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No, l’Ue non ci obbliga a «pagare la casa ai rom»

| 02 novembre 2023
La dichiarazione
«L’Europa ci obbliga a pagare la casa ai rom»
Fonte: Facebook | 30 ottobre 2023
Ansa
Ansa
Verdetto sintetico
Il messaggio del parlamentare europeo della Lega è scorretto.
In breve
  • Il 9 ottobre una delle formazioni in cui si riunisce il Consiglio dell’Ue ha invitato gli Stati membri ad adottare «misure concrete» per «migliorare la situazione abitativa dei rom ed eliminare la segregazione abitativa». TWEET
  • Le conclusioni contenute nel documento approvato non sono giuridicamente vincolanti, quindi non è previsto nessun obbligo per i Paesi membri. TWEET
Il 30 ottobre il parlamentare europeo della Lega Gianantonio Da Re ha condiviso sui social network una grafica con la scritta: «L’Europa ci obbliga a pagare la casa ai rom! Io dico no».
«Sappiamo di quali espedienti vivano, perché dovremmo trovare loro un tetto?» si è chiesto Da Re, che al Parlamento europeo ha presentato un’interrogazione per avere chiarimenti dall’Unione europea. 

Ma davvero l’Ue vuole obbligare i cittadini europei a «pagare la casa» alle persone di etnia rom? Abbiamo verificato e le cose non stanno proprio così.

La riunione del Consiglio

Il 9 ottobre i ministri del Lavoro e degli Affari sociali dei 27 Paesi membri dell’Ue, compresa la ministra italiana Marina Elvira Calderone, hanno partecipato alla riunione del consiglio “Occupazione, politica sociale, salute e consumatori” (Epsco), la formazione del Consiglio dell’Ue che ha l’obiettivo di aumentare i livelli di occupazione e di migliorare le condizioni di vita e di lavoro in Europa.

Nella riunione del 9 ottobre i ministri europei hanno raggiunto una serie di accordi su alcuni temi, tra cui il precariato, la salute mentale dei lavoratori e la «parità di accesso a un alloggio adeguato e desegregato per i rom». Su questo punto, nelle conclusioni approvate durante il vertice il consiglio Epsco ha invitato gli Stati membri ad adottare «misure concrete» per «migliorare la situazione abitativa dei rom ed eliminare la segregazione abitativa». Per raggiungere questo obiettivo il consiglio ha menzionato la possibilità di usare i fondi europei destinati allo sviluppo sociale, come il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e il Fondo sociale europeo plus (Fse+).

Queste conclusioni non comportano nessun «obbligo», come ha scritto erroneamente Da Re. Come le risoluzioni e le dichiarazioni, le conclusioni sono documenti che il Consiglio dell’Ue adotta per esprimere una posizione politica su un tema, ma non sono un atto giuridico vincolante per i Paesi membri. In questo caso il consiglio Epsco ha invitato la Commissione europea e gli Stati membri ad aumentare l’integrazione dei cittadini di etnia rom e a migliorarne la condizione abitativa, senza però stabilire obiettivi, scadenze o interventi precisi. Il documento ha sottolineato poi l’importanza di affrontare il problema del cosiddetto “antiziganismo”, ossia il razzismo nei confronti delle persone di etnia rom o sinti, e di coinvolgere i rom nella definizione di politiche sociali che li riguardano.

Il verdetto

Secondo Gianantonio Da Re l’Unione Europea ha obbligato l’Italia a «pagare la casa ai rom», ma le cose non stanno come dice il parlamentare europeo della Lega.

Il 9 ottobre una delle formazioni in cui si riunisce il Consiglio dell’Ue ha invitato gli Stati membri ad adottare «misure concrete» per «migliorare la situazione abitativa dei rom ed eliminare la segregazione abitativa». Le conclusioni contenute nel documento approvato non sono giuridicamente vincolanti, quindi non è previsto nessun obbligo per i Paesi membri.

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