No, l’Italia non ha 19 milioni di evasori fiscali

Il dato è circolato molto negli ultimi giorni, ma fa riferimento a qualcosa di diverso rispetto all’evasione fiscale
ANSA/GIUSEPPE LAMI
ANSA/GIUSEPPE LAMI
Negli ultimi giorni diversi politici italiani, da Elio Vito (Forza Italia) a Nicola Morra (ex Movimento 5 stelle), hanno rilanciato un dato piuttosto preoccupante e sorprendente, ripreso anche da alcuni mezzi di informazione: quello secondo cui in Italia ci sarebbero «19 milioni» di evasori fiscali. È davvero così?

Abbiamo verificato che cosa dicono i numeri e questa cifra – messa in dubbio, tra gli altri, dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni – ha basi davvero poco solide, per una serie di motivi.

Qual è la fonte del dato

Il dato sui 19 milioni di evasori fiscali presenti in Italia è iniziato a circolare nel tardo pomeriggio del 2 giugno, quando il direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini è stato ospite del Festival internazionale dell’economia di Torino. In un primo momento, l’agenzia stampa Ansa aveva diffuso una dichiarazione di Ruffini, secondo cui sarebbero «19 milioni le persone che non pagano le tasse» nel nostro Paese. Poco dopo, il lancio di agenzia è stato corretto e la dichiarazione di Ruffini è stata modificata: secondo il direttore dell’Agenzia delle entrate, 19 milioni non sarebbero gli evasori nel nostro Paese, ma le persone cosiddette “iscritte a ruolo”, ossia destinatarie di almeno una cartella esattoriale

Dunque l’oggetto del dato non sono gli evasori fiscali, ma chi ha un debito con l’Agenzia delle entrate, una differenza non da poco. Innanzitutto, quando si parla di evasione fiscale e di evasori, si fa riferimento ai comportamenti illegittimi con cui un contribuente punta a contrastare il prelievo del fisco. Ma non necessariamente chi si vede recapitare una cartella esattoriale sta mettendo in pratica comportamenti di questo tipo per non pagare le imposte. Le cartelle esattoriali possono, per esempio, fare riferimento a una sanzione non pagata (per esempio una multa stradale) oppure a segnalazioni su contributi non versati a enti creditori diversi dal fisco, come i comuni, l’Inail o l’Inps. 

Inoltre, fosse vero che in Italia gli evasori fiscali sono 19 milioni, vorrebbe dire che evade il fisco quasi un cittadino residente su tre (la popolazione in Italia è di circa 59,3 milioni di persone) o quasi la metà dei contribuenti, che nel 2021 sono stati 41,2 milioni. Percentuali davvero troppo elevate per rendere il dato credibile.

Che cosa dicono i dati dell’Agenzia delle entrate

Ma come abbiamo visto, la cifra dei 19 milioni fa riferimento a chi ha almeno una cartella esattoriale in sospeso con il fisco. Questo dato merita una serie di osservazioni, per non fare confusione.

Innanzitutto, va sottolineato che i dati sul cosiddetto “magazzino ruoli” dell’Agenzia delle entrate, quello che contiene tutte le cartelle esattoriali ancora da riscuotere, non sono pubblicamente disponibili, ma vengono pubblicamente divulgati dall’agenzia, per esempio durante le audizioni in Parlamento. Abbiamo contattato l’ufficio stampa dell’Agenzia delle entrate per avere i dati più aggiornati sulle cartelle esattoriali, quelli molto probabilmente usati dal direttore Ruffini nelle sue dichiarazioni più recenti, ma al momento della pubblicazione dell’articolo non abbiamo ancora ricevuto risposta. Per questo motivo faremo riferimento ai dati disponibili. 

A ottobre 2020, durante un’audizione in Parlamento, Ruffini aveva parlato di «17,9 milioni» di contribuenti «con debiti residui da riscuotere», per un valore complessivo pari a quasi 990 miliardi di euro. Di questi contribuenti, circa 3 milioni erano «persone giuridiche», ossia società, fondazioni, enti e associazioni, mentre quasi 2,5 milioni erano contribuenti con un’attività economica, per esempio artigiani e liberi professionisti.

Non tutti questi crediti sono comunque recuperabili, anzi: circa il 90 per cento faceva riferimento, per esempio, a contribuenti deceduti o falliti o su cui sono già state effettuate tutte le azioni di recupero possibili. 

Infine, va sottolineato che i numeri contenuti nel “magazzino” dell’Agenzia delle entrate non sono una fotografia istantanea della situazione attuale. Come ha spiegato lo stesso Ruffini in un’audizione del 7 aprile 2022 in Parlamento, queste cartelle sono state accumulate in quasi 22 anni, un accumulo che rende sempre più complicate le attività di riscossione dell’agenzia stessa.

Quanto vale l’evasione fiscale in Italia

Quando si parla di evasione fiscale in Italia, i numeri più autorevoli e affidabili sono quelli pubblicati ogni anno dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che utilizza tecniche sofisticate per quantificare un fenomeno, per sua natura, difficilmente individuabile e quantificabile, tra i più alti di tutta l’Unione europea. Qui sono contenute stime anche sul valore economico dell’evasione per singoli settori, ma non viene indicato un numero complessivo degli evasori in Italia.

L’ultima “Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva” ha quantificato che tra il 2016 e il 2018 lo Stato ha incassato in media oltre 94 miliardi di euro di imposte in meno ogni anno rispetto a quelle stimate. Le imposte più evase sono l’Irpef da lavoratore autonomo (33,1 miliardi di euro) e l’Iva (34,4 miliardi di euro).

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