In questi giorni sta facendo discutere la nomina a ministro della Cultura del giornalista Alessandro Giuli, che nel suo curriculum vitae ha scritto di aver studiato filosofia all’università senza però discutere la tesi di laurea, e quindi senza laurearsi. «In questo Paese stiamo dando il messaggio che la laurea non serve, nemmeno per fare il ministro della Cultura da quello che si vede», ha detto per esempio il leader di Italia Viva Matteo Renzi il 7 settembre, ospite ad Agorà Weekend su Rai 3.
Giuli, però, non è l’unico ministro del governo Meloni a non essere laureato: si sono diplomati alla scuola superiore, senza laurearsi, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini e il ministro della Difesa Guido Crosetto. Quattro ministri su 26 del governo Meloni (contando tra i 26 anche il dimissionario Gennaro Sangiuliano) non hanno la laurea, un numero pari al 15,4 per cento di tutti i ministri. Questa percentuale sale al 16,7 per cento se si considerano anche i sottosegretari (tra cui i due dimissionari Vittorio Sgarbi e Augusta Montaruli, entrambi comunque laureati). Nel complesso, l’83,3 per cento dei componenti del governo Meloni ha almeno una laurea: 55 su 66.
Dei 68 governi che si sono alternati nella storia repubblicana, la percentuale di laureati del governo Meloni è la trentaseiesima più alta, o la trentaduesima più bassa, a seconda dei punti di vista. Per calcolare le percentuali di laureati e non laureati di tutti i governi della storia repubblicana abbiamo usato il database I governi italiani ai raggi X, sviluppato da Il Sole 24 Ore e da Pagella Politica, sulle elaborazioni di Andrea Carboni, ricercatore alla University of Sussex. Come mostra il grafico, solo il governo guidato da Lamberto Dini è stato composto esclusivamente da ministri e sottosegretari laureati: 67 su 67. Il governo di Mario Monti, invece, ha avuto solo un componente non laureato su 50, il sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi-Doria. Il governo che nella storia repubblicana ha avuto meno laureati è stato il quinto governo Moro (26,2 per cento di non laureati) seguito dal primo governo Conte (23,9 per cento).
Giuli, però, non è l’unico ministro del governo Meloni a non essere laureato: si sono diplomati alla scuola superiore, senza laurearsi, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini e il ministro della Difesa Guido Crosetto. Quattro ministri su 26 del governo Meloni (contando tra i 26 anche il dimissionario Gennaro Sangiuliano) non hanno la laurea, un numero pari al 15,4 per cento di tutti i ministri. Questa percentuale sale al 16,7 per cento se si considerano anche i sottosegretari (tra cui i due dimissionari Vittorio Sgarbi e Augusta Montaruli, entrambi comunque laureati). Nel complesso, l’83,3 per cento dei componenti del governo Meloni ha almeno una laurea: 55 su 66.
Dei 68 governi che si sono alternati nella storia repubblicana, la percentuale di laureati del governo Meloni è la trentaseiesima più alta, o la trentaduesima più bassa, a seconda dei punti di vista. Per calcolare le percentuali di laureati e non laureati di tutti i governi della storia repubblicana abbiamo usato il database I governi italiani ai raggi X, sviluppato da Il Sole 24 Ore e da Pagella Politica, sulle elaborazioni di Andrea Carboni, ricercatore alla University of Sussex. Come mostra il grafico, solo il governo guidato da Lamberto Dini è stato composto esclusivamente da ministri e sottosegretari laureati: 67 su 67. Il governo di Mario Monti, invece, ha avuto solo un componente non laureato su 50, il sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi-Doria. Il governo che nella storia repubblicana ha avuto meno laureati è stato il quinto governo Moro (26,2 per cento di non laureati) seguito dal primo governo Conte (23,9 per cento).