In conclusione
Negli ultimi giorni è circolata su WhatsApp la notizia secondo cui la sensitiva Sylvia Browne avrebbe predetto, in un testo pubblicato nel 2004, il diffondersi, nel 2020, del nuovo coronavirus Sars-Cov-2.
La previsione, correttamente attribuita a Sylvia Browne, è contenuta nel libro End of Days. Predictions and Prophecies About the End of the World pubblicato in inglese nel 2008. Un brano tratto da lì è incluso nel libro della stessa autrice pubblicato in italiano nel 2012 con il titolo Profezie. In passato la Browne è stata spesso criticata per le sue previsioni sbagliate e per il suo coinvolgimento in casi di cronaca.
Guardando, nello specifico, alla previsione fatta: essa è anticipata da una previsione che si è rivelata falsa e in cui si parlava della diffusione nel 2010 di un virus proveniente da degli uccelli esotici.
Per quanto riguarda invece lo scenario previsto per il 2020, i dettagli della previsione sono vaghi e generici: temporalmente, nella versione in lingua originale, si legge che la diffusione avverrebbe «attorno al 2020», il che indica potenzialmente un arco di tempo piuttosto ampio; si fa riferimento ad una «polmonite» ma le forme in cui questa patologia può presentarsi sono varie e gli esiti differenti; inoltre, la veloce diffusione e le numerose vittime legate ad una patologia simile avevano un esempio recente in quanto accaduto con la Sars nel 2002.
Infine, confrontando quanto previsto dalla Browne con quanto sappiamo sul nuovo coronavirus, ci sono delle imprecisioni: non è vero che il Sars-Cov-2 resiste a qualsiasi tipo di cura e non è detto che colpisca bronchi e polmoni. Nei casi più gravi, infatti, colpisce gli alveoli polmonari ma nella maggior parte delle persone che lo contraggono causa sintomi differenti (febbre, debolezza, naso chiuso) che non interessano necessariamente polmoni o bronchi.
[1] Ricercare la parola «pneumonia».