Il leader del M5S combina in una sola formula la condizione di povertà in cui si ritrova una parte degli italiani con l’inadeguatezza del nostro Paese ad accogliere migranti. Secondo Grillo un italiano su otto, ossia il 12,5 percento, vivrebbe una situazione di estrema difficoltà economica.



Per verificare la veridicità della dichiarazione, ci viene in aiuto il nostro istituto di statistica che ogni anno compie una stima dell’incidenza della povertà relativa e assoluta tra le famiglie e tra le persone. Secondo l’ultimo rapporto “La Povertà in Italia” pubblicato a luglio scorso dall’Istat, in Italia ci sono 9 milioni 563 mila persone (ossia il 15,8% della popolazione) in condizioni di povertà relativa. Quest’ultima è calcolata sulla base di una soglia convenzionale (linea di povertà) che individua il valore di spesa per consumi, al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. La soglia per il 2013 è considerata pari alla spesa media mensile di 990,88 euro per una famiglia con due componenti. Il calcolo dell’incidenza della povertà assoluta viene fatto sulla base di una soglia di povertà corrispondente alla spesa mensile minima necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi che, nel contesto italiano e per una determinata famiglia, è considerato essenziale a uno standard di vita minimamente accettabile. Il rapporto Istat dice che 4 milioni 814 mila persone sono sotto questa soglia, ossia l’8 percento dell’intera popolazione.



Presumendo che Grillo, con l’espressione “non ha i soldi per mangiare” si riferisse al numero di italiani in condizione di povertà assoluta, la stima dell’Istat è inferiore del 4,5 percento. Considerando invece le persone in condizione di povertà relativa, il dato stimato dall’Istat è ancora più allarmante di quello riportato da Grillo, il quale sarebbe stato molto più preciso se avesse parlato di famiglie – il 12,7 percento di famiglie è infatti in condizione di povertà relativa.



Nella parte relativa al benessere economico, un altro studio condotto dell’Istat e dal Cnel – l’indagine BES 2013 sul benessere equo e sostenibile – presenta la stima della deprivazione materiale calcolata secondo una serie di indicatori di disagio economico. Secondo questa stima, la percentuale di chi vive in condizioni di grave deprivazione materiale è pari all’11,1 percento, leggermente meno di quanto sostenuto da Grillo.



L’identica percentuale di persone che soffrono di severa deprivazione materiale è confermata nel rapporto Istat su reddito e condizioni di vita riferito all’anno 2011. Tuttavia, scorrendo il rapporto, al prospetto 3 ritroviamo una serie di indicatori di “severa deprivazione per ripartizione e caratteristiche della famiglia”. Tra questi, figura la stima di chi “non riesce a fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni”; la percentuale di italiani in questa categoria risulta pari a 12,3 percento: praticamente quanto sostenuto da Grillo.



A seguito di una necessaria disamina delle fonti disponibili, siamo in grado di affermare che il dato allarmante citato è rintracciabile tra le indagini esistenti. Grillo raggiunge il livello più alto della nostra scala, “Vero”!