Negli ultimi giorni stanno facendo molto discutere i risultati della prova scritta del concorso per l’assunzione di oltre 30 mila insegnanti nelle scuole medie e superiori, al quale si sono presentate circa 500 mila persone. Al momento, secondo diverse fonti stampa, in alcune classi di concorso è stato bocciato addirittura il 90 per cento dei partecipanti. Diversi insegnanti e sindacati di categoria hanno protestato contro i vertici del Ministero dell’Istruzione sostenendo, tra le altre cose, che una delle cause di questi risultati sarebbe l’eccessivo «nozionismo» della prova scritta, composta da 50 domande a crocette, da completare in 100 minuti.
Sul tema si sono scontrati a distanza anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e Lucia Azzolina (Movimento 5 stelle), ministra dell’Istruzione nel secondo governo guidato da Giuseppe Conte. Secondo Bianchi, questo concorso è stato (min. 0:08) «ereditato dal passato» e l’attuale governo sta «eseguendo impegni presi in precedenza, che vanno onorati, con una modalità di organizzazione anche delle prove che si è dimostrata sostanzialmente non adeguata». Dal canto suo, Azzolina ha replicato che in origine il concorso ordinario prevedeva «due prove scritte a risposta aperta». Secondo l’ex ministra, sarebbe stato dunque il governo Draghi, con il ministro Bianchi, a modificare le modalità dei concorsi, inserendo il «quiz per tutti». Abbiamo verificato chi ha ragione.
Sul tema si sono scontrati a distanza anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e Lucia Azzolina (Movimento 5 stelle), ministra dell’Istruzione nel secondo governo guidato da Giuseppe Conte. Secondo Bianchi, questo concorso è stato (min. 0:08) «ereditato dal passato» e l’attuale governo sta «eseguendo impegni presi in precedenza, che vanno onorati, con una modalità di organizzazione anche delle prove che si è dimostrata sostanzialmente non adeguata». Dal canto suo, Azzolina ha replicato che in origine il concorso ordinario prevedeva «due prove scritte a risposta aperta». Secondo l’ex ministra, sarebbe stato dunque il governo Draghi, con il ministro Bianchi, a modificare le modalità dei concorsi, inserendo il «quiz per tutti». Abbiamo verificato chi ha ragione.