La campagna vaccinale si è praticamente fermata

Le somministrazioni, anche tra i bambini, sono sempre meno, nonostante oltre 6 milioni di persone in età vaccinabile siano scoperte 
ANSA/TINO ROMANO
ANSA/TINO ROMANO
Nella settimana tra il 7 e il 13 marzo, in Italia sono state somministrate al giorno in media circa 64 mila dosi di vaccino contro la Covid-19. È il numero più basso registrato dall’inizio della campagna vaccinale, a gennaio 2021, quando il numero di dosi a disposizione era però molto basso. 

Ancora oggi nel nostro Paese oltre 6 milioni di persone in età vaccinabile, dai 5 anni in su, non hanno ricevuto neppure una dose di vaccino. Più di 2,5 milioni di cittadini non hanno ancora deciso di sottoporsi alla terza dose, necessaria per avere una maggiore protezione dalla malattia. E nella fascia di età tra i 5 e gli 11 anni, le somministrazioni sono quasi vicine allo zero in tutte le regioni.

Quanti sono i vaccinati

Al momento, secondo le rilevazioni più aggiornate della struttura commissariale per l’emergenza coronavirus, l’85,5 per cento della popolazione italiana (usando i dati Istat) ha ricevuto almeno una dose di vaccino, mentre l’83,7 per cento ha ricevuto anche la seconda dose. Di questi, il 64,4 per cento ha ricevuto una dose di richiamo, la cosiddetta dose booster

Nel complesso, almeno 6,3 milioni di persone in età vaccinabile (dai 5 anni in su) non hanno ricevuto alcuna dose: il 10 per cento della popolazione totale. Per capire quanti sono quelli coperti, almeno parzialmente, bisogna però considerare anche i guariti da meno di sei mesi, esentati dalla vaccinazione, pari al 4 per cento circa.

Guardando alle fasce d’età, tutta la popolazione over 80 è coperta con almeno una dose di vaccino e in quella tra i 60 e i 79 anni circa il 95 per cento ha ricevuto almeno una dose. La terza fascia di età per copertura è quella tra i 20 e i 29 anni, con il 93,6 per cento, mentre quella meno coperta, con il 36,9 per cento, è quella tra i 5 e gli 11 anni. I guariti mai vaccinati sono di più nelle fasce meno vaccinate, arrivando a essere il 20 per cento dei bambini tra i 5 e gli 11 anni e quasi il 7 per cento tra i 12 e i 19 anni.

Per quanto riguarda la popolazione coperta dal richiamo, la percentuale di copertura è superiore all’80 per cento tra gli over 70 e al 77 per cento tra i 50 e i 59 anni, mentre è al 41 per cento tra i 12 e i 19 anni.

In questo caso però bisogna considerare chi è realmente idoneo a ricevere la terza dose. Devono infatti essere passati quattro mesi dalla conclusione del ciclo vaccinale primario e, se ci si è contagiati dopo la seconda dose, bisogna aspettare almeno quattro mesi. Considerando questi due aspetti, sono oltre 2,5 milioni le persone che sono idonee alla terza dose ma non l’hanno ancora fatta: il 4,3 per cento della popolazione totale.

Le grandi differenze tra le regioni

A livello regionale continuano a esserci ampie differenze di copertura vaccinale. La regione con la quota maggiore di popolazione totale coperta con almeno un dose è il Molise, con l’88,4 per cento, seguito dalla Puglia con l’88,3 per cento. Sono tra l’87 e l’88 per cento Toscana, Lombardia e Lazio. Le tre regioni peggiori sono Sicilia, con l’81,9 per cento, Valle d’Aosta, con l’80,6 per cento, e la provincia autonoma di Bolzano, con il 79,1 per cento. 

Nella fascia tra i 5 e gli 11 anni, che ha iniziato le vaccinazioni il 16 dicembre, si va dal 53 per cento della Puglia al 20 per cento della provincia autonoma di Bolzano. Complessivamente, solo sette regioni sono arrivate ad almeno il 40 per cento. 

Nella popolazione vaccinata con terza dose, si va dal 69 per cento della Lombardia al 55 per cento della provincia autonoma di Bolzano. Sono sotto il 60 per cento anche Calabria e Sicilia. Dopo la Lombardia, troviamo Molise e Puglia, Lazio, Umbria e Piemonte, tra il 65 e il 68 per cento. 

Infine, se consideriamo anche i guariti mai vaccinati, la provincia autonoma di Trento ha il 92 per cento di popolazione coperta anche solo parzialmente contro la Covid-19, mentre Toscana, Lazio, Lombardia, Emilia-Romagna, Puglia e Molise sono sopra il 90 cento. Le ultime tre, all’85,6 per cento, sono Calabria, Valle d’Aosta e Sicilia.

Il ritmo di somministrazione

Come abbiamo anticipato, il ritmo delle somministrazioni è il più lento dall’inizio della campagna vaccinale, nonostante ci sia ancora un numero considerevole di persone che potrebbe ricevere la prima dose – in particolar modo tra i bambini – o il richiamo. 

In media nell’ultima settimana, tra il 7 e il 13 marzo, si sono somministrate al giorno 3,6 mila prime dosi, 13,7 mila seconde dosi e 47 mila richiami, che sono rispettivamente il 30 per cento, il 40 per cento e il 18 per cento in meno di quanto fatto la settimana precedente. 

Per quanto riguarda le prime dosi, in media al giorno nell’ultima settimana ne sono state somministrate circa 700 a chi è tra i 5 e gli 11 anni, 2 mila a chi è tra i 12 e i 59 anni e 900 agli over 50. Per quest’ultimo gruppo è in vigore l’obbligo vaccinale, che a gennaio ha fatto salire le somministrazioni, ma solo per poco tempo.

Nella fascia sotto gli 11 anni, dove il 40 per cento è completamente scoperto, le somministrazioni delle prime dosi sono molto basse, quasi vicine allo zero in tutte le regioni, anche in quelle dove la copertura è sensibilmente minore.

In conclusione

La campagna vaccinale è in stallo, nonostante sia in vigore l’obbligo vaccinale per gli over 50 e sia necessario avere il green pass rafforzato per moltissime attività. Si fanno poche prime dosi al giorno, anche tra i bambini sotto gli 11 anni dove la copertura vaccinale è sensibilmente minore.

La popolazione anziana è la più coperta contro la Covid-19, seguita dalla fascia tra i 20 e i 29 anni, che hanno mostrato di avere un tasso di adesione alla vaccinazione superiore ai trentenni, quarantenni e anche ai cinquantenni. Rimangono invece sensibilmente scoperti i bambini tra i 5 e gli 11 anni dove poco più di un terzo ha ricevuto almeno una dose e il 20 per cento è guarito da meno di sei mesi.

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