Il 30 dicembre è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il testo del cosiddetto “decreto Milleproroghe”, approvato dal Consiglio dei ministri una settimana prima. Come suggerisce il nome, questo provvedimento – che ora dovrà passare l’esame del Parlamento – ha l’obiettivo di posticipare alcune imminenti scadenze legislative, in ambiti molto diversi tra loro. Già a fine aprile il governo aveva approvato un decreto-legge simile, poi confluito a giugno nella conversione in legge di un altro decreto.
Da oltre vent’anni il decreto “Milleproroghe” di fine anno è ormai diventato una prassi della politica italiana, molto criticata perché il testo viene di norma usato come una sorta di grande contenitore, di cui il governo di turno può approfittare per inserire norme su materie sconnesse tra loro.
Su questo fronte, complice anche la pandemia, il decreto approvato dal governo guidato da Mario Draghi non ha fatto eccezione. Dalla sanità alla giustizia, passando per la gestione delle imprese strategiche, le proroghe riguardano parecchi settori.
Dalle assunzioni dei medici agli “xenotrapianti”
Almeno fino alla fine del 2022 i laureati in medicina e chirurgia abilitati, così come gli specializzandi in pediatria, potranno sostituire provvisoriamente medici di medicina generale o pediatri e assumere incarichi a tempo determinato all’interno del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Questa possibilità era stata concessa inizialmente dal decreto “Cura Italia”, approvato a marzo 2020 dal governo Conte II.
Fino al prossimo 31 marzo le regioni in difficoltà potranno poi continuare ad assumere, per un massimo di sei mesi, personale sanitario in pensione, prorogando anche in questo caso una misura contenuta nel “Cura Italia”. Durante l’anno l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) potrà inoltre assumere 40 nuovi dipendenti a tempo indeterminato e rinnovare circa 70 contratti scaduti il 31 dicembre 2021.
Sempre in ambito scientifico, è stata nuovamente spostata alla fine del 2022 l’entrata in vigore del bando sulla possibilità di svolgere alcune tipologie di test sugli animali, come quelli sulle droghe o sul trapianto di organi tra specie diverse (una procedura detta “xenotrapianto”). Lo stop era inizialmente stato previsto da una legge del 2014, ma a causa dei continui rimandi non è ancora entrato in vigore.
Più tempo per assumere nella pubblica amministrazione
Il decreto “Milleproroghe” ha spostato al 31 dicembre 2022 il termine per assumere personale a tempo indeterminato per le amministrazioni pubbliche dello Stato, in modo da compensare i licenziamenti verificatisi tra il 2009 e il 2012.
La scadenza è stata invece posticipata di soli tre mesi, dal 31 dicembre 2021 al 31 marzo 2022, per quanto riguarda le assunzioni tramite concorso per le forze armate, le forze di polizia, il corpo nazionale dei vigili del fuoco, il personale dell’amministrazione penitenziaria e dell’esecuzione penale minorile.
È stata inoltre estesa da quattro a otto anni la durata del mandato dei direttori del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) e dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (Aise), due organi dei servizi segreti italiani.
Prorogati gli aiuti alle imprese
Il “Milleproroghe” ha spostato in avanti di sei mesi, fino al 30 giugno 2022, il termine per la richiesta di alcuni aiuti economici da parte delle imprese colpite dalla pandemia di Covid-19, introdotti con il decreto “Rilancio” di maggio 2020. In particolare, tra le misure prorogate fino a fine giugno ci sono le garanzie sui prestiti bancari, i prestiti a tasso agevolato e le sovvenzioni salariali a carico degli enti territoriali, come le Regioni.
Sono poi confermate anche per il 2022 le attività del “Fondo nuove Competenze”, un progetto avviato con il decreto “Rilancio”, per promuovere iniziative volte ad «adeguare le competenze dei lavoratori» tramite corsi di formazione specifici.
È stata invece rimossa dalla versione finale del provvedimento la proroga fino al 21 marzo 2022 della cassa integrazione per le aziende strategiche con più di mille dipendenti, una misura inclusa in una bozza del decreto diffusa lo scorso 23 dicembre e ripresa da diverse fonti stampa.
Negli ultimi giorni ha fatto molto discutere una norma del “Milleproroghe” sulla gestione dell’acciaieria ex Ilva di Taranto. Il governo ha infatti deciso di destinare parte degli 1,2 miliardi di euro sequestrati al Gruppo Riva, che in passato controllava l’impianto, non solo alle attività di bonifica ambientale della zona ma anche a «progetti di decarbonizzazione del ciclo produttivo dell’acciaio» del sito siderurgico. I fondi in questione potranno essere utilizzati per risanare l’area e per modernizzare i processi produttivi dello stabilimento, oggi nelle mani del gruppo Acciaierie d’Italia, co-partecipato tra lo Stato italiano e il colosso dell’acciaio ArcelorMittal.
Secondo alcuni ambientalisti e politici locali, questo “dirottamento” di risorse rischia di ridurre lo sforzo per migliorare la qualità ambientale della zona per avvantaggiare i gestori dell’impianto, rischiando così di contraddire anche alcune norme europee. Vedremo se con l’esame parlamentare la misura rimarrà in piedi, oppure no.
Il “golden power” resta anche nel 2022
Il decreto “Milleproroghe” ha confermato, almeno fino alla fine del 2022, gli ambiti di applicazione per il cosiddetto “golden power” così come decisi dal decreto “Liquidità” (decreto-legge n. 23 del 2020). Ricordiamo che il “golden power” consiste in una serie di poteri speciali che il governo può esercitare per tutelare l’interesse nazionale su società, pubbliche e private, che operano in settori considerati strategici,
La disciplina del “golden power” è stata istituita formalmente nel 2012 per adattare l’ordinamento italiano al diritto europeo. Nel 2019 la sua portata è poi stata estesa ad altri settori, tra cui la tecnologia 5G.
Come accennato, durante la pandemia il decreto “Liquidità” ha allargato ulteriormente l’ambito di applicazioni del golden power – pur sempre rimanendo entro i confini del quadro normativo europeo – aggiungendo, per esempio, le attività che hanno a che fare con «l’energia, i trasporti, l’acqua, la salute, le comunicazioni, i media, il trattamento o l’archiviazione di dati, le infrastrutture aerospaziali, di difesa, elettorali o finanziarie» ma anche, tra le altre cose, «l’intelligenza artificiale, la robotica, la cybersicurezza, le nanotecnologie e le biotecnologie, la libertà e il pluralismo dei media».
Come spiega un approfondimento della Camera, con il “golden power” il governo può per esempio opporsi o dettare condizioni specifiche all’acquisto di partecipazioni azionarie nelle società interessate.
Le proroghe nella giustizia
Per quanto riguarda il mondo delle giustizia, restano in vigore per tutto il 2022 le norme decise dal decreto “Rilancio” e dal decreto “Ristori”, che consistono principalmente nella possibilità di depositare gli atti per via telematica e di partecipare, in determinate circostanze, da remoto ai processi civili o penali.
I processi tributari e amministrativi, così come le udienze della Corte dei Conti, potranno invece essere svolti a distanza fino al 31 marzo 2022.
Governo Meloni
Il “Taglia leggi” del governo Meloni non convince tutti