lo Spettacolo e lo Sport. Veltroni non è laureato, così come all’epoca in cui è stato ministro non era laureato Francesco Rutelli, vicepresidente del Consiglio e ministro per i Beni e le Attività Culturali nel secondo governo Prodi dal 17 maggio 2006 al 6 maggio 2008. Veltroni ha frequentato l’istituto professionale di Stato per la cinematografia, mentre Rutelli il liceo classico. Rutelli si è poi laureato nel 2017 in Pianificazione e progettazione del paesaggio e dell’ambiente. 

Curiosa coincidenza: anche Meloni non è l’unica presidente del Consiglio della storia repubblicana a non essere laureata. Pure qui ci sono due casi analoghi: Bettino Craxi e Massimo D’Alema, entrambi due volte presidenti del Consiglio, hanno iniziato gli studi universitari (giurisprudenza e scienze politiche il primo, filosofia il secondo) senza portarli a termine. Tra i presidenti del Consiglio laureati, oltre la metà si è laureato in Giurisprudenza; seguono poi i laureati in Economia e quelli in Lettere.

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