L’andamento delle terapie intensive
Il numero di pazienti in terapia intensiva è un buon indicatore per capire quanto sono messi sotto pressione i sistemi sanitari, anche se bisogna tenere presente che i cinque grandi Paesi europei hanno criteri di ammissione diversi, in particolar modo quando il numero di pazienti cresce.
Ad oggi il Regno Unito è il Paese con il minor numero di pazienti Covid-19 in terapia intensiva, con un’incidenza di 0,53 ogni centomila abitanti. Al secondo posto c’è l’Italia, con 1,7 pazienti ogni centomila abitanti, seguita da Spagna e Germania (2,9), e dalla Francia (4,5).
La Germania ha raggiunto il picco delle persone ricoverate in terapia intensiva a inizio dicembre, con 6 pazienti ogni 100 mila abitanti, il Regno Unito il 4 gennaio, la Francia il 12 gennaio, l’Italia il 18 gennaio e la Spagna il 24 gennaio. Al momento la Germania è l’unico grande Paese europeo con un trend di crescita del numero di pazienti in rianimazione, anche se su numeri molto più bassi rispetto al picco autunnale.
Nonostante la forte crescita dei contagi causata dalla variante omicron, nel Regno Unito non sono stati registrati aumenti significativi nell’occupazione delle terapie intensive, con numeri in calo da un mese e mezzo. Come
ha spiegato Tom Calver, giornalista del
Times di Londra, è probabile che questa dinamica sia spiegata dal fatto che il Regno Unito ha iniziato a somministrare le terze dosi di vaccino contro la Covid-19 prima degli altri grandi Paesi europei. In questo modo i britannici hanno affrontato l’ondata causata dalla variante omicron con una protezione maggiore.