Dopo mesi di muro contro muro, la guerra fra l’Associazione Rousseau e il Movimento 5 stelle si è infine conclusa con un’intesa, ma non senza rancori.
«Il tempo dell’attesa e dei rinvii è finito, il Movimento 5 Stelle entra, forte delle sue radici, in una nuova storia – ha annunciato l’ex premier Giuseppe Conte su Facebook il 5 giugno – siamo finalmente in possesso dei dati degli iscritti ed è stato raggiunto l’accordo con l’associazione Rousseau». Gli elenchi a lungo attesi dall’Associazione Rousseau permetteranno, con una votazione online, di consacrare ufficialmente la leadership di Conte per il rilancio del Movimento.
Dall’altra parte, il presidente dell’Associazione Rousseau Davide Casaleggio ha scritto sul Blog delle stelle un post amaro: «Con dolore, al completamento del passaggio dei dati, mi disiscriverò dal MoVimento 5 Stelle come tanti hanno deciso di fare negli ultimi mesi».
Vediamo i dettagli.
Le puntate precedenti
In risposta a una segnalazione del Movimento 5 stelle, il Garante della privacy il 1° giugno ha ordinato all’Associazione Rousseau «di consegnare al Movimento 5 Stelle tutti i dati personali degli iscritti al Movimento» entro cinque giorni dalla comunicazione. Fino a quel momento – lo ricordiamo – Davide Casaleggio si era rifiutato di consegnare le liste, sostenendo che il M5s non avesse un legale rappresentante a cui affidare i dati.
Sulla base della documentazione acquisita, l’Autorità ha però stabilito che «il Movimento 5 stelle e l’Associazione Rousseau risultano essere, rispettivamente, titolare e responsabile del trattamento dei dati degli iscritti». Il responsabile del trattamento, ha spiegato il Garante, è tenuto a cancellare o restituire i dati in suo possesso «dopo che è terminata la prestazione dei servizi richiesti relativi al trattamento».
Nonostante la chiara indicazione dell’Autorità, Casaleggio ha chiesto con una lettera di sospendere la scadenza, ma il Garante ha rifiutato di riaprire la questione e ha ribadito l’obbligo di consegnare la lista degli iscritti al Movimento 5 stelle. E così è avvenuto nel weekend del 5-6 giugno.
«Ci prendiamo solo qualche giorno per verificare i dati e predisporre tutte le attività preliminari alle operazioni di voto – ha commentato Conte su Facebook – subito dopo presenteremo il nuovo Statuto e la Carta dei principi e dei valori: sarà aperta una fase per le osservazioni degli iscritti ed entro la fine di questo mese ci sarà la pronuncia con un voto online prima sullo Statuto e successivamente sul nuovo leader del M5». Questa volta, dunque, la scadenza potrebbe essere reale: entro fine giugno il Movimento entrerà nella sua seconda vita a guida Giuseppe Conte.
Mentre i maggiori esponenti del partito festeggiavano la notizia, Casaleggio pubblicava sul Blog delle stelle un post aspro già dal titolo Il fu Movimento 5 stelle. «Questo non è più il Movimento – è stata la conclusione del presidente dell’Associazione Rousseau – e sono certo non lo avrebbe più riconosciuto nemmeno mio padre». Il padre di Davide Casaleggio, Gianroberto, morto nel 2016, è stato uno dei fondatori nonché maggiori ideologi del Movimento 5 stelle delle origini.
Mentre Rousseau ha acconsentito alla consegna dei dati (obbligato dal Garante – ma anche evitando una continuazione della vicenda in tribunale), il Movimento 5 stelle, dall’altra, ha accettato di onorare i propri debiti, di cui non è chiara l’entità. L’associazione di Casaleggio rivendicava oltre 400mila euro. Il M5s, nei mesi passati, ne avrebbe offerti la metà. Nell’accordo finale si sarebbe raggiunto un compromesso fra le due posizioni di partenza.
Il futuro
Il 7 giugno il confronto fra Giuseppe Conte e Davide Casaleggio è continuato a distanza con due interviste, rispettivamente sul Corriere della sera e alla Stampa.
L’intervista dell’ex premier – ricondivisa interamente su Facebook – è la prima dalla caduta del suo governo, a febbraio 2021. Conte ha mantenuto un certo equilibrismo nel definire le caratteristiche del nuovo Movimento («Avrà un respiro più ampio e internazionale, sarà in costante dialogo con la società civile e con tutte le componenti sane del Paese»), ma dalle sue risposte sono emerse almeno due notizie.
La prima è che l’ex presidente del Consiglio non si candiderà per il seggio lasciato vacante alla Camera dalle deputata M5s Emanuela Del Re, nominata rappresentante Ue per il Sahel: «Devo dedicarmi a tempo pieno alla ripartenza del Movimento – ha detto Conte – Un seggio in Parlamento è un onore ma sarebbe un disonore lasciarlo sistematicamente vuoto».
Un altro passaggio significativo ha toccato la questione dei transfughi (per lo più espulsi) del M5s, che Conte sembrerebbe pronto a accogliere di nuovo: «L’appoggio a Draghi è stata una scelta difficile e dolorosa e io ho profondo rispetto per chi si è allontanato», sono state le parole dell’ex premier. In particolare, Conte ha avuto parole di stima e di grande apertura nei confronti di Alessandro Di Battista: «Di Battista è un ragazzo leale e appassionato – ha commentato – adesso è in partenza per l’America Latina ma quando tornerà ci confronteremo e valuteremo le ragioni per camminare ancora insieme».
Mentre il nuovo leader del M5s ha voluto chiudere la contesa con parole concilianti («io e tutto il Movimento abbiamo grande rispetto per Casaleggio, padre e figlio»), dall’altra parte Davide Casaleggio se n’è andato sbattendo la porta e senza nascondere la propria amarezza sulle pagine de La Stampa.
Per Casaleggio, a cancellare il Movimento delle origini è stata la paura «di perdere le posizioni acquisite». In un passaggio, il presidente dell’Associazione Rousseau ha rivendicato i successi raggiunti dal “suo” M45s: «Abbiamo dato a migliaia di sconosciuti l’opportunità di rivestire ruoli prestigiosi e impensabili. Questo è successo anche con l’avvocato del popolo. Ora si vuole attribuire questa possibilità a persone ben definite». Un po’ come a dire: intanto, anche Conte è lì grazie a noi; i vertici della forza politica, partiti dal basso, non sono più disposti a non condividere con altri il potere acquisito.
E infine, alla domanda su cosa avrebbe pensato il padre della situazione attuale, Casaleggio ha risposto: «Mio padre probabilmente sarebbe stato molto meno paziente di me e sarebbe andato via molto prima».
Giustizia
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