Ogni anno, in particolare durante il periodo estivo, si ripresenta il problema degli animali abbandonati. Secondo la Lav (Lega anti-vivisezione), «si stima che ogni anno in Italia siano abbandonati una media di 80.000 gatti e 50.000 cani, più dell’80 per cento dei quali rischia di morire in incidenti, di stenti o a causa di maltrattamenti».
Si tratta appunto di stime e riferite ai soli cani e gatti. Non è possibile, in questo ambito, avere numeri precisi: l’Istat dichiara esplicitamente di non occuparsene. Sugli altri animali domestici – pesci, uccelli, tartarughe e via dicendo – non abbiamo dati ma, alla luce della loro numerosità, è facile immaginare che vadano ad ingrossare la cifra totale.
Secondo un’indagine del Censis sul “valore sociale del medico veterinario”, presentata a marzo 2019, sui 32 milioni e 180 mila animali da compagnia che ci sono in Italia, i più numerosi sono i volatili (13 milioni), seguiti da cani e gatti, appaiati a circa 7 milioni, da piccoli mammiferi come criceti e conigli (1,83 milioni), dai pesci (1,65 milioni) e dai rettili (1,36 milioni). I dati provengono, secondo quanto riporta il Censis, dalla Fediaf, la Federazione delle industrie produttrici di cibo per animali domestici.
Ma che cosa si rischia, dal punto di vista legale, per l’abbandono di animale?
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